Il turismo europeo verso gli Stati Uniti continua a rallentare in modo significativo. Quel che inizialmente poteva sembrare una flessione temporanea, legata a cause contingenti, si è trasformato in una tendenza stabile che coinvolge diverse aziende del comparto turistico. Gli effetti delle politiche introdotte durante l’amministrazione Trump, in particolare l’inasprimento delle tariffe doganali e il rafforzamento dei controlli alle frontiere, stanno spingendo verso un drastico ridimensionamento del flusso di visitatori europei diretti negli Usa. I dati di inizio 2025 confermano un calo marcato, che non risparmia alberghi, compagnie aeree e tour operator.
Andamento del turismo europeo verso gli stati uniti: i dati recenti e le cause principali
Nel primo trimestre del 2025, il numero di turisti provenienti dall’Europa e diretti negli Stati Uniti si è ridotto in modo significativo rispetto agli anni precedenti. Marzo ha segnato un calo del 17 per cento nella domanda complessiva, un segnale chiaro della difficoltà del mercato. Due tra le principali aziende turistiche a livello globale, Accor e Voyageurs du Monde, hanno comunicato ai rispettivi investitori un netto calo delle prenotazioni future, rispettivamente del 25% e del 20%.
Cause delle restrizioni
Le ragioni sono da ricercare nelle misure introdotte dall’amministrazione Trump, soprattutto il peggioramento delle condizioni per l’ingresso negli Usa. I controlli alle frontiere si sono inaspriti in modo netto e l’imposizione di nuovi dazi ha creato un clima di incertezza generale. Questi elementi, combinati, hanno portato a una maggiore difficoltà delle aziende turistiche nel pianificare viaggi e investimenti, condizionando fortemente la scelta dei viaggiatori europei che preferiscono destinazioni più accessibili.
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Impatto sulle aziende del settore turistico e aeroportuale statunitense
La situazione ha ripercussioni dirette sulle grandi catene alberghiere e sulle compagnie aeree statunitensi. In particolare, i gruppi alberghieri registrano una contrazione delle prenotazioni dai mercati europei, una fetta significativa dei clienti internazionali. Compagnie come Accor indicano un calo del 25% nelle prenotazioni dagli europei per le strutture negli Usa, un dato che evidenzia la perdita di appeal del paese quale meta turistica sotto le attuali condizioni.
Settore aereo in difficoltÃ
Dal punto di vista aereo, molte compagnie segnalano una riduzione delle rotte o un rallentamento nelle vendite di biglietti per voli transoceanici. Inoltre, gli investitori nel mercato azionario sono stati messi in guardia sulla possibilità di instabilità e debolezza del settore a breve termine, con effetti sulle azioni di compagnie aeree e catene alberghiere. Il calo della domanda rischia di generare una crisi che potrebbe protrarsi se le politiche restrittive non verranno mitigate o riviste.
Conseguenze politiche e aziendali dietro il calo del turismo: licenziamenti e tensioni commerciali
Non sono mancate tensioni anche all’interno delle strutture amministrative legate al turismo americano. Cinque membri su undici del consiglio di amministrazione di Brand Usa, l’agenzia statunitense che promuove il turismo, sono stati licenziati con una decisione che pare sia stata presa direttamente dalla Casa Bianca. Questo episodio riflette una volontà di controllo più stringente e un clima di instabilità anche sul piano delle strategie istituzionali.
A livello commerciale, il clima di incertezza si riflette nelle trattative di forniture strategiche. Ryanair, ad esempio, ha minacciato di cancellare ordini per centinaia di aeromobili Boeing a causa dei dazi statunitensi. La compagnia low cost ha valutato anche fornitori alternativi, ma problemi come la mancanza di certificazioni europee per alcuni produttori penalizzano soluzioni immediate. Questo scontro commerciale rallenta investimenti e progetti di crescita nel trasporto aereo collegato al turismo.
Paesi maggiormente colpiti e prospettive future secondo le aziende turistiche
Tra i mercati più colpiti da questo calo figurano non solo paesi europei come la Spagna, ma anche il Canada, l’Egitto e alcune nazioni dell’America Latina. Queste nazioni hanno registrato difficoltà a mantenere flussi turistici stabili verso gli Usa, a causa di barriere economiche e burocratiche crescenti. Per molte imprese, i mesi a venire restano incerti e saranno necessari segnali chiari da parte delle istituzioni per invertire la tendenza.
Il settore turistico globale resta in attesa di una possibile revisione delle politiche che limitano l’arrivo di visitatori non solo per ragioni economiche, ma anche per contenere l’immagine negativa a livello internazionale. L’evento dimostra quanto decisioni politiche possano impattare direttamente sulla mobilità internazionale e sulle dinamiche economiche di destinazioni chiave. Gli operatori sono costretti a rimodulare strategie e offerte per mantenere competitività in un contesto molto complesso.