Un episodio di cronaca ha scosso la città di Magenta, dove nella notte tra sabato e domenica i carabinieri della compagnia di Corsico hanno bloccato tre persone coinvolte in un furto con esplosivo. L’azione ha preso di mira un bancomat della filiale del Banco di Desio, causando ingenti danni materiali e la sottrazione di una somma cospicua di denaro. Le successive perquisizioni nelle abitazioni degli indagati hanno portato al sequestro di materiale esplosivo e strumenti da scasso.
Il colpo al bancomat con la tecnica della “marmotta”
I fatti si sono svolti nel territorio di Magenta, in provincia di Milano, dove tre italiani di 38, 42 e 16 anni hanno fatto esplodere un bancomat per prelevare circa 16.000 euro. L’operazione è stata realizzata usando la cosiddetta tecnica della “marmotta”. Si tratta di un metodo che prevede l’inserimento di un ordigno esplosivo all’interno dello sportello automatico per farlo saltare in aria, così da poterne prendere il denaro custodito all’interno.
L’esplosione è avvenuta durante la notte tra sabato e domenica, momento scelto per la minor presenza di testimoni in strada. Subito dopo il fatto, le forze dell’ordine sono intervenute tempestivamente, avviando le indagini che hanno portato all’identificazione e all’arresto dei sospetti. Il contesto della zona e la presenza di telecamere di sorveglianza hanno facilitato il riconoscimento dei responsabili.
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Dettaglio sulla tecnica “marmotta”
“Si tratta di un metodo particolarmente pericoloso, in quanto l’esplosivo è inserito direttamente nell’ATM e provoca gravi danni non solo economici, ma anche strutturali.”
Perquisizioni e il ritrovamento di esplosivi e materiali per lo scasso
Dopo l’arresto, i carabinieri hanno eseguito perquisizioni nelle abitazioni dei tre fermati. Sono state scoperte banconote in parte bruciate, segno di un tentativo di cancellare prove o di distruggere denaro non più utilizzabile. La quantità di detriti di banconote indica che parte del denaro trafugato potrebbe essere stato compromesso durante il colpo.
Quanto agli ordigni, nelle case sono stati trovati 44 candelotti di esplosivo, concepiti chiaramente per essere usati in azioni criminali. Oltre a questo, sono stati scoperti arnesi atti allo scasso, utili per forzare serrature o accedere ai locali senza autorizzazione. Un elemento che ha destato particolare attenzione è stato un manoscritto con indicazioni chimiche dettagliate relative alla produzione di esplosivi, un documento che suggerisce una certa conoscenza tecnica.
Gli arrestati maggiorenni, cioè i due uomini sopra i 18 anni, sono stati portati nel carcere di San Vittore, noto istituto penitenziario di Milano. Il giovane di 16 anni è stato invece trasferito al carcere minorile Beccaria, riservato ai detenuti sotto i 18 anni.
Episodi simili e attenzione delle forze dell’ordine nella zona di milano
Il caso di Magenta non è isolato. Pochi giorni prima, a Abbiategrasso, altra località milanese, i carabinieri della compagnia locale avevano arrestato quattro italiani tra i 18 e i 28 anni per detenzione illecita di materiale esplosivo. Questi erano stati trovati in possesso di 62 candelotti di sostanza esplosiva, alcuni non disponibili sul mercato, e di strumenti normalmente usati nei furti come passamontagna e utensili per lo scasso.
Il dato che emerge è una rete criminale che utilizza l’esplosivo per commettere furti, spesso ai danni di bancomat o casseforti. Le forze dell’ordine mettono in campo una vigilanza serrata e intensificano i controlli per prevenire altri episodi simili. Il contrasto a questo tipo di reati richiede interventi mirati e un monitoraggio continuo delle attività sospette.
Coordinamento delle autorità
Il recupero di materiale per la preparazione di ordigni e l’arresto in flagranza testimoniano un impegno coordinato delle autorità per arginare queste azioni pericolose. Sul territorio milanese sono stati compiuti progressi, ma resta alta la guardia contro questi crimini.