L’intelligenza artificiale rivoluziona il mercato immobiliare italiano: cosa aspettarsi entro il 2025

L’intelligenza artificiale rivoluziona il mercato immobiliare italiano, migliorando analisi, gestione e manutenzione predittiva, con un impatto economico previsto di oltre 500 miliardi entro il 2035.
Le28099Intelligenza Artificiale Riv Le28099Intelligenza Artificiale Riv
L’intelligenza artificiale trasforma il mercato immobiliare italiano entro il 2025. - Gaeta.it

L’intelligenza artificiale sta cambiando il modo in cui funziona il mercato immobiliare in Italia. Fino a qualche anno fa, il settore era quasi completamente analogico. Oggi, invece, dall’acquisto e gestione degli immobili alle analisi di mercato basate su grandi quantità di dati, fino alla manutenzione predittiva, le tecnologie digitali stanno prendendo sempre più spazio. Questo cambiamento si riflette anche nelle previsioni economiche, con stime che indicano una crescita importante del valore generato dal settore nei prossimi anni.

L’IA entra in ogni fase del mercato immobiliare

L’intelligenza artificiale non si limita più a gestire qualche processo automatico. Ora è presente in ogni passaggio: dall’analisi del mercato alla gestione vera e propria degli immobili. I sistemi raccolgono dati su prezzi, affitti e compravendite, incrociandoli con informazioni sugli stili di vita e le caratteristiche degli abitanti. Così è possibile mappare quartieri e vie con grande precisione, scoprendo trend e opportunità. I software elaborano queste informazioni complesse e forniscono previsioni utili per pianificare lo sviluppo del territorio e prendere decisioni rapide.

Ma non si tratta solo di report: l’IA aiuta anche nella manutenzione predittiva, segnalando quando un impianto o una struttura potrebbe avere bisogno di interventi prima che si verifichi un guasto serio. Questo riduce sorprese e costi per chi possiede gli immobili. Inoltre, nella progettazione degli spazi, i programmi sono in grado di creare automaticamente planimetrie o render 3D, migliorando la distribuzione degli ambienti e l’arredo.

Il mercato si sta aprendo a una gestione sempre più automatizzata. Le piattaforme digitali rispondono rapidamente alle richieste degli inquilini, riducono i tempi in cui un immobile resta vuoto e permettono interventi mirati per contenere i consumi energetici e rispettare gli standard di sostenibilità ESG. Il risparmio stimato arriva al 50-60% rispetto agli edifici tradizionali.

Il boom economico legato all’innovazione immobiliare in Italia

Uno studio di Scenari Immobiliari, presentato all’Innovation Forum insieme a DILS, prevede che nel 2035 l’innovazione tecnologica, con l’IA in prima fila, possa generare un valore economico di circa 535 miliardi di euro per il settore immobiliare italiano. Questo valore arriva da diverse attività: oltre il 5% dalle costruzioni, quasi il 2,5% dallo sviluppo immobiliare e più del 14% dalle attività legate alla compravendita e gestione degli immobili.

Le previsioni indicano una crescita che continuerà fino al 2050, quando il valore totale potrebbe raggiungere gli 800 miliardi di euro. In quegli anni, il peso economico delle costruzioni potrebbe oscillare tra l’8 e il 10%, quello dello sviluppo immobiliare tra il 3 e il 3,5%. Le attività immobiliari, invece, potrebbero arrivare a pesare dal 17 al 19% del valore complessivo.

Questi numeri mostrano un settore che sta cambiando profondamente, rispondendo alle nuove sfide con investimenti mirati su digitalizzazione e strumenti di analisi basati sull’intelligenza artificiale.

I manager italiani puntano sull’IA

Un report globale di JLL, intitolato “Future of Work”, rivela che il 93% dei manager italiani del real estate vede l’intelligenza artificiale come uno strumento fondamentale per affrontare le sfide del mercato. Una percentuale più alta rispetto alla media mondiale, che si ferma all’87%. L’interesse in Italia, insomma, è particolarmente forte.

Alberico Radice Fossati, country leader di JLL Italia, racconta che quasi il 90% degli operatori usa già soluzioni basate sull’IA, e il 60% ha avviato progetti concreti. La stessa percentuale sta organizzando corsi di formazione per i propri team, perché integrare l’IA non significa solo adottare software, ma anche acquisire nuove competenze.

Per Radice Fossati, l’intelligenza artificiale non è un semplice strumento, ma un’infrastruttura che coinvolge tutta la catena del valore. Dalla progettazione automatica ai modelli previsionali per il mercato, fino ai sistemi di gestione che velocizzano le risposte ai clienti e riducono i tempi in cui gli immobili restano vuoti. Senza dimenticare l’aiuto nel mantenere gli edifici in regola con le normative ambientali e di efficienza energetica.

Tra sfide e ostacoli: dati, investimenti e personale qualificato

Nonostante i vantaggi, l’uso dell’IA nel real estate non è privo di problemi. Il primo nodo riguarda la qualità dei dati: i software funzionano bene solo se hanno accesso a informazioni affidabili, aggiornate e verificate. Senza dati precisi, le analisi perdono di valore e non aiutano nelle decisioni strategiche. Insomma, dati scadenti mettono a rischio l’efficacia degli strumenti.

Poi ci sono i costi iniziali. Inserire l’intelligenza artificiale significa investire molto, soprattutto nelle fasi di implementazione e personalizzazione delle tecnologie. Per alcune aziende, in particolare quelle più piccole, questa spesa può rappresentare un freno.

Infine, c’è un vero problema di risorse umane: mancano professionisti preparati a usare e gestire l’IA nel settore immobiliare. Questo divario tra domanda e offerta di competenze rallenta la diffusione delle soluzioni più avanzate. Molte aziende stanno già puntando su programmi di formazione, ma la strada è ancora lunga.

La trasformazione digitale del mercato immobiliare va avanti, ma per far sì che l’intelligenza artificiale dia davvero una spinta al settore italiano serve un impegno concreto su dati, investimenti e formazione.