le vittorie di Donald Trump tra economia, giustizia e immigrazione: un bilancio aggiornato nel 2025

le vittorie di Donald Trump tra economia, giustizia e immigrazione: un bilancio aggiornato nel 2025

Donald Trump consolida successi economici e giudiziari, riduce gli ingressi irregolari al confine con il Messico, ma affronta sfide complesse nella politica estera con Iran, Russia e Cina.
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L'articolo analizza i successi dell'amministrazione Trump nel 2025, tra risultati economici positivi, rafforzamento del potere giudiziario, forte riduzione dell’immigrazione irregolare e una politica estera segnata da vittorie limitate contro Iran, ma difficoltà nei rapporti con Russia e Cina. - Gaeta.it

Donald Trump ha consolidato una serie di successi percepiti dalla sua amministrazione come segnali positivi. Tra risultati economici, decisioni giudiziarie favorevoli e un calo degli arrivi di immigrati al confine con il Messico, il presidente in carica si presenta come protagonista di una serie di risultati concreti, nonostante le forti divisioni politiche e le critiche provenienti da più fronti. Scopriamo i principali dettagli di questo quadro e come si sviluppano i diversi fronti su cui si gioca la sua leadership.

Gli effetti economici e le manovre fiscali del governo trump

Il 4 luglio 2025, giorno di festa nazionale negli Stati Uniti, Donald Trump ha firmato una legge di bilancio nota come «Big Beautiful Bill». Questa manovra fiscale conferma il taglio delle tasse soprattutto per chi ha redditi superiori ai 200 mila dollari annui, ma comporta anche una riduzione delle risorse destinate al programma Medicaid, che offre assistenza medica ai cittadini più poveri. Secondo un sondaggio della Quinnipac University, soltanto il 29% degli americani sostiene la legge, segnale delle difficoltà nel farne accettare appieno i contenuti.

Tuttavia Trump e la sua squadra puntano sull’effetto positivo che, dicono, arriverà con un’«età dell’oro» economica. Le cifre a disposizione riportano la disoccupazione al 4,1%, un livello ritenuto fisiologico dagli economisti. L’inflazione si mantiene intorno al 2,4%, vicino all’obiettivo fissato dalla Federal Reserve al 2%. Inoltre, gli indicatori della Borsa mostrano una ripresa dopo il calo avuto a inizio aprile, quando furono annunciati dazi che avevano generato incertezza.

Andamento dell’indice s&p 500

L’indice S&P 500, uno dei principali indicatori del mercato azionario, è cresciuto del 3,8% rispetto al giorno in cui Trump ha avviato il suo secondo mandato. Il rischio più concreto resta però l’impatto complessivo delle tariffe commerciali, che possono influenzare l’attività produttiva, i prezzi al consumo e l’occupazione nel medio termine. Anche il debito pubblico, che ha superato i 36 mila miliardi di dollari, espone gli Stati Uniti a preoccupazioni: Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha ricordato che la crescita del debito segue un percorso non sostenibile se mantenuto nel tempo.

La strategia giudiziaria e il ruolo dei tribunali federali

Sul fronte della giustizia, Trump ha visto un consolidamento del proprio potere attraverso la nomina di 677 magistrati federali che hanno evidente influenza sulle scelte politiche e amministrative. Al 1° gennaio 2025, 232 giudici federali sono stati nominati dall’amministrazione Biden, mentre 228 sono stati scelti da Trump. Le corti hanno spesso bloccato temporaneamente provvedimenti emanati dalla Casa Bianca, 194 volte tra il 20 gennaio e il 3 luglio.

Tuttavia, negli ultimi mesi, decisioni chiave delle Corti d’Appello e della Corte Suprema – con una maggioranza di sei giudici conservatori su nove – hanno ribaltato molti di quei blocchi. Ciò ha permesso alla presidenza di ottenere vittorie su temi delicati, come le politiche sull’immigrazione, la possibilità di licenziare impiegati federali e l’uso della Guardia Nazionale a Los Angeles su ordine presidenziale.

Rafforzamento dell’esecutivo

Questi processi giudiziari hanno rafforzato la capacità del governo Trump di implementare scelte che erano state contestate nelle fasi iniziali, garantendo così uno spazio più ampio all’esecutivo per agire in modo deciso su questioni sensibili.

La riduzione degli ingressi irregolari e la questione immigrazione

Il fronte più evidente tra i risultati tangibili riguarda la riduzione degli ingressi clandestini negli Stati Uniti. Nel giugno 2025 gli arresti di immigrati al confine sud, in particolare con il Messico, sono scesi a circa 6.000, ai livelli più bassi da oltre sessant’anni. Per confronto, nei mesi precedenti, sotto la presidenza Biden, le cifre si erano attestate attorno a 50.000 arresti.

Questo calo segnala la riduzione del flusso migratorio in misura significativa, confermando l’efficacia delle politiche di controllo alle frontiere applicate da Trump e dalla sua amministrazione. La strategia ha avuto un riscontro importante, non solo numerico ma anche politico, perché rappresenta uno dei punti fermi della piattaforma elettorale di Trump e dei suoi sostenitori.

Le sfide della politica estera tra iran, russia e cina

Sul piano internazionale, Trump ha rivendicato un successo importante in Iran con il bombardamento delle centrifughe nucleari nel giugno 2025. Quest’azione ha rallentato il programma atomico degli ayatollah senza però innescare un conflitto più ampio.

Tuttavia la politica estera rimane un terreno complesso per il presidente. Non è riuscito a imporsi in modo deciso né su Vladimir Putin né su Xi Jinping. Con la Russia, la guerra in Ucraina continua e Putin sembra calcolare la possibilità di un disimpegno degli Stati Uniti per proseguire il conflitto. Anche con la Cina, lo scontro sui dazi prosegue senza accordi definitivi. Xi Jinping sfida Washington contando sulla dipendenza economica delle imprese americane dai prodotti nel mercato cinese.

Difficoltà nelle trattative con le grandi potenze

Trump ha mostrato forza quando poteva utilizzare la leva della supremazia militare o politica per intimidire interlocutori meno potenti. Su scenari dove gli attori hanno pari peso, però, ha incontrato difficoltà e si è trovato meno efficace nelle trattative.

Questo doppio gioco tra successi e limiti segna la conduzione della politica estera degli Stati Uniti sotto la sua guida, facendo emergere una strategia divisa tra azioni dirette di forza e una certa incapacità nel dialogo con grandi potenze.

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