Tsunami sul Mediterraneo, è allarme su tutta la Costa: conseguenze disastrose per tutti

Tsunami sul Mediterraneo, è allarme su tutta la Costa: conseguenze disastrose per tutti

Allerta Tsunami In Queste Zone Allerta Tsunami In Queste Zone
Allerta tsunami in queste zone del Mediterraneo - gaeta.it

L’allarme degli scienziati sottolinea l’importanza di affrontare il tema senza allarmismi, ma con una consapevolezza crescente.

Un allarme importante scuote le coste del Mediterraneo: uno tsunami potrebbe colpire il bacino entro i prossimi 30 anni, mettendo a rischio milioni di persone e infrastrutture costiere.

Fino a poco tempo fa, questa regione era ritenuta relativamente al sicuro da eventi di questo genere, ma le ricerche più recenti e i dati forniti dalla Commissione oceanografica intergovernativa dell’UNESCO indicano una realtà ben diversa e più preoccupante.

La faglia di Averroè e il rischio sismico nel Mediterraneo

Al centro di questo allarme vi è la faglia di Averroè, situata nel Mar di Alboran tra la Spagna meridionale e le coste del Nord Africa. Qui si incontrano due placche tettoniche, creando una zona altamente sismica. Un terremoto improvviso in quest’area potrebbe generare un maremoto in pochi minuti, con onde che raggiungerebbero la costa andalusa in appena 21 minuti. Un margine di tempo estremamente ridotto per attivare eventuali piani di evacuazione.

Se invece l’epicentro si trovasse più a sud, vicino all’Algeria, l’onda potrebbe impiegare poco più di un’ora per raggiungere le coste, ma anche questo tempo limitato non sarebbe sufficiente per mettere in sicurezza le aree densamente popolate.

Allerta Tsunami In Queste Zone
Il Rischio Da Considerare – Gaeta.it

In estate, queste zone accolgono migliaia di turisti, campeggi, villaggi turistici e porticcioli, rendendo il potenziale impatto sia umano sia economico particolarmente grave. Anche onde di modesta altezza, intorno a un metro, potrebbero causare danni significativi a stabilimenti balneari e abitazioni costiere.

Eventi tsunami nel Mediterraneo: una realtà sottovalutata

Contrariamente a quanto si credeva in passato, il Mediterraneo ha già sperimentato circa 100 eventi tsunami negli ultimi 100 anni, rappresentando circa il 10% del totale mondiale. Le onde, sebbene raramente superino i due metri, sono comunque in grado di generare conseguenze serie, soprattutto perché le strutture e le comunità costiere non sono adeguatamente preparate a gestire tali emergenze.

La scarsa consapevolezza e preparazione rappresentano oggi il principale fattore di rischio. A differenza di paesi come il Giappone, dove l’educazione alla gestione degli tsunami è parte integrante del sistema scolastico e della cultura civica, nel Sud Europa queste conoscenze sono ancora limitate.

Strategie e preparazione per mitigare il rischio tsunami

Gli esperti del Centro di Allerta Tsunami francese (CENALT), come Hélène Hébert, cercano di rassicurare spiegando che non si prevedono onde gigantesche come quelle dell’Oceano Pacifico, ma sottolineano che anche onde di altezza moderata possono rivelarsi pericolose se accompagnate da un preavviso minimo o nullo.

Per questo motivo, i paesi che si affacciano sul Mediterraneo stanno investendo in sistemi di monitoraggio e allerta precoce, utilizzando boe e sensori in grado di rilevare variazioni anomale del livello del mare e trasmettere informazioni in tempo reale. Tuttavia, la vera sfida rimane la preparazione delle popolazioni costiere: conoscere i segnali di allarme, sapere dove rifugiarsi e come comportarsi è fondamentale per ridurre le conseguenze di un potenziale tsunami.

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