Don Vitaliano Della Sala: la bandiera palestinese in chiesa per la pace, no all’antisemitismo e distinzioni nette da Hamas

Don vitaliano espone la bandiera palestinese in chiesa a Mercogliano per esprimere solidarietà al popolo senza sostenere gruppi terroristici, invitando a pregare per la pace e condannando ogni forma di odio.
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Don Vitaliano espone la bandiera palestinese in chiesa: appello per la pace e condanna dell’antis - Gaeta.it

A Mercogliano, don Vitaliano Della Sala, parroco conosciuto per il suo impegno a favore delle vittime dei conflitti, ha esposto la bandiera della Palestina sull’altare durante la messa domenicale. Un gesto di solidarietà, che nasce dal richiamo evangelico a stare vicino a chi subisce ingiustizie. Lo fa in un momento delicato, segnato da tensioni internazionali e guerre che colpiscono soprattutto i civili. Don Vitaliano tiene a chiarire: quel vessillo rappresenta il popolo palestinese, non gruppi terroristici come Hamas. E respinge con fermezza le accuse di antisemitismo che spesso si rivolgono a chi esprime vicinanza alla causa palestinese.

Don Vitaliano alza la voce con un gesto di pace e vicinanza alle vittime

Nel tempo, don Vitaliano Della Sala si è fatto notare per azioni pensate e misurate, lontane da schieramenti politici. Già due anni fa aveva esposto in chiesa la bandiera dell’Ucraina, per mostrare solidarietà alle vittime di quel conflitto. Ora, nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Mercogliano, ha scelto di attirare l’attenzione sulla situazione palestinese con un simbolo chiaro: la bandiera nazionale. È una scelta prima di tutto etica e pastorale, ispirata dal Vangelo che invita a stare con gli oppressi e gli indifesi.

Don Vitaliano ha raccontato all’Adnkronos che questo gesto lo desiderava da tempo e l’ha realizzato proprio durante la messa domenicale, momento importante per la comunità. Vuole far emergere la sofferenza di un popolo coinvolto da anni in un conflitto che colpisce duramente tante famiglie. Invita tutti a pregare per chi soffre, senza schieramenti ideologici, ma con un appello a una pace vera, fondata sull’umanità condivisa. Un gesto che assume ancora più peso in un periodo in cui ogni parola pubblica viene scrutata con attenzione.

La bandiera palestinese non è un sostegno a Hamas, ma un segno per il popolo

Don Vitaliano chiarisce subito: esporre la bandiera non vuol dire appoggiare gruppi terroristici o ideologie estreme. La bandiera palestinese è, per lui, il simbolo di un popolo. Vuole superare letture semplicistiche o strumentali del conflitto israelo-palestinese. È fondamentale distinguere tra la popolazione civile, che vive condizioni durissime e chiede solo il riconoscimento dei propri diritti, e gruppi come Hamas, che rispondono con la violenza. Questa distinzione è anche un modo per evitare derive antisemite che a volte emergono nelle reazioni pubbliche.

Il messaggio di don Vitaliano è chiaro: sostenere il popolo palestinese non significa essere contro gli ebrei. Si tratta di chiedere rispetto e giustizia, riconoscendo la sofferenza di chi è travolto dalla guerra. Invita a guardare alla complessità della situazione senza cadere in semplificazioni o in odio etnico e religioso. In un momento in cui la politica tende a polarizzare, il parroco propone un approccio umano e pacifico.

Guerra e politica: la critica netta del parroco alle scelte di Netanyahu

Sul piano politico, don Vitaliano non nasconde la sua critica alle politiche del governo israeliano guidato da Netanyahu. Nel suo discorso emerge una condanna forte della guerra che colpisce soprattutto i civili palestinesi, vittime di un conflitto senza via d’uscita. La comunità internazionale osserva con preoccupazione l’aumento della violenza in territori contesi, dove ogni attacco coinvolge famiglie innocenti da entrambe le parti.

Don Vitaliano respinge con forza la guerra, definendola ingiusta e senza fine. Dice di non condividere le scelte del governo israeliano e spera in un cessate il fuoco, con il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese. Questa posizione rispecchia un sentimento diffuso in molte comunità di fede e non solo, che chiedono rispetto per la vita e la dignità umana al di sopra di qualsiasi politica. Il parroco denuncia ogni forma di violenza e invita a separare la politica dalla sofferenza delle persone.

Il messaggio di Don Vitaliano: stare con le vittime senza alimentare l’odio

Il cuore del messaggio di don Vitaliano Della Sala è la necessità di schierarsi dalla parte delle vittime, senza però alimentare nuovi odi. La sua esperienza, nata nel movimento no-global ai tempi del G8 di Genova, rende il suo richiamo ancora più forte e radicato in un impegno civile e sociale. Oggi chiarisce che si può sostenere la causa palestinese senza cadere in atteggiamenti antisemiti o giustificare il terrorismo.

Don Vitaliano usa parole precise per chiedere un dibattito civile, fondato sulla conoscenza e sulla distinzione delle responsabilità, non sulle semplificazioni. Nel 2025, in un clima ancora teso, invita a non smettere di riflettere sulla pace, a riconoscere la sofferenza degli altri e a opporsi con fermezza a ogni forma di odio. Chi si schiera con le vittime oggi dice no alla guerra e lancia un appello che va oltre confini, culture e religioni.

Le parole e i gesti di don Vitaliano Della Sala tengono alta l’attenzione sulle tragedie che attraversano il Medio Oriente e altre zone di conflitto. Dalla sua chiesa a Mercogliano arriva un segnale che cerca di unire fede e realtà, religione e diritti umani, senza rinunciare a una posizione di verità e solidarietà concreta.