Astronomi captano segnale radio da galassia lontana usando lente gravitazionale e radiotelescopio indiano

Un team di astronomi ha rilevato un segnale radio da una galassia a 8,8 miliardi di anni luce usando la lente gravitazionale e il radiotelescopio gmrt in India per studiare l’universo primordiale
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Segnale radio da galassia remota rilevato con lente gravitazionale e radiotelescopio indiano. - Gaeta.it

Un gruppo di astronomi ha intercettato un segnale radio inviato da una galassia situata a 8,8 miliardi di anni luce dalla Terra. L’osservazione ha richiesto l’impiego di un radiotelescopio potente in India e la tecnica della lente gravitazionale, che ha permesso di rilevare un segnale emesso quasi 5 miliardi di anni fa. Queste scoperte aprono nuove strade per lo studio delle galassie remote e innescano interrogativi importanti sul passato dell’universo.

L’utilizzo della lente gravitazionale per osservare galassie distanti

La lente gravitazionale serve ad aumentare la luminosità apparente degli oggetti celesti distanti sfruttando la curvatura dello spazio-tempo provocata da masse molto grandi. Quando la luce di una galassia lontana attraversa la forza gravitazionale di una galassia più vicina, questa si piega e si amplifica. È come se la galassia vicina agisse da lente naturale gigante, consentendo a strumenti terrestri di rilevare segnali troppo deboli o lontani per essere visti normalmente.

Questa tecnica, prevista dalla teoria della relatività generale di Einstein, si conferma sempre più indispensabile per esplorare i confini dell’universo osservabile. Nel caso specifico, gli astronomi hanno studiato il segnale proveniente dalla galassia SDSSJ0826+5630. La sua luce, distorta dalla lente gravitazionale, giunge fino a noi dopo un viaggio durato circa 8,8 miliardi di anni, permettendo di guardare indietro nel tempo fino a un’epoca in cui l’universo aveva meno di 5 miliardi di anni. Tale approccio apre nuovi scenari per comprendere meglio la formazione e l’evoluzione delle galassie primordiali, focalizzandosi su dettagli altrimenti impossibili da osservare.

Il segnale radio captato e il suo significato per lo studio cosmologico

Il segnale individuato arriva da SDSSJ0826+5630, una galassia la cui emissione risale a un periodo in cui l’universo contava circa 4,9 miliardi di anni di età. La distanza di questa galassia implica che la sua luce e le onde radio hanno impiegato quasi 9 miliardi di anni per raggiungerci, considerato che lo spazio si espande continuamente. Il rilevamento di onde radio da una fonte così lontana offre dati preziosi sulla radiazione elettromagnetica emessa da corpi cosmici antichi.

Questi segnali aiutano gli scienziati a tracciare la storia dell’universo e a capire meglio la struttura e l’attività delle galassie in un’epoca remota rispetto alla nostra. Mappare le onde radio emesse da galassie distanti mostra anche come si distribuiscono materia ed energia nell’universo, contribuendo a chiarire numerosi processi fisici che interessano l’evoluzione cosmica. In particolare, la radioastronomia amplia lo spettro di osservazione rispetto alla luce visibile, rivelando fenomeni nascosti ad altri strumenti ottici.

Il ruolo dei radiotelescopi a bassa frequenza nella ricerca radioastronomica

L’osservazione effettuata è stata possibile grazie all’uso del radiotelescopio gigante Metrewave , situato in India. Questo strumento opera a frequenze radio molto basse e ha permesso di captare il debole segnale inviato dalla galassia lontana grazie a una sensibilità notevole. La radioastronomia sfrutta le onde radio emesse da varie sorgenti cosmiche, offrendo una vista differente rispetto alla luce visibile, raggi X o raggi gamma.

Il GMRT rappresenta un punto di riferimento per rilevare segnali da regioni remote dello spazio, molte delle quali invisibili ad altri telescopi. In modo particolare, i radiotelescopi a bassa frequenza risultano fondamentali per studiare l’universo primordiale, individuare la distribuzione di gas e polveri tra le galassie e analizzare fenomeni che si manifestano prevalentemente nelle bande radio. L’arrivo di queste scoperte rafforza l’importanza di strumenti come il GMRT per la ricerca scientifica e sottolinea la necessità di proseguire l’osservazione con apparecchi sempre più sensibili.

Nuovi studi e analisi approfondite potranno chiarire ulteriormente le informazioni contenute nei segnali raccolti, migliorando la comprensione sia della galassia SDSSJ0826+5630 sia del contesto cosmologico in cui essa si trova.


[1] Fonti: Chakraborty & Roy/NCRA-TIFR/GMRT; McGill University; University of Sydney.