Il rapporto tra Washington e Kiev resta teso dopo un episodio che ha coinvolto il vice presidente americano Jd Vance e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lunedì scorso, poco prima di un incontro nello Studio Ovale con l’ex presidente Donald Trump, Vance ha rivolto a Zelensky un avvertimento: “comportati bene”. Questo episodio riflette le difficoltà nelle relazioni tra Stati Uniti e Ucraina, in un momento delicato della guerra con la Russia e delle tensioni internazionali.
Avvertimento diretto di Jd Vance a Zelensky prima dell’incontro con Trump
Poco prima dell’incontro nello Studio Ovale, il vice presidente Jd Vance ha detto a Zelensky: “Signor Presidente, finché si comporterà bene, non dirò nulla”. Lo ha raccontato lo stesso Vance in un’intervista a Fox News, sottolineando un tono controllato ma fermo. Zelensky ha risposto con un sorriso, senza mostrare segni di contestazione o nervosismo.
Il fatto che Vance si rivolga così direttamente a un capo di Stato straniero, soprattutto in un contesto ufficiale, indica una relazione complessa tra Stati Uniti e Ucraina. Vance non si è limitato a un consiglio informale, ma ha imposto una condotta da seguire per mantenere la calma nel colloquio con Trump. L’episodio evidenzia anche la presenza di posizioni critiche e rigide verso Zelensky all’interno della politica americana, nonostante il sostegno militare e politico in corso.
Leggi anche:
Precedenti tensioni tra Jd Vance e Zelensky durante incontri ufficiali
Il confronto tra Jd Vance e Volodymyr Zelensky non è isolato, ma fa parte di uno scambio più ampio e acceso. A febbraio, durante un altro incontro nello Studio Ovale, Vance aveva rimproverato Zelensky definendolo “irrispettoso”. In quell’occasione, Zelensky non aveva ringraziato pubblicamente gli Stati Uniti per gli aiuti militari inviati a sostegno contro l’invasione russa.
Quel rimprovero rifletteva una forte tensione politica e diplomatica. Vance si aspettava un riconoscimento più esplicito da parte di Zelensky, mentre la risposta del presidente ucraino era stata più cauta e, secondo alcuni, evasiva. L’episodio aveva creato imbarazzo e divisioni evidenti tra Stati Uniti e Ucraina in un momento cruciale del conflitto, mettendo in luce anche dissidi interni alle posizioni americane sul futuro rapporto con Kiev.
Le parole di Vance rischiano di imprimere un tono severo alla diplomazia, con un atteggiamento di controllo e imposizione. Questi comportamenti tra rappresentanti di Paesi alleati sollevano dubbi sulla coesione e sul modo di operare della cooperazione internazionale in periodi di crisi.
Il contesto politico delle relazioni tra Trump, Zelensky e Vance nel 2025
L’incontro di lunedì mostra un quadro politico complesso in cui si muovono Trump, Zelensky e Vance. Trump ha recentemente incontrato Vladimir Putin ad Anchorage, discutendo di un possibile vertice trilaterale con Zelensky per cercare una soluzione diplomatica alla guerra. Trump ha proposto negoziati rapidi e una posizione di neutralità per l’Ucraina, escludendo però l’ingresso di Kiev nella Nato e modificando così la tradizionale linea di sostegno americana.
Zelensky ha cercato di ringraziare Trump per le armi fornite, ma non ha ottenuto garanzie di sicurezza o territoriali. Questa difficoltà si riflette negli atteggiamenti più duri di figure come Vance, che intervengono con richiami diretti come “comportati bene” rivolti al presidente ucraino.
Le tensioni all’interno del campo occidentale sono evidenti. Vance rappresenta una corrente interna americana che pretende riconoscimenti e una linea politica precisa da Kiev, mentre Trump cerca di rimodellare il quadro diplomatico con nuove condizioni. Da Kiev arriva una posizione prudente, che deve bilanciare molteplici pressioni internazionali, militari e politiche, mentre la guerra resta sullo sfondo.
Questi incontri e tensioni tra i leader influenzeranno la diplomazia internazionale nei prossimi mesi. Resta da vedere come Zelensky saprà muoversi tra richieste pressanti, avvertimenti diretti e l’incertezza di una strategia condivisa tra Stati Uniti e alleati.