Il torneo degli US Open 2025, uno degli eventi sportivi più seguiti dell’anno, si svolge tra la passione del pubblico e qualche tensione legata alla legalizzazione della cannabis a New York. Tra i protagonisti in campo, il tennista norvegese Casper Ruud ha scelto di raccontare una realtà che riguarda non solo il torneo ma anche la città ospitante. Non è un dettaglio trascurabile: in molti luoghi pubblici della Grande Mela l’odore di marijuana è ormai parte dell’atmosfera quotidiana.
Casper Ruud parla del disagio legato all’odore di marijuana in campo
Casper Ruud si prepara al primo turno degli US Open 2025 contro l’austriaco Ofner, ma nel corso di un’intervista con Danmarks Radio ha voluto mettere in luce un ostacolo che incontra ogni giorno a Flushing Meadows. Ruud ha definito l’odore di cannabis “ovunque”, anche negli spazi in cui si disputa il torneo. Ha sottolineato che per chi è in campo, la situazione crea un disagio notevole: “È fastidioso giocare mentre qualcuno si fuma una canna vicino a te”. Il tennista norvegese ha descritto come questa esperienza “non sia piacevole” per chi deve dare il massimo, soprattutto dopo ore di partita e fatica fisica.
Ruud ha aggiunto che attualmente non esistono rimedi efficaci per risolvere questa situazione, perché “la legge non si cambia facilmente”. Dal 2021, nello Stato di New York la cannabis è resa legale e largamente tollerata, perciò chi frequenta i luoghi pubblici, inclusi i parchi vicino agli impianti sportivi, può farne uso senza timore di interventi delle forze dell’ordine. Questa realtà impone ai giocatori e agli spettatori una convivenza con gli effetti di questa normativa che non tutti trovano comoda o adatta agli eventi sportivi.
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La legalizzazione della cannabis a New York e il suo impatto sui grandi eventi pubblici
Nel 2021, lo Stato di New York ha modificato le leggi sul consumo di cannabis, rendendolo legale per uso ricreativo e depenalizzandolo in diversi contesti pubblici. Questa scelta politica ha portato a una diffusione evidente e permanente dell’odore di marijuana in molte aree frequentate dalla popolazione, soprattutto nelle metropoli. New York, città che ospita gli US Open nell’area di Flushing Meadows, ha visto aumentare questi fenomeni anche in occasione di manifestazioni sportive.
La presenza costante del profumo di cannabis durante il torneo sta creando situazioni di disagio a più livelli, in particolare per chi deve competere a livelli elevati e richiede la massima concentrazione possibile. Gli organizzatori, in un ambiente dove la legge statale consente il consumo aperto, sembrano aver poche possibilità di imporre restrizioni severe sul fumo e la sua percezione nelle vicinanze del campo. A New York, questa regolamentazione ha modificato una parte della vita pubblica e ora si riflette su eventi internazionali come gli US Open, restituendo una nuova dimensione al contesto cittadino e sportivo.
Precedenti effetto cannabis agli Us Open: testimonianze di altri tennisti in campo
Il problema dell’odore di cannabis agli US Open non è nuovo, alcuni tennisti di alto profilo si sono già espressi in passato su questa situazione. Nel 2023, Alexander Zverev, numero tre al mondo, aveva raccontato in modo chiaro sua esperienza sul campo 17, paragonandolo a “essere nel salotto di Snoop Dogg”, un riferimento diretto alla presenza massiccia di fumo e odore nel luogo dell’allenamento e di gioco.
Anche Maria Sakkari, durante il torneo, aveva manifestato il suo disagio per il forte odore proveniente dal vicino Corona Park. Questi episodi confermano come quella che in principio poteva essere una segnalazione isolata, sia diventata una costante dell’estate newyorkese durante lo svolgimento del prestigioso slam. La legalizzazione ha intensificato la presenza di questi odori rendendoli difficili da ignorare, soprattutto per gli sportivi in gara.
Tutti questi elementi mostrano che agli US Open 2025, così come negli anni passati, la convivenza tra tradizione sportiva internazionale e particolarità della città di New York si traduce in un equilibrio delicato, a volte scomodo per chi vive da vicino il torneo.
Le parole di Ruud gettano luce su una realtà condivisa da molti atleti che calano i piedi nel cemento di Flushing Meadows, portando all’attenzione del mondo sportivo un dettaglio finora affrontato con leggerezza ma che impatta concretamente sulla svolta delle partite.