Il monastero di Santa Maria delle Grazie a Sorrento, costruito nel XVII secolo, resta al centro dell’attenzione dopo la partenza dell’ultima monaca. La notizia ha acceso preoccupazioni tra i cittadini riguardo a possibili trasformazioni del complesso in struttura ricettiva. Nonostante la mobilitazione della comunità, l’Ente Conservatorio responsabile della gestione ha chiarito che non sono in corso progetti per cambiamenti di destinazione d’uso. Questo articolo approfondisce le varie fasi della vicenda e il ruolo del monastero per la città.
Il significato storico e sociale del Monastero Di Santa Maria Delle Grazie
Il monastero di Santa Maria delle Grazie è un edificio di grande valore storico costruito nel Seicento a Sorrento. Oltre a essere un patrimonio architettonico, ha rappresentato nel tempo un polo religioso e culturale per la comunità cittadina. Fondato per volontà di Berardina Donnorso, il monastero ha ospitato monache domenicane di clausura e ha svolto un ruolo sociale importante, offrendo un punto di riferimento per la preghiera ma anche per attività di solidarietà.
Il complesso si distingue per la sua struttura imponente che comprende tre chiostri interni e un giardino, racchiuso tra le vie San Francesco, Berardina Donnorso, Santa Maria delle Grazie e piazza Sant’Antonino. Nel corso dei secoli, l’edificio ha attirato inevitabilmente l’interesse di diversi soggetti, al punto che Papi e membri della dinastia borbonica hanno dovuto più volte intervenire per proteggerlo da tentativi di appropriazione indebita. L’importanza del luogo si riflette anche nella sua gestione che, attualmente, spetta all’Ente Conservatorio Santa Maria delle Grazie, ente nominato dal Comune con l’impegno di rispettare la presenza delle monache fino a quando fossero nella struttura.
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La recente uscita dall’edificio dell’ultima religiosa segna un passaggio decisivo per il monastero. Il consiglio di amministrazione dovrà gestire pienamente l’intero fabbricato, garantendo però continuità a usi coerenti con la storia del sito. La comunità di Sorrento lo considera un cuore cittadino, un luogo da tutelare come spazio di cultura, fede e aiuto sociale.
La mobilitazione cittadina contro la conversione alberghiera
L’abbandono da parte dell’ultima suora ha innescato un allarme tra i residenti di Sorrento preoccupati che il monastero potesse essere convertito in una struttura ricettiva, ad esempio un albergo o una casa vacanze. La voce di una trasformazione commerciale ha fatto scattare una vera e propria protesta popolare. In poche settimane circa mille cittadini hanno sottoscritto una petizione indirizzata al commissario prefettizio del Comune, chiedendo che il monastero resti un luogo dedicato alla preghiera, alla cultura e al sostegno sociale.
La petizione richiama proprio lo spirito voluto dalla fondatrice, Berardina Donnorso, e sottolinea il valore storico e identitario del sito per Sorrento. Nel documento si esprime la preoccupazione che un utilizzo turistico possa snaturare il complesso e privarlo della sua funzione originale. Questa mobilitazione è uno dei segnali più chiari di quanto il monastero rappresenti non solo un patrimonio architettonico ma anche un nodo di aggregazione e memoria collettiva per la comunità locale.
Il coinvolgimento del pubblico e la reazione popolare evidenziano come la difesa dei luoghi storici in città resti una priorità per gli abitanti. La petizione ha contribuito a tenere alta l’attenzione e a far emergere il tema nel dibattito pubblico, evitando speculazioni e proposte non ufficiali.
La smentita ufficiale dell’ente conservatorio sulle ipotesi di hotel
L’Ente Conservatorio Santa Maria delle Grazie, responsabile della gestione del complesso, ha risposto ai timori diffusi con una nota chiara e rigorosa. Franco Russo, a capo del consiglio che amministra l’immobile, ha chiarito che l’ipotesi di un albergo a quattro stelle è infondata e priva di qualsiasi base concreta. Non è stata ricevuta alcuna comunicazione ufficiale dall’Ordine delle monache domenicane riguardo alla liberazione o al rilascio del monastero.
L’attuale amministrazione, che gestisce l’immobile senza compenso, ha ribadito che non ha mai preso in considerazione cambi di destinazione d’uso del complesso e non intende farlo in futuro. Il comunicato ringrazia i cittadini che hanno manifestato interesse e affetto verso il monastero ma sottolinea che le preoccupazioni presenti nella petizione non trovano riscontro nella realtà dei fatti.
Queste parole ribadiscono la volontà dell’Ente Conservatorio di tutelare il patrimonio storico e culturale del luogo, mantenendo una gestione coerente con la vocazione originaria del monastero. Rimane aperta la sfida di assicurare un futuro stabile e rispettoso per il sito, evitando trasformazioni che possano compromettere la sua identità.
La situazione attuale mette in luce l’equilibrio delicato tra la conservazione di un bene pubblico e le pressioni che possono provare a modificarne lo status in una città molto frequentata dal turismo come Sorrento.