Truffa agricola da 120 mila euro: tre soci denunciati dai carabinieri forestali

Truffa agricola da 120 mila euro: tre soci denunciati dai carabinieri forestali

Tre soci di un’azienda agricola in provincia di Ancona denunciati per truffa aggravata, accusati di aver ottenuto 120 mila euro in fondi pubblici senza avviare attività agricole.
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Truffa agricola da 120 mila euro: tre soci denunciati dai carabinieri forestali - Gaeta.it

Un’attività agricola in provincia di Ancona ha attirato l’attenzione delle forze dell’ordine per presunti illeciti legati ai contributi pubblici. Un’operazione condotta dai carabinieri forestali ha portato alla denuncia di tre soci di un’azienda agricola, accusati di aver messo in atto una truffa aggravata finalizzata a ottenere fondi pubblici per un totale di 120 mila euro in quattro anni. L’indagine, che ha rivelato una serie di irregolarità, sottolinea l’importanza delle tecnologie moderne nella lotta contro le frodi nel settore agroalimentare.

I dettagli dell’indagine

L’operazione, condotta dal nucleo carabinieri forestali di Arcevia, è stata coordinata dal comandante del gruppo carabinieri forestali di Ancona, Simone Cecchini. Le accuse riguardano tre residenti nella provincia di Ancona, che avrebbero creato una falsa impresa agricola con il solo intento di beneficiare di contributi pubblici. La truffa, scoperta attraverso un’indagine avviata tra ottobre e dicembre 2023, ha fatto emergere un quadro di pratiche ingannevoli e l’uso improprio dei fondi destinati allo sviluppo rurale.

L’indagine ha coinvolto la pubblica amministrazione locale e la magistratura, con la PM Irene Bilotta che ha guidato le investigazioni. Si è scoperto che, tra il 2020 e il 2024, l’azienda in questione avrebbe percepito fondi della Politica Agricola Comune e finanziamenti della Regione Marche, senza mai avviare effettivamente un’attività agricola sui terreni affittati. Questo comportamento ha sollevato seri dubbi sulla legittimità delle operazioni effettuate.

L’uso della tecnologia nella rivelazione delle incongruenze

Una delle chiavi per il successo dell’indagine è stata l’adozione di tecnologie avanzate da parte dei carabinieri forestali. I militari hanno utilizzato droni specializzati per effettuare sorvoli sui terreni, raccogliendo dati utili a confermare le irregolarità riscontrate. Questa metodologia ha permesso di effettuare sopralluoghi mirati e analisi delle pratiche agricole, evidenziando l’assenza di attività in terreni affittati, destinati anche alla produzione di vino per una cooperativa vitivinicola.

Grazie a immagini satellitari e valutazioni dendrometriche, i carabinieri hanno potuto confermare che sui terreni non c’era stata alcuna coltivazione. La documentazione amministrativa e contabile, acquisita presso gli uffici regionali e la Confederazione Italiana Agricoltori, ha fornito ulteriori prove delle irregolarità, facilitando il lavoro di indagine.

Conseguenze legali e future implicazioni

Le pene previste per il reato di truffa aggravata, che possono arrivare fino a sette anni di reclusione, evidenziano la serietà della questione. La mancanza di attività agricola su terreni affittati, nonché l’uso improprio di fondi pubblici, rappresentano una violazione delle normative comunitarie e nazionali. Questo caso non solo pone un’ombra sui beneficiari dei fondi pubblici, ma solleva anche interrogativi sulla gestione e il monitoraggio dei contributi destinati allo sviluppo agricolo.

La scoperta di questa frode mette in luce la necessità di un rigoroso controllo delle attività agricole e della trasparenza nella distribuzione dei fondi pubblici. In un contesto in cui le aziende agricole affrontano varie sfide, dalla sostenibilità a questioni economiche, è fondamentale garantire che le risorse siano utilizzate in modo corretto e responsabile.

L’azione dei carabinieri forestali non solo dimostra un impegno nella lotta contro le frodi, ma anche l’importanza della cooperazione tra le autorità e la comunità agricola per garantire un settore sano e trasparente.

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