Fatjon Gjonaj, latitante albanese di 33 anni, è stato estradato dagli Emirati Arabi Uniti verso l’Italia per rispondere a gravi accuse legate al traffico internazionale di stupefacenti e a un tentato omicidio avvenuto a Milano nel 2019. La sua cattura chiude una lunga serie di indagini e arresti portati avanti dalle forze dell’ordine italiane e dai partner internazionali, segnando un passo importante nella lotta contro le organizzazioni criminali transnazionali.
I retroscena e indagini dietro la cattura di fatjon gjonaj
Fatjon Gjonaj era ricercato dal dicembre 2024 in seguito a un’ordinanza emessa dal gip di Milano. Le indagini sono partite da un episodio violento, un agguato verificatosi la mattina del 12 aprile 2019 ai danni di Enzo Anghinelli, all’epoca considerato uno dei principali trafficanti di cocaina a Milano. L’episodio ha attirato l’attenzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano che, insieme alla Squadra Mobile, ha avviato una complessa attività investigativa.
Le accuse contro Gjonaj riguardano l’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti. L’uomo, detto anche “Don Bobi”, è considerato parte di una rete criminale che operava oltre i confini nazionali. Gli inquirenti hanno ricostruito il suo ruolo all’interno del gruppo, evidenziando una gestione articolata e ramificata delle attività illecite. Il tentato omicidio di Anghinelli viene contestato all’interno dello stesso filone investigativo, che in precedenza aveva già portato alla condanna in primo grado del presunto mandante e dell’autore materiale del fatto criminale.
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La cattura negli emirati arabi e la collaborazione internazionale
Il 3 giugno 2025 la Polizia degli Emirati Arabi ha tratto in arresto Fatjon Gjonaj, consentendo l’estradizione verso l’Italia. La sua localizzazione è stata frutto di una complessa attività congiunta che ha coinvolto diversi organi delle forze di polizia italiane e straniere. Hanno collaborato in modo serrato il Servizio Centrale Operativo, il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e gli esperti per la sicurezza presenti nei Paesi coinvolti, in particolare in Albania e negli Emirati Arabi Uniti.
Questa sinergia ha permesso di monitorare i movimenti del latitante e di predisporre un intervento tempestivo. L’azione ha restituito un duro colpo alla rete criminale di cui Gjonaj faceva parte. L’arresto è il risultato di mesi di lavoro di intelligence, scambi di informazioni e operazioni sul campo che hanno dimostrato la portata e la capacità operativa delle forze impegnate. L’estradizione consente ora alle autorità italiane di avanzare le indagini e assicurare la giustizia.
Sviluppi negli arresti e nelle indagini sul traffico di stupefacenti
Il procedimento giudiziario coordinato dalla Procura di Milano ha già visto numerosi arresti legati alla stessa inchiesta. Il 17 dicembre 2024 e il 4 aprile 2025, 12 persone sono state raggiunte da misure restrittive. Questi arresti hanno coinvolto figure ritenute centrali nelle attività di spaccio e organizzazione dei traffici illegali.
Le operazioni hanno fatto emergere una rete ramificata attiva nel territorio milanese e oltre, con collegamenti diretti all’estero. La complessità delle indagini ha richiesto l’intervento coordinato di più reparti specializzati nella lotta alla criminalità organizzata. Le forze di polizia hanno continuato a monitorare movimenti e finanzamenti, puntando a smantellare le strutture di sostegno di questa organizzazione.
A seguito delle misure cautelari e dell’estradizione di Gjonaj, le autorità intendono approfondire ulteriormente i canali utilizzati per l’importazione e la distribuzione degli stupefacenti. L’evolversi della situazione potrebbe portare a nuovi sviluppi e ulteriori arresti. Questa vicenda testimonia come la criminalità legata alla droga resti al centro dell’attenzione delle procure italiane e dei loro partner internazionali.