La difficoltà delle automobili statunitensi a farsi largo in europa riflette dinamiche antiche e complesse, che risalgono a decenni di differenze industriali, culturali e commerciali. Un’analisi recente di JATO Dynamics delinea i motivi che portano a uno squilibrio commerciale tuttora presente, segnalando come questo fenomeno sia legato più a scelte produttive e normative che ai soli dazi doganali. Nel 2025, questo tema resta centrale per i mercati dell’auto, visti i tentativi americani di riequilibrare la bilancia commerciale verso l’europa.
Uno squilibrio commerciale radicato oltre i dazi
Il rapporto pubblicato da JATO Dynamics, intitolato “Comprendere lo squilibrio commerciale tra stati uniti ed europa”, evidenzia che il disequilibrio va oltre le tariffe doganali. Fino al 2024, l’europa applicava un dazio del 10% sulle auto importate dagli stati uniti, mentre gli usa imponevano un carico più basso, del 2,5%, sui veicoli europei.
Questo squilibrio non nasce solo da queste differenze tariffarie. Anni di strategie industriali, normative diverse e gusti culturali hanno creato un divario permanente. L’equilibrio commerciale tra i due continenti è frutto di un’evoluzione strutturale che si è consolidata nei fatti: da un lato, le produzioni locali e le importazioni negli stati uniti mostrano caratteristiche particolari; dall’altro, l’europa mantiene una posizione differente per composizione e preferenze.
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Nel 2024, negli stati uniti sono stati venduti 16,09 milioni di veicoli leggeri, ma solo il 61% di questi era prodotto localmente. L’imponente quota del restante 39% di auto importate rappresenta il valore più alto tra i mercati avanzati. L’europa si ferma invece al 26% di auto importate sulle nuove immatricolazioni, mentre altre aree come la corea o il giappone evidenziano percentuali ancor più basse.
Ciò significa, in pratica, che il mercato americano dipende molto dalle importazioni provenienti da paesi diversi, compresa l’europa stessa. Questo è uno degli aspetti che contribuisce all’attuale squilibrio commerciale con l’europa.
Le auto europee conquistano gli stati uniti ma non il contrario
Il documento di JATO Dynamics mette in luce un altro elemento che incide sul ritorno commerciale delle auto americane sul mercato europeo: le preferenze e i gusti dei consumatori. Le auto prodotte in europa vendono bene negli stati uniti, con oltre 821.000 esemplari immatricolati nel 2024. Al contrario, il numero di auto americane che arrivano in europa si attesta su circa 188.000 vetture, stabilendo un rapporto di quasi 4 a 1.
Questa disparità si spiega ragionando sul tipo di prodotti offerti dagli stati uniti. Sono poche le marche americane capaci di adattare i loro modelli alle richieste globali. Tesla è tra quelle eccezioni, ma la maggior parte delle case automobilistiche americane fatica a dare vita a modelli con appeal internazionale.
La fetta più ampia della produzione americana privilegia veicoli ingombranti e potenti, orientati al mercato domestico, risultando meno richiesti in europa. L’europa, grazie a una maggiore varietà e adattabilità dei modelli, riesce a inserirsi più facilmente sul mercato americano.
La preferenza americana per i veicoli di grandi dimensioni come fattore chiave
Dietro questo squilibrio, pesa molto la predilezione degli automobilisti statunitensi per veicoli più grandi. Nel 2024, i SUV rappresentano una quota simile nelle vendite di entrambi i mercati: 57% negli stati uniti e 52% in europa. Ma, quando si guarda soltanto ai SUV lunghi oltre 5 metri, il divario si allarga: americani li scelgono nel 21% dei casi, europei appena nel 2,4%.
A ciò si aggiunge la passione americana per i pick-up. Negli stati uniti se ne sono venduti quasi 3 milioni nel 2024, mentre in europa le vendite si fermano a circa 156 mila. “Questo è un segnale chiaro delle scelte divergenti che orientano la produzione e la domanda”.
I costruttori americani, concentrandosi su grandi SUV e pick-up, hanno realizzato un business redditizio ma limitato al mercato interno. La ridotta attrattiva di questi mezzi fuori dagli stati uniti ha spinto le aziende a concentrare lì la loro attenzione, riducendo la loro presenza commerciale internazionale.
Al contrario, le aziende europee hanno creato una gamma più ampia di modelli, capaci di entrare in mercati diversi, compresi gli stati uniti, modulando la produzione secondo i gusti più vari e ampliando la propria presenza globale.
Come lo squilibrio influisce sull’industria automobilistica globale
L’indagine di JATO Dynamics commenta anche l’impatto di questo squilibrio sul futuro dell’industria autoveicolare. Se gli stati uniti insistono su politiche protezioniste, come già avvenuto nel 2024, potrebbero causare cambiamenti nei flussi commerciali e nelle strategie produttive.
Le aziende americane potrebbero sentirsi spinte a modificare la propria offerta, inserendo prodotti più in linea con le richieste europee per riconquistare quote di mercato. Al tempo stesso, questa situazione può spingere l’europa a cercare una maggiore presenza negli stati uniti e in altri mercati, muovendosi verso un equilibrio più bilanciato.
A emergere è la complessità di un settore dove logiche culturali, scelte industriali e regolatori commerciali si intrecciano. Il mercato delle automobili resta globale, ma con caratteristiche che rimangono molto diverse tra usa e europa, influenzando vendite e investimenti.
L’analisi di JATO Dynamics offre uno sguardo dettagliato su queste dinamiche, mostrando come la semplice comparazione di numeri nasconda un mondo di fattori interconnessi che modellano l’industria. Al centro c’è il tentativo di bilanciare vantaggi e svantaggi commerciali tra due grandi potenze dell’automotive.