Tre candidati denunciati a Trieste per uso di dispositivi illeciti durante l'esame di guida

Tre candidati denunciati a Trieste per uso di dispositivi illeciti durante l’esame di guida

Tre cittadini pachistani denunciati a Trieste per aver tentato di barare all’esame della patente usando smartphone nascosti. L’operazione della polizia ha svelato un inganno audace e premeditato.
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Tre candidati denunciati a Trieste per uso di dispositivi illeciti durante l'esame di guida - Gaeta.it

In un episodio di inganno ai danni della Motorizzazione Civile, tre cittadini pachistani sono stati denunciati dalla polizia locale di Trieste per aver tentato di barare durante la prova teorica per il conseguimento della patente di guida. Utilizzando smartphone nascosti sotto i vestiti, questi aspiranti conducenti cercavano di ricevere assistenza da qualcuno esterno all’esame tramite videochiamata. Questo episodio mette in luce i tentativi di frode che, purtroppo, si verificano in contesti di verifica delle abilità e delle competenze.

L’inganno degli smartphone

Il piano studiato dai tre candidati si rivelava particolarmente audace. Giunti nella sede della Motorizzazione, avevano attivato i loro smartphone in modalità videochiamata prima di entrare nella stanza d’esame. L’intento era chiaro: permettere a un complice di vedere il computer su cui avrebbero sostenuto l’esame e suggerire le risposte corrette. Nonostante il tentativo di passare inosservati, il comportamento sospetto di alcuni candidati ha sollevato i primi dubbi.

A far scattare l’allerta presso gli uffici della Motorizzazione Civile è stato un dirigente che, insospettito da un’osservazione anomala, ha richiesto l’intervento della polizia locale. Non passò molto tempo prima che gli operatori del Nucleo di polizia giudiziaria, in borghese, decidessero di infiltrarsi tra i candidati, preparandosi a monitorare la situazione.

L’operazione di controllo

A dicembre scorso, un approccio preventivo ha visto alcuni agenti misteriosamente tra gli aspiranti conducenti, in attesa dell’inizio dell’esame teorico informatizzato. Durante questo periodo, hanno utilizzato apposite attrezzature tecniche per verificare la presenza di dispositivi illeciti tra i partecipanti. L’operazione ha dimostrato di avere successo: gli agenti sono riusciti a individuare i tre candidati e a confermare che avevano smartphone nascosti, pronti a fornire informazioni durante l’esame.

Questa pratica di barare agli esami di guida non è nuova, ma varia di frequenza e modalità di attuazione. Le istituzioni preposte alla sicurezza e all’integrità degli esami di abilitazione si trovano ad affrontare un fenomeno che, sebbene con impegno, necessita di ulteriori misure di monitoraggio e verifica per garantire che tali situazioni non si ripetano.

Le conseguenze legali

I tre cittadini pachistani, rispettivamente di 34, 25 e 41 anni, si trovano ora ad affrontare una serie di accuse gravi che includono la falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti a titoli, nonché la falsità ideologica e falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale. Queste accuse non solo evidenziano la serietà dell’azione intrapresa, ma mettono anche in risalto il rigore con cui le autorità stanno affrontando la questione.

Le pene per tali reati possono variare, ma sicuramente comportano una visibilità legale significativa e possibili sanzioni. Questo caso serve da avvertimento per chiunque possa pensare di adottare metodi illeciti per superare prove ufficiali, dimostrando che la polizia e le istituzioni competenti sono pronte a intervenire in modo efficace contro le frodi.

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