Operazione "Caro Estinto": 67 arresti per affari illegali nella gestione dei defunti a Napoli

Operazione “Caro Estinto”: 67 arresti per affari illegali nella gestione dei defunti a Napoli

L’operazione “Caro Estinto” a Napoli ha portato all’arresto di 67 persone coinvolte in un sistema di corruzione e truffa nella gestione dei defunti, rivelando gravi illiceità nel settore funebre.
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Operazione "Caro Estinto": 67 arresti per affari illegali nella gestione dei defunti a Napoli - Gaeta.it

La recente operazione “Caro Estinto” ha scosso Napoli, svelando un intricato sistema di corruzione, falsificazione e truffa che si è annidato nella gestione dei defunti. Le indagini condotte dai carabinieri del NAS, sotto la supervisione della Procura di Napoli, hanno portato all’arresto di 67 persone, inclusi dirigenti medici, funzionari pubblici e imprenditori del settore funebre. Questo articolo analizza i dettagli di una delle inchieste più significative degli ultimi anni riguardo alla criminalità organizzata nell’ambito sanitario.

Gli arresti e la portata dell’inchiesta

Le indagini hanno visto coinvolti numerosi soggetti, tra cui cinque dirigenti medici dell’ASL Napoli 1 Centro, funzionari dell’ufficio di stato civile comunale e circa trenta imprenditori nel settore delle pompe funebri, alcuni dei quali sono già deceduti. Questo groviglio di connivenze ha messo in evidenza un vero e proprio business illegale gestito a spese delle famiglie in lutto. I carabinieri del NAS hanno arrestato i sospetti sia in carcere che agli arresti domiciliari, ponendo fine a un’attività criminale che ha avuto ripercussioni su migliaia di cittadini.

Durante una conferenza stampa, il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, e il procuratore aggiunto, Sergio Amato, hanno illustrato in dettaglio le modalità operative del sistema. La difficile situazione della gestione dei defunti ha comportato la registrazione di oltre 300 episodi di illiceità in un periodo di due anni, documentati con riprese video e testimonianze.

Falsificazione e corruzione: i reati contestati

I reati possono essere riassunti in un ampio ventaglio, che include associazione per delinquere, truffa, falso, corruzione e assenteismo. Parte del meccanismo illecito riguardava la gestione dei test del DNA per identificare i defunti. I medici legali, invece di effettuare personalmente i test, delegavano i titolari delle pompe funebri, i quali utilizzavano kit già firmati e conservati nelle loro strutture. Le parole di Gratteri mettono in luce la gravità della situazione: gli esami non venivano svolti da professionisti, risultando così una seria violazione delle norme sanitarie.

In aggiunta, i militari del NAS hanno condotto perquisizioni che hanno portato al sequestro di decine di kit per test del DNA e somme di denaro. Questa azione si è concentrata principalmente nel distretto sanitario di Chiatamone, un’area già oggetto di precedenti indagini per episodi di frode legati ai cosiddetti “falsi invalidi”.

Assenteismo e certificati fraudolenti

L’inchiesta ha rivelato anche significativi casi di assenteismo tra il personale del settore sanitario, oltre a pratiche illecite nella concessione di certificati per pass disabili, anch’essi rilasciati per un corrispettivo economico. Gratteri ha spiegato che questa indagine tocca vari ambiti, non limitandosi a interessare soltanto medici e dipendenti pubblici, ma coinvolgendo anche le società che operano nel settore delle pompe funebri.

L’importanza dell’operazione risiede non solo nella repressione di questi crimini, ma anche nella salvaguardia dei diritti dei cittadini. L’affermazione del procuratore Gratteri sui “67 presunti innocenti arrestati” sottolinea l’enorme impatto di un sistema che ha dichiaratamente abusato delle famiglie già in lutto, cercando di lucrarci.

Il futuro della gestione dei defunti a Napoli

L’operazione “Caro Estinto” rappresenta un passo significativo contro un fenomeno che ha trasformato la morte in un’opportunità di guadagno, contravvenendo a principi etici e normativi fondamentali. La porta aperta dalle indagini offre ora uno slancio verso un’accurata riflessione sulla gestione dei servizi funebri e sanitari nella regione. Con il processo che si prepara a iniziare, le autorità competenti avranno l’opportunità di ripristinare la legalità e la dignità necessarie in questi momenti di grande vulnerabilità umana.

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