Centinaia di ulivi sradicati a al mughayyir, nel cuore della cisgiordania sotto controllo israeliano

L’abbattimento di centinaia di ulivi a al mughayyir riaccende la tensione tra palestinesi e israeliani in Cisgiordania, con operazioni militari giustificate da motivi di sicurezza e proteste della popolazione locale.
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Ulivi sradicati a al Mughayyir, Cisgiordania sotto controllo israeliano. - Gaeta.it

L’abbattimento di centinaia di alberi di ulivo a al Mughayyir, vicino Ramallah, riaccende la tensione in Cisgiordania. Tra terra rivoltata e mezzi militari israeliani, i residenti denunciano una vera e propria demolizione delle loro risorse agricole, mentre l’esercito giustifica l’azione per motivi di sicurezza. Questo episodio si inserisce in un quadro di conflitti che coinvolgono agricoltori palestinesi, coloni israeliani e forze militari, diventando uno degli eventi più recenti in una lunga serie di scontri nella zona.

Le radici degli ulivi al mughayyir distrutte da bulldozer israeliani

Gli alberi di ulivo a al Mughayyir non sono solo piante ma un patrimonio economico e culturale per la popolazione palestinese. In quest’area collinare, centinaia di olivi, molti con più di 70 anni, sono stati estirpati nel corso di una recente operazione israeliana. Abdelatif Mohammed Abu Aliya, contadino del villaggio, ha raccontato che sono state rase al suolo aree estese quasi un ettaro, con alberi sradicati totalmente. I residenti, riferisce, hanno già iniziato a ripiantare le piante perdute ma la ferita rimane profonda. Le immagini raccolte da giornalisti mostrano terreni completamente rivoltati, ulivi abbattuti al suolo e una presenza massiccia di mezzi lavori con la bandiera israeliana issata, accompagnati da veicoli militari nelle vicinanze. Questi fatti sottolineano come le operazioni non si limitino a lavori agricoli ordinari ma abbiano un chiaro significato politico e militare.

Un’azione militare con motivazioni di sicurezza o un controllo territoriale?

L’esercito israeliano ha riconosciuto di aver avviato un’azione di disboscamento a al Mughayyir a partire da giovedì, a seguito di un attacco armato sul territorio. La spiegazione ufficiale punta a motivi di sicurezza: la rimozione della vegetazione sarebbe servita a impedire che la zona adiacente a un’autostrada venisse usata come copertura per muoversi senza essere individuati. Secondo l’Idf, questa operazione aveva lo scopo di prevenire pericoli per la vita dei cittadini israeliani, in particolare dopo che un israeliano era rimasto leggermente ferito in un attacco. L’esercito precisa di non considerare questa azione una punizione collettiva e definisce “inappropriati” alcuni commenti di ufficiali che suggerivano il contrario. In un video, il comandante delle forze in Cisgiordania, Avi Bluth, ha riferito che si prenderanno misure rigide contro i villaggi da cui partono gli aggressori, tra cui coprifuoco, assedi e “modellamento del terreno” ma ha anche sottolineato la necessità di distinguere la popolazione civile dai terroristi. Tuttavia, i residenti palestinesi interpretano questa operazione come un tentativo di controllo più ampio, finalizzato a spingerli a lasciare le loro terre.

La tensione crescente tra palestinesi e coloni israeliani a al mughayyir

Da anni il villaggio di al Mughayyir è al centro di scontri violenti che coinvolgono agricoltori palestinesi e coloni israeliani. Questi ultimi spesso si accaniscono contro le coltivazioni di ulivi, simbolo dell’identità palestinese, e talvolta minacciano direttamente gli abitanti. Le campagne di sradicamento degli alberi si accompagnano ad arresti e incursioni nelle abitazioni, oltre a limitazioni alla mobilità degli abitanti. Nell’ultimo periodo, la pressione è aumentata, come dimostra anche l’uccisione di un giovane palestinese diciottenne da parte dell’esercito durante uno scontro avvenuto nello stesso villaggio il 16 agosto. Gli episodi di violenza si inseriscono in un clima di crescente radicalizzazione in alcune fazioni israeliane, che spingono per la rimozione definitiva dei palestinesi dalla zona e la distruzione delle loro proprietà. Le comunità locali vivono una condizione di alta tensione, sospese tra paura e resistenza, mentre il territorio resta teatro di conflitti aperti.

Arresti, risposte militari e reazioni nel villaggio di al mughayyir

Nei giorni successivi ai fatti, una ong palestinese ha segnalato quattordici arresti nel villaggio per presunti collegamenti con attacchi contro israeliani. L’esercito israeliano ha infatti arrestato un uomo, considerato responsabile di un’aggressione armata nei dintorni di al Mughayyir. Le forze israeliane affermano di svolgere controlli accurati e di agire in nome della sicurezza, adottando misure che includono azioni militari sul terreno e restrizioni ai movimenti. Parallelamente, la risposta dell’Idf include comunicazioni ufficiali con dichiarazioni pubbliche per smussare le critiche ricevute, pur mantenendo la linea dura contro chi considera “terroristi”. Il villaggio si trova in una situazione complessa, sotto pressione sia dal punto di vista militare che civile. Le operazioni dei bulldozer e la resistenza degli abitanti rappresentano un nuovo capitolo di una lunga storia di conflitti tra comunità che si contendono lo stesso territorio in Cisgiordania.


Fonti: AFP; Times of Israel; rapporti ONG palestinesi