Bonus Giorgetti da settembre 2025: come cambierà la busta paga di chi rimane a lavorare dopo Quota 103

Bonus giorgetti: da settembre 2025 aumento netto in busta paga per lavoratori che rinviano la pensione anticipata, con benefici fiscali e impatto sulla futura pensione.
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Bonus Giorgetti, novità in busta paga dal 2025 per chi lavora oltre Quota 103 - Gaeta.it

Settembre 2025 segnerà l’avvio del Bonus Giorgetti, un aumento in busta paga per i lavoratori che raggiungono i requisiti per la pensione anticipata entro fine anno, ma scelgono di restare in attività. Questa misura, pensata dal Governo Meloni, punta a sostenere quei dipendenti pubblici e privati che ritardano il pensionamento. Vediamo come funziona nel dettaglio, chi ne può usufruire e cosa cambia concretamente nel salario mensile.

Il bonus giorgetti: un nuovo incentivo per chi continua a lavorare dopo il diritto alla pensione

Il Bonus Giorgetti nasce per premiare i lavoratori che, pur raggiungendo entro il 31 dicembre 2025 i requisiti per la pensione anticipata, decidono di mantenere il proprio impiego. Questa novità riguarda sia il settore pubblico che quello privato. Il meccanismo consiste nell’erogazione diretta in busta paga di un importo corrispondente alla quota contributiva a carico del lavoratore, pari a circa il 9,19% della retribuzione lorda nel settore privato. Questa somma viene elargita esentasse, cioè senza applicazione immediata dell’Irpef, quindi rappresenta un vero e proprio aumento netto.

Il bonus si basa su una rinuncia temporanea da parte del dipendente alla propria quota contributiva previdenziale. Ciò significa che, pur godendo di un aumento in busta paga oggi, in futuro la pensione potrebbe risultare più bassa rispetto a quella che si otterrebbe seguendo il pensionamento classico. Per questo motivo la misura è strettamente legata alla volontà del lavoratore di restare in servizio oltre il limite previsto dalla legge. Secondo la circolare INPS n. 102 del 2025, questa modalità esclude qualsiasi riduzione ulteriore da parte del datore di lavoro, che continua a versare regolarmente il proprio contributo.

Chi può richiedere il bonus: i requisiti per usufruire del sostegno fino a fine anno

Possono chiedere il Bonus Giorgetti solo i lavoratori che entro il 31 dicembre 2025 maturano i requisiti per la pensione anticipata o per la cosiddetta Quota 103. In particolare, la pensione anticipata ordinaria richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. La Quota 103, invece, prevede almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi accumulati.

Oltre a questi paletti contributivi ed anagrafici, ci sono altri requisiti imposti dall’INPS. È necessario non aver ancora maturato l’età pensionabile, non percepire alcuna pensione diretta ed essere in regola con l’iscrizione all’Assicurazione generale obbligatoria o a forme esclusive o sostitutive. La domanda per la concessione del bonus deve essere presentata prima di raggiungere i requisiti pensionistici, condizione fondamentale per l’accesso al sostegno.

I tempi per la lavorazione della domanda variano: nel settore privato il procedimento potrebbe richiedere qualche settimana, mentre nel pubblico impiego bisognerà attendere almeno novembre 2025 per vedere il bonus effettivamente riconosciuto in busta paga. Questo slittamento dipende principalmente dalla complessità delle procedure amministrative nelle diverse realtà lavorative.

L’impatto del bonus in busta paga: cifre, tempistiche e conseguenze fiscali

Dal punto di vista economico, il Bonus Giorgetti si traduce in un aumento netto mensile per i lavoratori coinvolti. Prendendo come esempio uno stipendio lordo di 2.000 euro al mese, l’incremento si aggira intorno a 183,80 euro. Questa cifra riflette la quota contributiva trattenuta sul lavoratore, resa disponibile direttamente in busta paga e totalmente esentasse. Nel caso specifico del settore privato, la percentuale è fissa al 9,19% della retribuzione lorda.

Per il settore pubblico, invece, il bonus sarà erogato più tardi, a partire da novembre 2025, in modo da affrontare le procedure più complesse legate all’amministrazione pubblica. È importante sottolineare che, benché la misura “aumenti” immediatamente la liquidità percepita dal dipendente, questa rinuncia ai contributi inciderà sulla futura pensione, quindi sarà una scelta da valutare con attenzione.

L’INPS ha chiarito che il bonus non comporta imposte aggiuntive e viene fornito senza alcuna trattenuta fiscale ulteriore. Per questo motivo rappresenta un incentivo concreto per chi sceglie di posticipare la pensione, aiutando così il sistema pensionistico a gestire meglio l’invecchiamento della popolazione italiana. Il Governo Meloni ha quindi puntato sulla misura per contrastare il problema della diminuzione della forza lavoro e sostenere i lavoratori che mantengono la propria attività.

Il Bonus Giorgetti rappresenta una novità significativa nel contesto delle politiche pensionistiche 2025, come confermato dalle fonti ufficiali INPS e dal Ministero del Lavoro. La sua introduzione cambierà la concreta esperienza della busta paga di molti lavoratori prossimi alla pensione, che da settembre potranno valutare una nuova opzione finanziaria per il proseguimento dell’attività lavorativa.