Il Festival di Sanremo 2025 ha visto Lucio Corsi come uno degli artisti più attesi. Dopo la sua esibizione nella prima serata, l’artista ha condiviso con la stampa le sue impressioni e il percorso che lo ha condotto sul prestigioso palco dell’Ariston. Tra aneddoti e riflessioni sulla musica, ha catturato l’attenzione dei presenti con una performance dal vivo che ha offerto uno spaccato autentico della sua personalità.
Le emozioni sul palco: paura e adrenalina
Al suo arrivo in conferenza stampa, Lucio Corsi ha aperto il dialogo ammettendo la sua paura nei confronti delle telecamere. “Le telecamere mi fanno paura,” ha dichiarato, “perché sono fredde e non riescono a trasmettere le emozioni come gli occhi delle persone.” Questa affermazione ha rivelato la vulnerabilità dell’artista e la sua connessione profonda con il pubblico. Anche se le telecamere possono sembrare intimidatorie, Corsi ha trovato nel calore delle persone il supporto necessario per affrontare il palco.
Riflettendo sulla sua esibizione, ha confessato di non essere riuscito a capire appieno quello che stava succedendo. “Sinceramente, durante l’esibizione non ci ho capito niente,” ha detto. L’artista ha descritto il suo stato d’animo come un misto di ansia e felicità, un “concerto” anche se in un contesto così prestigioso come Sanremo. Anche un piccolo imprevisto, come l’asta del microfono che è caduta, è stato affrontato con leggerezza, dimostrando la sua capacità di ridere delle situazioni impreviste.
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L’importanza del suono: un manifesto contro l’isolamento
Dopo aver parlato delle sue emozioni, Corsi ha affrontato un tema che gli sta particolarmente a cuore: il suono della musica. “Odio gli in-ear monitor. La musica deve stare nell’aria, non isolata nelle orecchie,” ha spiegato, sottolineando la sua preferenza per un’esperienza musicale condivisa. Secondo lui, anche il suono di una spia che fischia è preferibile a una cuffia chiusa, che limita l’esperienza sensoriale.
Durante la conferenza, ha anche voluto esprimere gratitudine nei confronti dell’orchestra e del direttore d’orchestra Davide Rossi. Per Lucio, la musica è una forma di condivisione, un momento di connessione che va oltre il semplice spettacolo. Questa filosofia guida il suo approccio e arricchisce le sue performance.
Un nuovo brano e la partecipazione al Festival
Un momento di particolare interesse è stato dedicato al suo nuovo pezzo, Francis Delacroix, un brano che sarà presente nel suo prossimo album in uscita in primavera. “È un talking blues che racconta le storie assurde di un amico immaginario,” ha rivelato Corsi, anticipando la complessità e la profondità del suo lavoro. La dimensione autobiografica del testo riflette il talento dell’artista nel tradurre le proprie esperienze in musica.
Parlando del Festival, ha rivelato di aver avuto nel tempo un conflitto interiore riguardo la sua partecipazione. L’idea di salire sul palco di Sanremo lo spaventava, ma un incontro casuale con Carlo Verdone e Carlo Conti lo ha spinto a prendere coraggio. Queste coincidenze rappresentano una sorta di segno per Corsi, che ha trovato ispirazione anche in un’osteria a Milano, gestita da un certo Carletto, un ulteriore “fortunato” Carlo nella sua vita.
Omaggio a Ivan Graziani e la serata cover
Nella discussione riguardo alla serata cover, l’artista ha espresso entusiasmo per il brano che porterà, “Nel Blù Dipinto di Blu,” in collaborazione con Topo Gigio. “Ivan Graziani lo suono sempre, lo amo,” ha affermato, ricordando come suo padre lo avesse fatto scoprire da bambino mentre suonavano in macchina alcuni dischi storici. Tuttavia, ha anche rivelato che la voce di Ivan lo spaventava quando era piccolo: “Avevo 6 anni e gli chiedevo di togliere il disco.” Questo ricordo ha contribuito a costruire il legame speciale che Corsi ha con la musica del cantautore.
Infine, Lucio Corsi è in gara a Sanremo 2025 con il brano “Volevo essere un duro,” che racchiude il suo universo artistico e personale, promettendo un’esibizione che non deluderà le aspettative del pubblico.