Coldiretti Sardegna preoccupata per il dazio del 15% su Pecorino romano e prodotti italiani negli Usa

Il dazio del 15% imposto dagli Stati Uniti colpisce l’export agroalimentare italiano, in particolare il pecorino romano sardo, causando cali di vendita e rischi per produttori e consumatori.
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Dazi Usa al 15%, Coldiretti Sardegna teme ripercussioni sul Pecorino Romano. - Gaeta.it

L’introduzione da parte degli Stati Uniti di un dazio del 15% su vari prodotti agroalimentari italiani ha suscitato preoccupazione tra gli esportatori, in particolare in Sardegna, dove il Pecorino romano rappresenta un’importante voce dell’export. Queste nuove tariffe stanno già rallentando le vendite verso il mercato americano, mettendo a rischio la situazione dei produttori locali. Coldiretti Sardegna segue con attenzione gli sviluppi e chiede interventi politici per tutelare la filiera.

Il dazio del 15% colpisce un mercato consolidato dell’agroalimentare italiano verso gli Usa

Dal 2025, il governo statunitense ha imposto un dazio del 15% su prodotti agroalimentari italiani, tra cui formaggi e vini, con un impatto diretto sulle esportazioni. Questa misura ha interessato in particolare il Pecorino romano, prodotto tradizionale della Sardegna esportato da oltre 140 anni negli Stati Uniti. Secondo Coldiretti, le vendite di prodotti italiani nel mercato americano sono calate del 2,9% già a giugno 2025, segnalando una prima flessione. Il valore coinvolto da questa nuova barriera commerciale si aggira su centinaia di milioni di euro, con effetti immediati sulle aziende italiane.

I dazi hanno creato squilibri nel commercio tra Italia e Stati Uniti, generando incertezza per le imprese. I produttori si trovano ora a dover sostenere costi aggiuntivi che possono essere trasferiti ai consumatori o assorbiti direttamente, con rischi concreti per la sostenibilità economica delle aziende. A livello diplomatico, l’Unione Europea sta negoziando con Washington per ottenere esenzioni o riduzioni, ma finora non ci sono risultati ufficiali. Nel frattempo, il settore osserva con attenzione gli sviluppi auspicando interventi tempestivi.

Il Pecorino romano, pilastro dell’export sardo, sotto pressione dai dazi

Il Pecorino romano resta uno dei simboli dell’export agroalimentare sardo verso gli Stati Uniti, con un ruolo strategico per tutta la filiera locale. Oltre il 33-35% della produzione di questo formaggio finisce nelle mense americane, a testimonianza di un legame commerciale consolidato. Ora che è soggetto a dazi allo stesso livello dei vini, il prodotto subisce un duro colpo. Per la prima volta paga una tariffa negli Usa, mercato in cui era abituato a vendere senza oneri aggiuntivi.

Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna, evidenzia l’importanza di mantenere una collaborazione trasparente tra chi commercializza il Pecorino. “Il rischio è che i dazi ricadano sui produttori più fragili, danneggiando chi lavora quotidianamente per portare il formaggio sulle tavole americane.” La preoccupazione riguarda anche i consumatori, che potrebbero affrontare aumenti di prezzo a causa dei costi extra imposti dal dazio.

Il mercato americano del Pecorino ha una storia ultracentenaria; il cambiamento in atto complica rapporti commerciali consolidati da generazioni. Coldiretti invita a riflettere sulle conseguenze di questa barriera tariffaria e sollecita attenzione da parte degli operatori per evitare effetti negativi sulle fasce più vulnerabili della filiera.

Le speranze di Coldiretti su diplomazia e interventi politici per superare la crisi

Di fronte alle difficoltà generate dal nuovo dazio, Coldiretti guarda con fiducia all’azione diplomatica e alle iniziative politiche che possano riportare la situazione alla normalità. L’organizzazione ricorda strumenti adottati in passato come il Pegno rotativo, il Bando indigenti e il premio all’esportazione, utili a sostenere le aziende in momenti simili. Un loro possibile ritorno rappresenterebbe un aiuto concreto nelle trattative e nelle conseguenze pratiche causate dal dazio.

Un altro elemento di sollievo in questi mesi è il cambio favorevole tra euro e dollaro, che permette di recuperare in parte il valore perso a causa dei costi aggiuntivi imposti dagli Stati Uniti, attenuando almeno parzialmente l’impatto economico sulle esportazioni italiane. Restano però molte incognite, soprattutto sui tempi e le modalità con cui politiche e commercio potranno adattarsi a questa nuova situazione.

Coldiretti Sardegna auspica che i rapporti tra autorità italiane, europee e americane conducano a intese rapide. La richiesta è di eliminare definitivamente le barriere tariffarie applicate ai prodotti italiani per non compromettere mercati fondamentali per le produzioni locali. Le prossime settimane saranno decisive per capire se i negoziati potranno portare risultati a vantaggio di produttori e consumatori.


Questa situazione mette in luce le difficoltà dell’export agroalimentare italiano verso gli Stati Uniti, mettendo sotto pressione tradizioni importanti come quella del Pecorino romano. Coldiretti Sardegna segue con attenzione ogni sviluppo, pronta a intervenire e a chiedere risposte che non penalizzino la filiera e i consumatori.