L’Aquila – Una gita in solitaria si è trasformata in tragedia sul Monte Prena, uno dei punti più noti del Gran Sasso. Un uomo di 44 anni, originario dell’Aquila, è stato ritrovato senza vita dopo una lunga giornata di ricerche da parte dei soccorritori. L’episodio mette in luce i pericoli legati alle escursioni in montagna, soprattutto in ambienti difficili come quelli del Gran Sasso, dove il tempo può cambiare in fretta. Diverse squadre hanno lavorato tutta la notte per cercare di rintracciare l’uomo scomparso.
Scomparsa improvvisa, scattano le ricerche sul Monte Prena
L’escursionista aveva deciso di affrontare da solo un percorso sul Monte Prena, un’attività molto diffusa tra chi cerca la sfida e ama i panorami del Gran Sasso. È partito ieri, ma non è mai tornato a casa. La famiglia, preoccupata per il suo silenzio e impossibilitata a contattarlo via radio o telefono, ha allertato i soccorsi intorno alle 19. Da lì è partita la macchina delle ricerche.
Il primo problema è stato capire da dove fosse partito l’uomo. L’unica certezza era la destinazione, il Monte Prena, ma non si sapeva esattamente da dove avesse iniziato il cammino. Questa incertezza ha complicato le operazioni, costringendo i soccorritori a perlustrare un’area vasta e impervia, con sentieri poco frequentati e un terreno difficile.
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Le ricerche si sono concentrate intorno al Gran Sasso, in particolare verso Fonte Vetica e i pendii del Monte Camicia. È stato il ritrovamento dell’auto dell’escursionista, parcheggiata proprio ai piedi del Monte Camicia, a dare un punto di riferimento per le ricerche. Da lì le squadre hanno potuto concentrare gli sforzi nelle ore successive.
Il Soccorso Alpino e i Vigili del Fuoco hanno svolto un ruolo chiave: le squadre a terra hanno perlustrato creste e sentieri, mentre un elisoccorso sorvolava la zona per individuare segnali dall’alto. Si sono aggiunte anche unità cinofile specializzate nella ricerca di persone scomparse nei boschi, mentre il personale medico del 118 era pronto a intervenire in caso di emergenza. Grazie a questa combinazione di mezzi e uomini, le ricerche sono andate avanti per tutta la notte, nonostante il buio e le difficoltà del terreno.
Il ritrovamento e le difficoltà del recupero sul Monte Prena
All’alba, una delle squadre ha trovato il corpo senza vita dell’escursionista. Non sono state rese note le condizioni in cui è stato rinvenuto, ma era ormai troppo tardi per qualsiasi intervento. Il recupero è stato complicato dal terreno impervio del Gran Sasso, con pendenze ripide e tratti rocciosi che hanno reso rischiosa la salita anche per i soccorritori.
Le autorità hanno adottato tutte le precauzioni possibili per trasportare il corpo senza peggiorare la situazione. Il Monte Prena, famoso per i suoi paesaggi ma anche per le sue insidie, ricorda con questo episodio quanto sia importante rispettare i propri limiti e prestare attenzione alle condizioni ambientali in montagna. Nei giorni scorsi, temporali e cambiamenti improvvisi del tempo avevano già reso alcune zone del massiccio pericolose, evidenziando quanto sia fragile chi si avventura in questi luoghi.
Le operazioni di recupero si sono concluse nella mattinata, mentre le squadre hanno iniziato a smontare l’attrezzatura dopo ore di lavoro. I familiari sono stati informati del tragico esito dopo un’attesa carica di speranza. Questa vicenda richiama l’attenzione sui rischi di camminare da soli in ambienti naturali difficili e sulla necessità di prepararsi con cura e prudenza, soprattutto in territori come il Gran Sasso, che regala bellezza ma può anche essere molto duro.