Gaeta si afferma come punto di incontro degli itinerari culturali nei porti del Mediterraneo
Nei centri urbani e lungo le coste del Mediterraneo, molti territori stanno cercando di affermarsi come nodi principali degli itinerari culturali europei, puntando a valorizzare al meglio le proprie caratteristiche storiche e geografiche. Gaeta si inserisce ormai in questo quadro con una strategia chiara: diventare un punto d’incontro fondamentale per i cammini legati ai porti mediterranei e ai percorsi storici che attraversano il Sud Italia. La volontà di potenziare questo ruolo si è manifestata senza mezzi termini durante una conferenza stampa cruciale, che ha visto convergere istituzioni locali e regionali attorno a progetti di sviluppo condiviso e innovativo.
L’incontro, guidato dal sindaco di Gaeta Cristian Leccese e dal presidente dell’Associazione SER.A.L., sigla che riunisce diversi comuni toccati dalla Via Francigena nel Lazio meridionale, si è focalizzato sulle azioni da intraprendere per rafforzare il sistema dei cammini e garantirne una fruibilità migliore per chi li percorre. Non si tratta solo di turismo ma di un complesso sistema culturale e sociale che coinvolge territori, cittadini e realtà educative. Un dettaglio che molti sottovalutano riguarda infatti l’importanza di dotarsi di studi e ricerche che mettano in luce gli aspetti ergonomici e pratici dei percorsi, migliorando la qualità dell’esperienza e l’attrattività complessiva.
Il tema è di crescente interesse anche per la Regione Lazio, che con una specifica delibera ha sottolineato la necessità di elaborare strumenti efficaci per una gestione moderna dei cammini, favorendo l’interscambio di best practice a livello nazionale ed europeo. Nel frattempo, il territorio intorno a Gaeta sta prendendo forma come un laboratorio per progetti innovativi che puntano a integrare trasversalmente scuola, comunità e istituzioni.
L’impegno delle scuole e la collaborazione con gli enti di ricerca
Uno degli aspetti rilevanti emersi in questa fase è il coinvolgimento diretto delle scuole, in particolare dell’Istituto Nautico Caboto e del Liceo E. Fermi, che hanno firmato un accordo con l’Istituto di Ricerca sulla Formazione Intervento (IRIFI) di Roma. Questo partenariato si propone di creare un programma formativo che permetta agli studenti di approfondire gli itinerari culturali europei passando con attenzione dai porti del Mediterraneo e dai cammini terrestri come la Francigena del Sud che segue l’antica via Appia.

Sarà interessante osservare come questi percorsi didattici riescano a stimolare negli studenti un approccio concreto e propositivo, con incontri programmati con i referenti dei maggiori cammini europei. Il lavoro di questi giovani viene considerato strategico per mettere a punto suggerimenti e innovazioni che potranno essere presentati nell’edizione 2026 della Fiera Internazionale dedicata ai cammini. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno, infatti, coinvolgere le nuove generazioni può creare un effetto moltiplicatore sulla cultura del cammino e sulla sua consapevole valorizzazione.
Il progetto educativo si articola su una sinergia che parte dalla seconda settimana di gennaio, sotto la guida dei docenti nominati, e si espande con l’aiuto di rappresentanti istituzionali e comunali, come il consigliere di Spigno Saturnia, che ha proposto di estendere la partecipazione coinvolgendo le scuole primarie nelle zone che collegano la Via Appia e la Casilina. Questo orizzonte si presta a dischiudere scenari in cui i cammini non rappresentano soltanto percorsi turistici o culturali, ma una vera e propria risorsa educativa e di coesione sociale, che può influenzare positivamente la vita delle comunità.
Le sfide per rendere i cammini accessibili e attrattivi
Il sindaco Leccese ha sottolineato un punto cruciale: la crescita del numero di camminatori che attraversano il territorio di Gaeta è un dato da accogliere con attenzione, ma allo stesso tempo richiede un impegno organizzativo più incisivo. Migliorare la fruibilità dei percorsi significa lavorare su diversi livelli, dalla segnaletica alla sicurezza, dalle infrastrutture di supporto fino alla promozione culturale mirata.
Un aspetto che sfugge a chi vive in città è il complesso intreccio di responsabilità che si incontra nel mettere a punto questi servizi, spesso affidati a contesti locali con esperienze e capacità differenziate. Per questo motivo diventa fondamentale la cooperazione tra enti, ma anche il coinvolgimento di esperti capaci di orientare le decisioni verso soluzioni efficaci e rapide, oltre a facilitare l’accesso ai finanziamenti pubblici dedicati. Si tratta di preparare il territorio a rispondere alle nuove forme di turismo lento, che integrano cultura, natura e benessere, richiedendo un’organizzazione su misura con un’attenzione particolare all’accoglienza delle comunità.
Questa linea di intervento apre anche una riflessione più ampia sui valori europei che i cammini rappresentano: un ponte tra passato e presente, tra culture diverse, da sostenere soprattutto in un contesto che vede una crescente mobilità ma anche una ricerca di radici e identità comuni. Una tendenza che molti italiani stanno già osservando, soprattutto nelle regioni del Centro-Sud, dove lo sviluppo di queste reti può portare significative ricadute socio-economiche e culturali.
