Video choc a Tripoli: Osama Njeem Almasri aggredisce un civile, nuovi guai internazionali

Il video di Almasri che aggredisce un civile a Tripoli riapre il dibattito Sull’impunità, la liberazione italiana e le difficoltà della giustizia internazionale in Libia.
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Aggressione a Tripoli: Osama Njeem Almasri protagonista di un episodio violento - Gaeta.it

Un video che ritrae il generale libico Osama Njeem Almasri mentre aggredisce un uomo disarmato a Tripoli ha fatto rapidamente il giro dei social, riaccendendo polemiche a livello globale. Le immagini, diffuse da media arabi e dall’ONG Rifugiati in Libia, mettono sotto accusa non solo Almasri, ma anche le autorità italiane coinvolte nella sua recente liberazione. Il caso riporta al centro del dibattito la mancata estradizione richiesta dalla Corte penale internazionale e il tema dell’impunità per chi è accusato di crimini di guerra in Libia.

Il video che fa discutere: Almasri aggredisce un civile disarmato

Nel filmato si vede chiaramente un uomo somigliante a Osama Njeem Almasri colpire un passante a mani nude. Prima lo butta a terra con forza, poi continua a picchiarlo fino a farlo cadere sull’asfalto. La scena si svolge in una strada di Tripoli, ormai tristemente nota per i numerosi episodi di violenza degli ultimi anni.

L’ONG Rifugiati in Libia ha diffuso il video accompagnandolo con un messaggio chiaro: anche se la data esatta non è stata confermata, l’episodio è recente. Nel commento si denuncia la condotta del generale, ricercato dalla CPI per crimini contro l’umanità e sottratto alla giustizia grazie a un intervento italiano pochi mesi fa. Quella che si vede è un’aggressione diretta contro un civile, probabilmente uno dei tanti migranti o profughi vittime di soprusi in Libia.

Il video ha subito scatenato richieste di chiarimenti sulla protezione di cui Almasri sembra godere, nonostante la gravità delle accuse che pendono su di lui.

La liberazione di Almasri in Italia: un caso che scuote la politica

A gennaio 2025, la liberazione di Osama Njeem Almasri da parte delle autorità italiane ha aperto un vero e proprio caso politico e giudiziario. La decisione ha subito attirato critiche, soprattutto dalla Corte penale internazionale e da associazioni per i diritti umani, visto che Almasri è ricercato per crimini di guerra.

Il rilascio ha sollevato pesanti accuse di ostruzionismo nei confronti della giustizia internazionale. Sono state avviate indagini su vari esponenti del governo italiano, tra cui ministri e sottosegretari, sospettati di aver favorito il ritorno di Almasri in Libia senza consegnarlo alla Corte. Sta andando avanti un procedimento per verificare la collaborazione tra Italia e CPI, mentre diverse ONG denunciano la violazione dello Statuto di Roma e chiedono che si intervenga per consegnare il generale alla giustizia.

Questa vicenda mette a dura prova un equilibrio diplomatico già fragile e complica i rapporti tra Italia, Libia e le istituzioni internazionali impegnate a combattere l’impunità per crimini di guerra.

Tripoli, terra di conflitti e impunità: il quadro attuale

Tripoli resta un focolaio di instabilità e violenza nella Libia post-conflitto. Il video di Almasri che aggredisce un civile è il segnale di un clima di pericolo costante per la popolazione, ma anche della difficoltà delle autorità libiche e internazionali nel mantenere ordine e giustizia.

La presenza di figure come Almasri, attive da tempo in gruppi paramilitari e nella polizia giudiziaria, dimostra come l’impunità alimenti tensioni e insicurezza sul territorio. Rifugiati, migranti e cittadini comuni continuano a subire intimidazioni e violenze, come denunciano molte organizzazioni umanitarie.

Il caso di Almasri mette in luce una crisi profonda, dove le istituzioni spesso sembrano incapaci di garantire diritti e sicurezza.

Giustizia sotto pressione: le richieste internazionali restano inascoltate

Le immagini recenti di Osama Njeem Almasri in azione violenta riaccendono dubbi sulla capacità delle organizzazioni internazionali di far rispettare i loro mandati. La CPI continua a chiedere la consegna del generale, ma l’assenza di risposte concrete aumenta la frustrazione delle vittime e di chi lotta contro i crimini di guerra.

La comunità internazionale mantiene alta l’attenzione, sottolineando che l’impunità apre la porta a nuove violenze e rallenta la stabilizzazione della Libia. L’impegno delle ONG e dei media arabi serve a mantenere la pressione su governi e organismi competenti.

Al momento non si vedono passi avanti significativi. Così, il destino di Almasri e delle vittime delle sue azioni resta avvolto nell’incertezza. Quel video girato a Tripoli resta un documento inquietante, che racconta la difficile realtà nelle strade della capitale libica.