Martina Voce, sopravvissuta a un’aggressione mortale, racconta un’esperienza che ha segnato la sua vita in modo indelebile. L’episodio è avvenuto il 22 dicembre a Oslo, dove la donna è stata colpita da 30 coltellate dal suo ex fidanzato norvegese. Attraverso un’intervista rilasciata a Repubblica, Martina offre uno spaccato della sua angosciante esperienza, gettando luce su un problema sociale che persiste in diverse forme in tutto il mondo.
L’orribile agguato nel negozio
La mattina dell’aggressione, Martina si trovava davanti a un negozio intento a gettare alcune cose. È in quel momento che ha incontrato il suo ex fidanzato. “Mi ha chiesto se avessi un nuovo ragazzo,” ricorda. La risposta di Martina non è stata affatto cordiale, invitandolo a occuparsi delle sue questioni personali. Dopo averlo riavvisato di andarsene, Martina è entrata nel negozio, ma l’incubo era appena cominciato.
Mentre si trovava in coda alle casse, senza alcun preavviso, l’ex fidanzato l’ha colpita da dietro. “Ho camminato ancora e lui ha colpito nuovamente con un grande coltello da militare,” racconta. Il fatto che una donna innocente sia stata assalita in un luogo pubblico ha colpito non solo Martina, ma anche i presenti. Una testimone ha assistito all’evento e, colpita dall’orrore, ha cominciato a urlare. Tuttavia, la reazione dell’aggressore è stata inaspettata e inquietante.
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La fuga e l’intervento del compagno
Martina racconta i momenti concitati in cui ha tentato di scappare mentre l’ex fidanzato continuava ad attaccarla. “A un certo punto, mi sono girata verso di lui e ho provato a scappare,” spiega. Ma l’aggressore ha mostrato una determinazione spaventosamente ferrea, colpendola nuovamente alla schiena e alla nuca. La scena descritta da Martina è straziante: “Era muto, ma aveva un sorriso sul volto.”
Fortunatamente, nel momento più critico, il suo attuale compagno è intervenuto, riuscendo a staccare l’ex fidanzato da lei. “Ho provato a strisciare via, ma lui si è divincolato e si è girato di nuovo contro di me,” prosegue Martina. La situazione sembrava disperata, finché il suo compagno ha aiutato a mettere fine alla violenza. L’azione degli altri, che includeva i paramedici, è stata cruciale, ma Martina si sentiva già sul punto di arrendersi: “Quando mi stavano portando via, pensavo di non farcela.”
Le problematiche relazionali e il contesto sociale
Dopo la brutale aggressione, la vita di Martina è cambiata radicalmente. “Il mio ex mi messaggiava anche da un account falso,” svela, aggiungendo che una decina di giorni prima dell’attacco le aveva proposto di vederlo per parlare di un gatto che aveva adottato, un invito che si è rivelato una potenziale trappola. “La polizia mi ha confermato che in casa non c’era alcun segno del gatto.” Questa dinamica mette in evidenza un aspetto inquietante delle relazioni: le cessazioni apparentemente pacifiche possono nascondere rancori e pericoli inaspettati.
Il tema della violenza di genere è centrale nel racconto di Martina. “In Italia avvengono femminicidi ogni giorno,” osserva. Con un occhio critico, nota che eventi simili in Norvegia sono rari, cosa che sembra rinforzare il suo desiderio di rimanere nel paese scandinavo. “Già volevo rimanere qui; ora ho ancora più voglia di stabilirmi a Oslo,” commenta, descrivendo la capitale norvegese come un luogo sicuro.
La percezione del codardo
Martina termina il suo racconto con una forte dichiarazione sulla natura dell’aggressore. “È stato un codardo,” dice con fermezza. La scelta di colpirla di sorpresa, alle spalle, dimostra non solo la mancanza di rispetto, ma anche la natura insidiosa di questi atti violenti. La sua affermazione è anche una chiara condanna della violenza contro le donne, un tema che necessita di attenzione e azione in tutte le società . Una testimonianza che, sebbene straziante, può rivelarsi fondamentale nel sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della sicurezza e della protezione delle vittime.