Il ruolo del cinema nei Giubilei del Novecento: l'intervento di monsignor Viganò a New York

Il ruolo del cinema nei Giubilei del Novecento: l’intervento di monsignor Viganò a New York

Monsignor Viganò analizza il ruolo cruciale del cinema e dei media nei Giubilei del 1950, 1975, 1983 e 2000, evidenziando un cambiamento nella rappresentazione del sacro nella comunicazione della Chiesa cattolica.
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Il ruolo del cinema nei Giubilei del Novecento: l'intervento di monsignor Viganò a New York - Gaeta.it

A New York, durante l’annuale meeting dell’American Catholic Historical Association, monsignor Dario Edoardo Viganò ha esplorato l’importanza del cinema nel contesto dei Giubilei del 1950, 1975, 1983 e 2000. Il suo intervento ha messo in luce un cambiamento significativo nella rappresentazione del sacro attraverso i media, in particolare come l’audiovisivo ha svolto un ruolo cruciale nella comunicazione della Chiesa cattolica.

La connessione tra cinema e Giubilei

Monsignor Viganò, presidente del centro di ricerca CAST dell’Università telematica internazionale Uninettuno e della Fondazione Memorie audiovisive del cattolicesimo, ha sottolineato il percorso di cinquant’anni che lega la Chiesa cattolica ai media di massa. L’accento è stato posto su quattro eventi giubilari particolari: il Giubileo del 1950 indetto da Pio XII, quello postconciliare del 1975 indetto da Paolo VI, e i Giubilei di Giovanni Paolo II nel 1983 e nel 2000. Questi eventi hanno rappresentato nuove opportunità per comunicare i valori e le tradizioni cattoliche, attrarre l’attenzione internazionale e coinvolgere un pubblico globale.

Viganò ha dichiarato che anche se i Giubilei presentavano differenze notevoli, avevano tutti in comune un elemento fondamentale: un “cambio di paradigma” nel modo in cui il sacro veniva rappresentato attraverso i media. Questo cambiamento è diventato particolarmente evidente nel Giubileo del 2000, il quale è stato definito il “primo Giubileo dell’era telematica”. Qui, l’audiovisivo ha assunto una posizione centrale, trasformando un evento tradizionale in un fenomeno globale grazie all’uso di nuove tecnologie.

L’importanza del Giubileo del 2000

Nel corso del suo intervento, Viganò ha evidenziato come l’anno 2000, sotto la guida di Giovanni Paolo II, abbia segnato un punto di svolta cruciale. La televisione, all’inizio del millennio, era uno strumento potente che superava nettamente quella del cinema. Giovanni Paolo II, tuttavia, ha mostrato un forte interesse per il mondo cinematografico e la sua personalità carismatica ha attratto le masse.

Durante il Giubileo, sono stati realizzati numerosi documentari e cortometraggi, dimostrando l’intento della Santa Sede di sfruttare le potenzialità del mezzo cinematografico per comunicare i messaggi giubilari. Viganò ha citato la scelta di coinvolgere il famoso regista Ermanno Olmi per dirigere la cerimonia di apertura della Porta Santa. Questo passo è stato una prova tangibile della strategia comunicativa della Chiesa, volta a trasformare un evento sacro in un’occasione di grande risonanza mediatica.

Il Giubileo del 1975: una prima storica

Il Giubileo del 1975 è stato anch’esso un momento significativo, non solo per la sua importanza religiosa ma anche per la sua portata mediatica. Per la prima volta, la cerimonia del 24 dicembre 1974 è stata trasmessa in mondovisione, grazie alla regia del noto regista Franco Zeffirelli. Durante un’intervista su questo evento, Zeffirelli ha rivelato alcune richieste della Santa Sede, come mantenere le telecamere a distanza da Paolo VI, evitando i primi piani del Pontefice. Questa scelta rifletteva una certa ritrosia nei confronti dei media, un’opinione opposta alla maggiore apertura mostrata durante i Giubilei successivi.

Viganò ha descritto Paolo VI come una figura più riservata, difficile da “decifrare” rispetto al suo predecessore Giovanni XXIII. Questa apparente ambivalenza ha creato delle sfide nel contesto di una comunicazione sempre più visiva, dove le immagini avevano un ruolo cruciale nel catturare l’attenzione di un vasto pubblico. Nonostante ciò, il Giubileo del 1975 è stato un evento di grande impatto, segnando una nuova fase nella relazione tra la Chiesa e la televisione.

Il Giubileo del 1950 e il potere del cinema

Il Giubileo del 1950 rappresenta un capitolo distintivo nella storia del rapporto tra il cinema e la Chiesa cattolica. In un’epoca in cui la televisione non aveva ancora raggiunto il suo apice, il cinema era il medium principale per la comunicazione visiva. Monsignor Viganò ha descritto questo evento come il “Giubileo cinematografico per eccellenza”, evidenziando che in quel periodo il cinema stava vivendo una fase di grande splendore.

La Chiesa ha riconosciuto l’importanza di questo strumento e ha accolto numerose richieste da parte dei cineasti di produrre film e documentari sul Giubileo. Persino studi di Hollywood si sono interessati, dimostrando la rilevanza culturale del momento. Tuttavia, la reazione non è stata omogenea all’interno della Chiesa. Alcuni ambienti più conservatori hanno criticato questa corsa al guadagno sulla sacralità dell’evento, etichettandola come una speculazione inappropriata. Nonostante le critiche, Viganò ha sottolineato che il cinema ha saputo costruirsi uno spazio significativo nel panorama comunicativo del Giubileo del 1950, un risultato che non è stato replicato nei giubilei successivi.

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