L’incremento del costo delle bollette per l’acqua nella provincia di Pesaro-Urbino ha sollevato preoccupazioni tra le associazioni di categoria, come dimostrano le dichiarazioni della direttrice di Confcommercio Marche Nord, Agnese Trufelli. Questo aumento viene descritto come una prassi ormai consolidata nel settore dei servizi, dove i costi di gestione ricadono su famiglie e imprese, mentre i profitti vengono divisi tra i soci delle società operanti nel settore.
Critiche all’aumento delle bollette dell’acqua
Trufelli ha commentato l’aumento delle tariffe dell’acqua evidenziando un “strano paradosso di economia aziendale”. Le critiche si concentrano sulla modalità con cui le società di servizi gestiscono il bilancio, adoperando un approccio a corrente alternata: pubbliche quando si tratta di erogare servizi ai comuni, e private nel momento in cui è necessario dividere gli utili. Questo andazzo pone in discussione la sostenibilità economica per le famiglie e le piccole imprese, già provate da altre spese.
Nel 2023, le società di servizi hanno registrato un utile di 12,3 milioni di euro, il che rende ancora più evidente il contrasto tra l’aumento delle tariffe idriche e i profitti realizzati. La direttrice ha dichiarato di non essersi aspettata la necessità di intervenire nuovamente, dopo le mobilitazioni della scorsa primavera relative all’aumento della tassa sui rifiuti. La situazione diventa insostenibile per gli utenti finali, che si trovano a dover far fronte a costi in continua crescita.
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Un appello alla revisione delle politiche tariffarie
La direttrice di Confcommercio ha lanciato un appello ai soggetti coinvolti nella gestione del servizio idrico, quali i comuni, Aset e MMS, affinché rivedano le loro strategie economiche. La proposta è quella di ripensare l’attuale modello gestionale, in modo da scaricare meno costi sulle famiglie e sulle imprese e utilizzare invece gli utili generati. Questa richiesta si fonda sulla necessità di garantire un equilibrio più giusto e sostenibile nella ripartizione dei costi e degli utili.
Trufelli ha sottolineato l’importanza di un intervento rapido e risolutivo, vista la crescente pressione economica a cui sono sottoposti i cittadini e le attività commerciali. La situazione è ulteriormente complicata dal contesto economico attuale, in cui le famiglie devono far fronte all’aumento dei prezzi e ai costi energetici ulteriormente gravosi.
L’impatto sulle famiglie e le imprese
Le ripercussioni del rincaro delle bollette dell’acqua si fanno sentire in modo particolare sulle piccole e medie imprese, strati della popolazione già provati da difficoltà finanziarie. Il rincaro aumenta il costo della vita e provoca un effetto domino, che può impattare negativamente sull’intera economia locale. Le imprese, già in difficoltà per la gestione di spese fisse e variabili, si trovano a dover rimborsare spese aggiuntive che grava ulteriormente sulla loro redditività.
Le famiglie, d’altro canto, si trovano a dover riconsiderare le proprie spese mensili, cercando modi per contenere le uscite e far quadrare i conti. L’aumento delle bollette idriche si inserisce quindi in un contesto di difficoltà economica generale, che richiede una gestione responsabile da parte delle istituzioni preposte.
In questo scenario delicato, il dialogo tra le istituzioni e le associazioni di categoria appare fondamentale. È necessario trovare soluzioni che non solo allevino il peso delle spese per i cittadini, ma che garantiscano anche la sostenibilità a lungo termine dei servizi offerti. La situazione attuale potrebbe rappresentare non solo un’opportunità per rivedere certe pratiche gestionali, ma anche un momento di riflessione su come strutturare i servizi pubblici in modo più equo ed efficace.