Una giornata al mare a Bacoli, alle porte di Napoli, si è trasformata in un vero caso quando a una famiglia è stato negato l’accesso alla battigia. Motivo? Un lido balneare, per non disturbare un matrimonio in corso, ha chiuso il passaggio, arrivando a far intervenire anche dei bodyguard. La vicenda ha subito fatto rumore, scatenando proteste a livello istituzionale e politico e riaccendendo il dibattito sui diritti di accesso al mare e i confini tra proprietà private e spazi pubblici.
Bacoli, la famiglia bloccata sulla battigia per una cerimonia privata
A Bacoli, piccolo comune vicino Napoli, una famiglia che voleva semplicemente passeggiare sulla battigia si è trovata davanti a un blocco imposto da un lido. Il gestore ha giustificato il divieto con la necessità di lasciare spazio agli sposi, impegnati in una sessione fotografica per il matrimonio. A far rispettare il divieto, oltre al personale del lido, c’erano anche dei bodyguard, che hanno di fatto impedito il passaggio.
L’episodio è avvenuto in pieno giorno e ha subito scatenato reazioni. Sul posto sono arrivate le forze dell’ordine per fare chiarezza. Non è ancora chiaro chi abbia fatto la segnalazione iniziale, ma la situazione ha spinto il sindaco di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione, e il deputato Francesco Emilio Borrelli, di Alleanza Verdi e Sinistra, a intervenire direttamente.
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Il caso ha acceso un acceso dibattito in città e sui social, soprattutto perché a essere coinvolta è stata una famiglia comune, che voleva solo godersi il mare senza creare problemi. Molti residenti e bagnanti si sono detti indignati, giudicando inaccettabile che un evento privato possa limitare l’accesso a una spiaggia e alla battigia, spazi tradizionalmente aperti a tutti.
Il diritto di tutti ad arrivare al mare: cosa dice la legge
Il caso di Bacoli porta a galla una questione importante: chiunque deve poter arrivare liberamente al mare. La legge italiana è chiara su questo punto. L’articolo 11 della legge 217 del 2011 stabilisce che l’accesso al mare e alla battigia deve essere garantito, senza barriere, anche quando ci sono stabilimenti balneari.
In pratica, le concessioni demaniali non possono bloccare o limitare il passaggio di chi vuole raggiungere la riva. La legge 296 del 2006 rafforza questa regola, obbligando i gestori a lasciare vie di accesso verso la spiaggia libera e il mare. È una protezione fondamentale, soprattutto nelle zone costiere più frequentate, dove spesso privatizzazioni e concessioni creano tensioni.
Nel caso di Bacoli, negare l’accesso alla famiglia va contro queste norme. E il fatto che siano state usate guardie private per impedire il passaggio durante una cerimonia privata rende la situazione ancora più grave dal punto di vista legale. Per questo le autorità locali sono intervenute, sottolineando l’importanza di rispettare un diritto sancito dalla legge e di difendere l’accesso per cittadini e turisti.
Il sindaco di Bacoli: “Non tollereremo privatizzazioni del mare”
Il sindaco di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione, ha preso posizione con decisione. Ha definito la vicenda “uno scandalo” e ha condannato senza mezzi termini la scelta del lido di chiudere l’accesso alla spiaggia. Ha ribadito che “non sarà tollerata nessuna forma di privatizzazione del mare e delle coste, che sono patrimonio della comunità.”
Della Ragione ha annunciato un piano per riorganizzare la gestione della costa e prevenire simili episodi in futuro. Tra le misure previste, ci saranno bandi per le concessioni demaniali che obbligheranno a mantenere almeno il 50% di spiaggia libera lungo tutto il litorale di Bacoli. Queste aree pubbliche saranno dotate di servizi come bagni, docce, passerelle e bagnini, per garantire a tutti un accesso dignitoso e sicuro.
Il sindaco vuole rompere con il passato, spesso segnato da gestioni poco trasparenti e rapporti opachi con la comunità. La sua è una vera e propria rivoluzione nella politica locale, che punta a valorizzare l’accessibilità e l’uso pubblico degli spazi costieri. Ha promesso che “l’amministrazione non si fermerà finché il progetto non sarà portato a termine,” segnando un cambio di passo culturale e amministrativo.
Il dibattito nazionale sulle concessioni balneari
La vicenda di Bacoli ha fatto scalpore anche fuori dai confini locali. A livello nazionale il tema dell’accesso al mare è tornato al centro del dibattito. Il deputato Francesco Emilio Borrelli ha sottolineato che episodi simili accadono spesso lungo le coste italiane, con gestori che chiudono l’ingresso per ragioni più o meno giustificate.
Borrelli ha chiesto un rafforzamento del rispetto delle leggi, soprattutto la 217/2011 e la 296/2006, per difendere i diritti dei cittadini da esclusioni ingiustificate. Negli ultimi anni, associazioni e cittadini hanno segnalato casi analoghi, dimostrando come il problema delle concessioni balneari e della gestione privata di spazi pubblici sia ben radicato.
Il dibattito ha portato a richieste di maggiori controlli, trasparenza e regole più severe, per evitare che interessi commerciali prevalgano sui diritti di accesso. Il caso di Bacoli è diventato un esempio concreto della necessità di interventi istituzionali e di una revisione delle pratiche nelle località marine italiane.
La pressione politica, sia locale che nazionale, rimane alta e continuerà a vigilare su casi simili per proteggere l’uso pubblico di coste e mare.
Questa storia di Bacoli mette in luce il continuo scontro tra il diritto di tutti di godersi la spiaggia e gli interessi privati che ancora tentano di prevalere, confermando quanto sia importante mantenere alta la guardia e cambiare davvero la gestione delle coste italiane.