Il Papa a Sant’Anna: un appello contro la ricchezza che divide e per la pace nel mondo in guerra

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Il Papa a Sant’Anna: un appello per la pace e contro le disuguaglianze. - Gaeta.it

Donatella Ercolano

21 Settembre 2025

Il 21 settembre 2025, nella parrocchia di Sant’Anna in Vaticano, il Papa ha riflettuto sul rapporto tra denaro, uomo e bene comune. In un’epoca segnata da guerre e violenze che colpiscono intere popolazioni, ha lanciato un messaggio di speranza e di impegno concreto per la pace e la giustizia. La celebrazione, raccolta e intima, ha visto la presenza di pochi fedeli e di figure religiose di spicco della parrocchia, come padre Gioele Schiavella, sacerdote agostiniano ultracentenario.

Padre Gioele Schiavella e l’atmosfera raccolta di Sant’Anna

La Messa si è tenuta nella piccola chiesa di Sant’Anna, al confine tra Vaticano e Roma. Un luogo spesso dimenticato nella frenesia cittadina, ma che conserva un ruolo importante per la preghiera e la carità. Il Papa ha iniziato l’omelia ringraziando padre Gioele Schiavella, agostiniano di 103 anni che ha guidato la parrocchia dal 1991 al 2006. La sua presenza ha dato alla celebrazione un tono familiare e affettuoso, mantenendo però un clima sobrio e concentrato sul dolore delle vittime dei conflitti nel mondo.

Oltre a padre Schiavella, erano presenti il parroco attuale, padre Mario Millardi, e il Priore Generale dell’Ordine agostiniano, padre Joseph Farrell, eletto pochi giorni prima, il 9 settembre 2025. Questo piccolo gruppo di fedeli e religiosi ha creato uno spazio di ascolto e riflessione sul dramma globale, trasformando la celebrazione in un momento per mettere al centro il valore della vita e della pace, al di là delle difficoltà di ogni giorno.

Dio o la ricchezza: il Papa chiede di scegliere

Nel suo discorso, il Papa ha commentato un passo del Vangelo di Luca in cui Gesù propone una scelta netta: fedeltà a Dio o attaccamento alla ricchezza. Ha invitato i presenti a decidere con chiarezza e coerenza cosa mettere al centro della propria vita. Non si tratta di una decisione da prendere alla leggera o solo per un momento, ma di uno stile di vita che rivela chi amiamo e chi serviamo davvero.

Il denaro non può prendere il sopravvento sul cuore delle persone. La vera salvezza non arriva dalle ricchezze materiali, ma dalla relazione con il Padre che sostiene i poveri e chi soffre. Il Papa ha sottolineato quanto spesso si confonda la dipendenza dal denaro con la sicurezza o la felicità, ma questa fede è fragile e finisce per alimentare diffidenza e chiusura verso gli altri.

L’avidità come pericolo e l’appello ai governanti

Leone XIV ha avvertito del rischio che l’avidità trasformi la ricchezza in uno strumento di dominio e divisione tra gli uomini. La parola di Dio non lega la ricchezza a differenze sociali o a lotte di classe, ma invita a una vera conversione del cuore.

Il Papa ha esortato i governanti a non cedere alla tentazione di usare il denaro per manipolare le persone o alimentare conflitti. La ricchezza deve servire al bene comune, non a monopolizzare risorse o schiacciare il lavoro. Chi serve Dio si libera dalla schiavitù del denaro, chi lo segue invece diventa suo schiavo. La giustizia può usare il denaro per costruire equità, mentre chi cerca il potere lo trasforma in preda dell’avidità.

Speranza e impegno in un mondo segnato dalla guerra

Il Papa ha citato Sant’Agostino per ricordare l’importanza di seguire Cristo senza lasciarsi distrarre dai beni materiali. Ha parlato di un tempo «seriamente minacciato dalla guerra», dove interi popoli sono schiacciati dalla violenza e dall’indifferenza di chi li lascia soli nella miseria.

Ha invitato a non restare passivi di fronte a queste tragedie, ma a perseverare con speranza, annunciando con parole e gesti che Gesù è il Salvatore capace di liberare da ogni male. Questo messaggio apre una via per chi vuole costruire un futuro diverso, dove pace e dignità umana prevalgono sulle distruzioni del conflitto.

L’intervento del Papa a Sant’Anna è dunque un richiamo forte a una scelta chiara e coraggiosa: abbandonare l’idolatria del denaro e impegnarsi con forza per la giustizia e la solidarietà, anche nei momenti più duri che il mondo sta attraversando.