Il tragico evento che ha portato alla morte di Giovanni Battista Macciò, un operatore portuale, ha suscitato un’ondata di interrogativi riguardo ai possibili tentativi di depistaggio delle indagini. Le autorità stanno indagando su un presunto tentativo di falsificare le informazioni fornite dopo l’incidente avvenuto al terminal Psa di Pra’, dove una ralla ha travolto il giovane portuale. Le indagini si stanno concentrando su alcune dichiarazioni contraddittorie e le circostanze che hanno caratterizzato la notte del tragico avvenimento.
L’incidente e il tentativo di depistaggio
Secondo quanto emerso, prima dell’arrivo degli investigatori, un camallo avrebbe tentato di attribuirsi la responsabilità della guida della ralla coinvolta nell’incidente. Questo tentativo di camuffamento ha portato a gravi implicazioni per le indagini. Il testimone, in realtà, ha indicato di essere lui alla guida del mezzo, diversamente da Patrizio Randazzo, il reale conducente, già indagato e assistito da due avvocati. Questa scorrettezza iniziale potrebbe intaccare la credibilità delle dichiarazioni fornite e complicare ulteriormente il lavoro degli inquirenti.
Un responsabile del terminal Psa ha rivelato il tentativo di depistaggio. Prima dell’incontro con gli ispettori della ASL 3 e della polizia stradale, ha controllato i registri delle presenze e confermato che Randazzo era effettivamente al volante della ralla. Questo elemento ha indotto a rivedere le prime dichiarazioni e ha sollevato interrogativi circa le motivazioni per cui un camallo avrebbe tentato di farsi carico della responsabilità.
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Motivazioni e sviluppo delle indagini
Le autorità stanno esaminando le motivazioni dietro questo presunto depistaggio. Una delle ipotesi è che Randazzo potesse risultare positivo a controlli antidroga, creando dunque un forte incentivo per coprire la sua responsabilità. Dall’altro lato, vi è la possibilità che nel passato vi sia stato un litigio tra Randazzo e Macciò, ma un altro portuale, coinvolto come testimone, ha riferito che non esistevano animosità né conflitti tra i due.
Le indagini proseguono per fare chiarezza su quanto accaduto e sull’atmosfera lavorativa all’interno del terminal Psa. Le autorità competenti stanno cercando atti concreti e testimonianze che possano rivelare la verità su questo tragico incidente e sull’eventualità di omissioni che avrebbero potuto prevenire l’evento. È importante sottolineare l’assoluta necessità di ottenere risposte concrete per le vittime e le loro famiglie.
Le persone coinvolte nelle indagini
Diverse figure sono state registrate nel fascicolo delle indagini. Oltre a Patrizio Randazzo, sono stati iscritti nel registro degli indagati anche Antonio Benvenuti, console della Culmv, e vari dirigenti del terminal Psa. La loro iscrizione nel registro rappresenta un atto formale che consente loro di partecipare alla perizia sul mezzo coinvolto. Inoltre, è possibile che per Randazzo emergano profili di responsabilità in relazione a controlli non effettuati sui dipendenti, mentre per i dirigenti del terminal potrebbero emergere irregolarità riguardanti i controlli sulle manovre delle ralle.
Nel complesso, la situazione attuale al terminal Psa di Pra’ richiede non solo l’applicazione della giustizia, ma anche interventi per garantire la sicurezza dei lavoratori e ridurre il rischio di tragiche circostanze in futuro. Le indagini continueranno a chiarire ogni aspetto della vicenda, contribuendo a un rapporto più sicuro e controllato per il personale portuale.