Israele colpisce Sana’a in raid aerei: morti e feriti negli obiettivi militari Houthi tra palazzo e impianti energetici

Israele colpisce siti houthi a Sana’a in risposta a missili e droni, causando vittime e danni strategici, mentre la tensione regionale cresce tra conflitti yemeniti e rivalità geopolitiche.
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Raid israeliani su obiettivi militari Houthi a Sana’a, vittime e danni negli impianti - Gaeta.it

Israele ha effettuato un attacco aereo sulla capitale yemenita Sana’a domenica 24 agosto 2025, colpendo siti legati al gruppo ribelle degli Houthi. L’azione ha provocato vittime e danni rilevanti a infrastrutture militari e civili. Il raid segue le recenti azioni aggressive di questa milizia contro il territorio israeliano, confermando la tensione in aumento nella regione.

Il raid israeliano su Sana’a: obiettivi e dettagli operativi

Le forze armate israeliane hanno confermato di aver colpito diversi siti militari nella capitale yemenita, concentrandosi su aree intorno al palazzo presidenziale. Sono stati colpiti anche depositi di carburante e centrali elettriche, infrastrutture essenziali per il controllo della città, sotto il controllo degli Houthi. Le autorità di Tel Aviv hanno spiegato che l’operazione è stata una risposta ai lanci di missili superficie-superficie e droni da parte degli Houthi, attacchi diretti contro popolazioni e territori israeliani avvenuti nei giorni precedenti.

L’Idf ha parlato di obiettivi selezionati per limitare la capacità operativa del gruppo ribelle senza colpire indiscriminatamente la popolazione civile. Il raid è stato coordinato dal centro di comando dell’aviazione israeliana, che ha seguito le operazioni in tempo reale, sottolineando l’importanza strategica degli obiettivi colpiti. Questi rappresentano non solo basi militari ma anche nodi logistici fondamentali per le attività degli Houthi.

Le fonti ufficiali hanno precisato che la risposta è arrivata dopo attacchi missilistici registrati venerdì 22 agosto, un’escalation che ha spinto Israele a reagire rapidamente per scoraggiare nuovi raid contro il proprio territorio.

Il bilancio umano e le prime reazioni degli Houthi

I media legati al gruppo ribelle Houthi hanno segnalato almeno due morti e cinque feriti causati dal raid israeliano su Sana’a. L’emittente Al-Masirah TV, vicina agli Houthi, ha riferito che un impianto di una compagnia petrolifera, situato in una zona centrale della capitale, è stato colpito durante l’operazione. Il bilancio, ancora provvisorio, evidenzia la gravità dell’attacco sia per la popolazione sia per la struttura del gruppo armato.

L’episodio rappresenta un’ulteriore escalation in un conflitto che dura da anni, con Sana’a come centro del potere Houthi, sostenuto dall’Iran. Le vittime civili e i feriti mostrano la complessità di una guerra in cui reparti militari e infrastrutture civili sono strettamente intrecciati nella rete di controllo ribelle.

Oltre all’aspetto umanitario, la reazione del gruppo riflette il crescente isolamento della situazione nella regione, dove attacchi e ritorsioni sembrano seguire un andamento di escalation continua. L’impatto sull’approvvigionamento energetico e logistico degli Houthi potrebbe ridurre le loro capacità, esercitando una pressione costante.

Dichiarazioni ufficiali israeliane: strategie e avvertimenti dal governo

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito gli Houthi “regime terroristico” responsabile di aggressioni dirette contro Israele. Nel videomessaggio diffuso dopo i raid di domenica, Netanyahu ha affermato che gli Houthi stanno pagando un prezzo “molto alto” per le loro azioni. Secondo il premier, l’attacco su Sana’a è stato una risposta necessaria ai lanci di missili e droni che minacciano la sicurezza israeliana.

Dal centro di comando dell’aviazione israeliana, Netanyahu ha ribadito la determinazione dello Stato a colpire chiunque tenti attacchi contro il proprio territorio. “Chi ci attacca, noi lo colpiamo”, ha detto, sottolineando che la regione sta assistendo alla fermezza di Israele nel difendersi.

Il ministro della Difesa Israel Katz ha dichiarato che il raid ha distrutto il palazzo presidenziale degli Houthi, anche se al momento non ci sono conferme dallo Yemen. Katz ha aggiunto che le operazioni includono un blocco aereo e navale, volto a indebolire le infrastrutture usate per sostenere attività terroristiche. Ha promesso risposte militari proporzionate per ogni missile lanciato contro Israele.

Queste dichiarazioni mostrano una strategia basata sulla deterrenza attiva, con l’obiettivo di scoraggiare nuovi attacchi impedendo la riorganizzazione militare degli Houthi. Lo scontro si inserisce in un contesto di tensioni che coinvolgono diverse forze regionali, con alleanze che delineano un quadro di conflitti multilivello.

Il contesto più ampio: conflitto yemenita e conseguenze sul Medio Oriente

L’attacco israeliano a Sana’a si inserisce in un quadro complesso di tensioni crescenti nella regione mediorientale. Gli Houthi, sostenuti dall’Iran, sono una delle principali fazioni ribelli che controllano gran parte dello Yemen, paese in guerra dal 2014. I continui attacchi missilistici e con droni verso Israele aumentano il rischio di un’escalation tra attori diversi oltre i confini yemeniti.

Israele affronta oggi minacce su più fronti, inclusa la situazione instabile nella Striscia di Gaza. L’aumento della pressione sugli Houthi mostra la volontà di Tel Aviv di scoraggiare nuovi tentativi di aggressione, anche fuori dai tradizionali teatri di conflitto.

Questi sviluppi indicano un peggioramento della sicurezza regionale e dimostrano come i conflitti locali abbiano ripercussioni transnazionali. Le operazioni militari recenti evidenziano un intreccio sempre più stretto tra conflitto yemenita e rivalità geopolitiche che coinvolgono potenze come l’Iran e gli Stati del Golfo.

Le conseguenze del raid su Sana’a riguardano non solo i danni immediati ma anche gli equilibri politico-militari in una zona da sempre segnata da instabilità. I prossimi giorni saranno decisivi per l’evoluzione del fronte e per il rischio di nuove azioni militari nella regione.