La scomparsa di Pino Daniele, il 22 dicembre 2014, ha segnato un importante capitolo nella storia della musica italiana. A dieci anni dalla sua morte, il percussionista e batterista Tullio De Piscopo rievoca i momenti passati con il grande cantautore napoletano. Attraverso un’intervista, De Piscopo condivide aneddoti e riflessioni sul loro legame professionale e personale, evocando immagini di concerti memorabili e la passione condivisa per Napoli.
Un legame profondo tra artisti
Tullio De Piscopo, uno dei musicisti più vicini a Pino Daniele, ha condiviso con lui una carriera artistica che ha attraversato diverse epoche. La loro collaborazione è iniziata alla fine degli anni ’70 e si è protratta ben oltre, culminando in concerti iconici tra cui l’ultima performance al Forum di Assago. Insieme hanno formato un gruppo di artisti d’eccezione, potendo contare su nomi illustri come James Senese, Joe Amoruso, Tony Esposito e Rino Zurzolo. Un sestetto di talenti che ha girato in lungo e in largo per l’Italia e l’Europa, portando la musica di Pino in ogni angolo del continente.
Durante l’intervista, De Piscopo ricorda con affetto i momenti trascorsi insieme, dai preparativi per i concerti alle interminabili chiacchierate. I due musicisti avevano sviluppato un’intesa unica, quasi telepatica, che si rifletteva nelle loro esibizioni. “C’era un tempo perfetto tra chitarra, batteria e voce che era inimitabile”, racconta Tullio, sottolineando come la loro sintonia fosse frutto di un legame speciale, che andava oltre la mera collaborazione professionale.
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La passione per Napoli
Non è solo la musica che lega Tullio a Pino; il loro amore per Napoli è una parte fondamentale della loro storia. De Piscopo racconta di come entrambi fossero profondamente legati alla città, trovando nella sua cultura e nei suoi colori l’ispirazione per le loro canzoni. “Era innamorato di Napoli, scriveva di Napoli”, afferma Tullio, evidenziando come Pino abbia sempre cercato di raccontare le bellezze e le contraddizioni della città attraverso i suoi testi.
Il loro legame con Napoli non era privo di complessità. De Piscopo ricorda il desiderio di Pino di non cadere nell’autoindulgenza riguardo ai problemi storici della città. Questo spirito critico si rifletteva anche nei suoi lavori, come l’album in preparazione prima della sua morte, che avrebbe dovuto essere interamente in lingua napoletana, un progetto molto atteso da tutti i fan del cantautore. Questo lavoro avrebbe rappresentato una continuità con il suo stile, mantenendo intatto quel sound unico che lo ha reso famoso.
Memorie e aneddoti
Le memorie di Tullio De Piscopo si arricchiscono di aneddoti che parlano di un’amicizia autentica. La sua narrazione torna a un episodio divertente in una pizzeria di Roma, dove, tra risate e vino, il clima si fece leggero e familiare. L’immagine di Pino, con il suo modo di vivere la musica e la vita, emerge chiaramente. “Dopo aver ordinato diverse bevande, ho sorriso e gli ho chiesto: ‘Non è che ci farà male?’ e lui, spiritoso, ha risposto: ‘Nun te preoccupà, ogni tanto nun fa’ mal’”.
Attraverso questi ricordi, De Piscopo non solo celebra la carriera di Pino Daniele, ma ne disegna anche un ritratto umano, evidenziandone la genuinità e il calore. Ogni excursus nella loro storia musicale rivela un legame che, sebbene segnato da momenti di tensione e di grande soddisfazione, rimane intriso di affetto e stima reciproca.
A dieci anni dalla sua scomparsa, la figura di Pino Daniele continua a vivere forte nella memoria di chi l’ha amato e rispettato, mentre i suoi brani risuonano nei cuori degli appassionati, come un eterno omaggio alla sua straordinaria carriera e alla città che tanto amava.