Uomo disabile sequestrato e torturato in casa a Pompei da due giovani: dramma e indagini in corso

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Disabile sequestrato e torturato a Pompei, indagini in corso - Gaeta.it

Elisabetta Cina

20 Settembre 2025

Un uomo disabile al 100%, invalido civile, è stato prelevato con la forza per strada da due ragazzi. La vittima è stata trascinata contro la sua volontà su un’auto e portata in una casa a Pompei. Lì, insieme ad altre persone, ha subito violenze e umiliazioni, costretto a partecipare a un crudele gioco organizzato per “animare” la serata dei suoi aguzzini.

Il sequestro in strada: modalità e contesto

Il fatto si è verificato recentemente sulle strade di Pompei, dove la vittima, un uomo di circa cinquant’anni riconosciuto invalido civile al 100%, stava transitando normalmente. Due giovani l’hanno avvicinato e, con forza, lo hanno obbligato a salire in un veicolo. Non sono ancora chiari i motivi precisi che hanno spinto i rapitori a scegliere proprio lui né la natura del legame tra le parti. La testimonianza delle forze dell’ordine preliminare sottolinea la particolare vulnerabilità dell’uomo, la sua impossibilità a sottrarsi per via della condizione di disabilità.

L’azione è stata rapida e non annunciata, probabilmente studiata per prevenire una reazione della vittima o l’intervento di passanti. Il sequestro è avvenuto in un’area pubblica di Pompei, poco frequentata, che ha facilitato il trasporto dell’uomo senza che nessuno potesse intervenire subito. Le indagini hanno preso avvio proprio dalla raccolta di testimonianze e dalla ricostruzione del percorso compiuto dall’auto coinvolta.

La prigionia in casa e le violenze subite

Dopo il rapimento, i due ragazzi hanno condotto la vittima all’abitazione dove lo attendevano altre persone. Questo luogo è stato trasformato in una prigione temporanea; all’interno è stato messo in scena un vero e proprio incubo per l’uomo. Le violenze non si sono limitate a maltrattamenti fisici, ma sono passate a livelli di degradazione anche psicologica, con continue umiliazioni.

La casa era testimone di un crudele “gioco” creato dagli aggressori per intrattenersi a spese del prigioniero, la cui condizione lo rendeva incapace di opporsi. Ancora non si conoscono tutti i dettagli relativi alle modalità di abuso, né sono stati resi noti i ruoli degli altri presenti nell’abitazione. Tuttavia, fonti investigative segnalano una situazione di grande gravità, con prove raccolte che attestano le sofferenze imposte all’uomo, anche grazie alle prime denunce arrivate dopo il suo rilascio.

Le reazioni delle autorità e le indagini in atto

Le forze dell’ordine locali hanno avviato immediatamente le procedure di indagine appena è stato segnalato il caso. Gli investigatori hanno posto sotto osservazione i luoghi coinvolti e stanno lavorando per identificare completamente tutte le persone implicate. Il reato di sequestro di persona e le violenze ad una persona vulnerabile hanno dato priorità alta all’intero procedimento.

Al momento, gli inquirenti stanno ricostruendo la sequenza temporale dell’evento e acquisendo testimonianze sia da parte dei testimoni diretti sia da conoscenti della vittima. Si attendono gli sviluppi sugli eventuali arresti e sulle ulteriori accuse che saranno formalizzate. L’attenzione è concentrata anche sulle condizioni fisiche e psicologiche dell’uomo maltrattato, per garantire assistenza adeguata e acquisire la sua versione dei fatti.

La comunità locale di Pompei segue il caso con apprensione. Il rapporto tra la disabilità del vittima e la brutalità dell’aggressione richiama l’attenzione su temi delicati come la tutela delle persone più fragili, specie nel contesto urbano dove si muovono in situazioni di rischio. Le autorità ribadiscono l’impegno nel contrasto a episodi simili, con la speranza che giustizia venga fatta rapidamente.