Sequestro da oltre 500 mila euro per un trentenne albanese coinvolto in truffe nel settore turistico

Sequestro da oltre 500 mila euro per un trentenne albanese coinvolto in truffe nel settore turistico

La polizia di Stato ha sequestrato beni per oltre 500 mila euro a un trentenne albanese coinvolto in truffe turistiche, rivelando un sistema organizzato di attività illecite e riciclaggio.
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Sequestro da oltre 500 mila euro per un trentenne albanese coinvolto in truffe nel settore turistico - Gaeta.it

La polizia di Stato ha portato a termine un’importante operazione di sequestro di beni che coinvolge un trentenne di origine albanese residente nel comune di Gradara, in provincia di Pesaro-Urbino. Le indagini condotte dalla divisione antimafia hanno portato all’individuazione di un patrimonio significativo, frutto di attività illecite legate a truffe nel settore turistico. Il valore complessivo dei beni sequestrati supera i 500 mila euro e include un teatro situato nel centro abitato di Forlì, un immobile a Gradara, un costoso veicolo sportivo e ingenti disponibilità finanziarie.

Le accuse e i precedenti penali

Il trentenne albanese non è nuovo a problematiche legate alla giustizia, avendo già collezionato diversi reati contro il patrimonio, sia nella sua provincia che in altre località dell’Emilia Romagna. Le indagini hanno rivelato che l’uomo, attraverso un bonifico di beni immobili e mobili, avesse strutturato un sistema per la gestione di attività imprenditoriali illecite. Questo sistema mirava a mascherare i proventi derivati da truffe volte a danneggiare in particolare le vittime a lui considerate più vulnerabili nel contesto turistico.

Il modus operandi del trentenne era caratterizzato dall’utilizzo di prenotazioni di alberghi intestati a terzi di fiducia, nei quali si condividevano i profitti di queste operazioni malavitose. La sua attività è iniziata a prendere forma nel 2018 e si è sviluppata nel contesto del settore turistico, riscuotendo diverse caparre o il pagamento anticipato per soggiorni, solo per poi scomparire nel nulla, lasciando i clienti privi della possibilità di beneficiare delle proprie prenotazioni.

Il meccanismo delle truffe e il riciclaggio dei proventi

Le indagini patrimoniali hanno svelato un sistema organizzato di truffe che prevedeva la concentrazione dei proventi attuati attraverso una serie di attività illecite. I guadagni illeciti venivano poi inviati su conti correnti bancari sia italiani che esteri. Questa strategia complicava non di poco il lavoro delle forze dell’ordine, rendendo difficile il tracciamento dei movimenti finanziari, poiché i proventi erano spesso associati a carte di credito ricaricabili.

I numerosi reclami ricevuti dalle vittime hanno consentito di tracciare i flussi di denaro e di accertare l’ammontare complessivo delle truffe, che ha superato varie centinaia di migliaia di euro. Questa somma ha permesso al trentenne di accumulare un notevole patrimonio, composto da beni immobili e mobili, aggregato successivamente anche a seguito di provvedimenti di sequestro preventivo disposti dal tribunale di Rimini.

La situazione si sta delineando in una vasta rete di reati, che porta le autorità a monitorare più da vicino le attività commerciali e le operazioni finanziarie di soggetti ritenuti a rischio, per prevenire futuri abusi e proteggere i cittadini da truffe simili.

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