Negli Stati Uniti si apre una nuova fase nelle tensioni commerciali internazionali. Donald Trump ha reso noto, attraverso il suo social Truth, l’avvio immediato dell’invio di lettere rivolte a diversi Paesi sui dazi in scadenza. Le prime comunicazioni sono partite oggi, a mezzogiorno ora locale, con l’obiettivo di gestire entro il 9 luglio gli accordi o le imposizioni tariffarie. Parallelamente sono stati annunciati dazi extra del 10% contro quei Paesi che sostengono il gruppo Brics. Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere, con una dura presa di posizione da parte dei Paesi emergenti riuniti a Rio de Janeiro.
L’invio delle lettere sui dazi e la scadenza dell’1 agosto
Trump ha anticipato che «la maggior parte dei Paesi» riceverà entro il 9 luglio una comunicazione ufficiale, che sarà o una lettera o un accordo commerciale già definito. Il presidente ha sottolineato che oggi partiranno le prime lettere, mentre altre seguiranno martedì prossimo. Questi documenti riguardano la riorganizzazione delle tariffe sospese, che però entreranno in vigore a partire dal 1 agosto. Il segretario al Commercio, Howard Lutnick, ha confermato questa tempistica, precisando che le tariffe scattano da quella data ma verranno stabilite ora, con le comunicazioni ufficiali.
Questi interventi seguono una strategia volta a rimodulare la politica dei dazi in base a scadenze precise. La tensione cresce tra gli Usa e numerose nazioni, che devono ora accettare o nuovi accordi tariffari o vedersi applicate rigidità economiche. L’approccio comunicato da Trump non lascia spazio a negoziazioni aperte senza limiti. Ci si aspetta una serie di conseguenze economiche che potrebbero modificare il flusso commerciale mondiale già nelle prossime settimane.
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La minaccia dei dazi aggiuntivi contro i paesi allineati ai brics
Con una presa di posizione più dura, Trump ha annunciato l’intenzione di imporre dazi aggiuntivi pari al 10% contro quei Paesi che sostengono le politiche del gruppo Brics. Ha chiarito che questa misura non prevede eccezioni e sarà applicata in modo puntuale. Questo passaggio segna un’inasprimento della guerra commerciale Usa-Brics, con potenti implicazioni a livello geopolitico e economico.
I Brics, composti da Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica e altre sei nazioni emergenti, rappresentano una fetta rilevante dell’economia globale. Questi Paesi già da tempo mostrano segnali di disaccordo con le strategie americane. La nuova minaccia di dazi punta a colpire indirettamente le alleanze in questo gruppo, creando un ulteriore attrito in un contesto già delicato. L’intento è limitare l’influenza economica di questo blocco, ma rischia di aprire altre tensioni nei rapporti internazionali.
La risposta e le critiche dei paesi brics riuniti a rio de janeiro
I Paesi dei Brics si sono riuniti a Rio de Janeiro in queste ore e hanno espresso un netto dissenso sulle iniziative Usa. In una dichiarazione congiunta hanno definito «indiscriminati» i dazi sulle importazioni imposti dall’Amministrazione Trump. Le critiche riguardano anche la collaborazione recente tra Stati Uniti e Israele nelle azioni contro l’Iran, che si inserisce nel quadro delle tensioni attuali.
La coalizione di 11 nazioni emergenti, pur divisa su molti temi, ha trovato un fronte comune nel contrastare le nuove tariffe e denunciare il pericolo di danni all’economia globale. Nel documento fanno riferimento a «serie preoccupazioni» per l’aumento di misure unilaterali, sottolineando il rischio di effetti negativi a cascata sul mercato internazionale. Questi eventi indicano una rottura crescente nei rapporti commerciali e diplomatici, con impatti che si stagliano sul futuro dei commerci globali.