Il Castello di Gaeta si rinnova e accoglie tutti con un percorso di visita inclusivo e innovativo

di Francesco Giuliani

Il Castello di Gaeta si rinnova e accoglie tutti con un percorso di visita inclusivo e innovativo

Nel cuore di Gaeta, il Castello Angioino sta per diventare un simbolo concreto di inclusione. Dopo un lungo lavoro di adattamento, il monumento si appresta a ospitare un percorso di visita pensato per superare ogni barriera fisica e sensoriale, rivoluzionando l’accesso culturale a questo bene storico. Il progetto, finanziato nell’ambito del Pnrr e sostenuto dal ministero della Cultura, si traduce in un’esperienza che va oltre la semplice fruizione turistica, puntando a coinvolgere ogni visitatore in modo pieno e consapevole. Un dettaglio spesso trascurato è come l’accessibilità si traduca in concretezza solo quando viene integrata in modo sistematico, e qui il Castello di Gaeta intende fare proprio questo, valorizzando un patrimonio con forte radicamento locale e nazionale.

Un lavoro multidisciplinare per abbattere le barriere

Il nuovo percorso, denominato “Castello di Gaeta. Oltre i confini”, è frutto del coordinamento di due docenti dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, Ivana Bruno e Assunta Pelliccio, insieme a un team che unisce competenze diverse tra professori, ricercatori e professionisti del settore. Un ruolo centrale è stato svolto dal Laboratorio Museo Facile del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’ateneo cassinate, che da anni lavora su metodologie e strumenti innovativi per l’accessibilità culturale. L’intervento si è concentrato sulle aree del castello attualmente aperte al pubblico, un bene affidato dal Demanio allo stesso ateneo dal 1995 con una concessione “a uso perpetuo e gratuito”, condizione che implica un impegno diretto per la sua valorizzazione e fruizione condivisa con la comunità di Gaeta. Chi frequenta la città riconosce come questo progetto rappresenti un passo significativo nella direzione di un museo aperto a tutte le esigenze, non solo per motivi di legge, ma per un reale cambiamento culturale.

La novità principale consiste nell’eliminazione di ostacoli architettonici combinata alla realizzazione di un sistema di comunicazione integrato, capace di adattarsi a diverse necessità sensoriali e cognitive. Di conseguenza, l’accesso al patrimonio culturale si amplia, diventando inclusivo e partecipativo, e più vicino alle esigenze di un pubblico vario. Questo approccio permette di trasformare il castello in un luogo più che storico: un ambiente vivo dove la conoscenza del passato si intreccia a elementi di innovazione sociale e tecnologica. Un fenomeno che, in altre realtà italiane, viene spesso avviato solo in parte, ma qui ha trovato un’applicazione complessiva e strutturata.

Il Castello di Gaeta si rinnova e accoglie tutti con un percorso di visita inclusivo e innovativo
Il Castello di Gaeta si rinnova e accoglie tutti con un percorso di visita inclusivo e innovativo – gaeta.it

“Puntini Puntini”: un festival dedicato alle arti inclusive

In concomitanza con l’inaugurazione del percorso, l’Università di Cassino organizza “Puntini Puntini”, un festival che si terrà in due giornate negli spazi del Castello e ha l’obiettivo di esplorare e rinnovare i linguaggi dell’accessibilità nelle arti contemporanee. L’evento, sostenuto dalla Città di Gaeta e realizzato con il contributo dell’Associazione Culturale Fuori Contesto, mette in campo un programma che privilegia la partecipazione attiva delle persone con disabilità. Ciò si traduce in spettacoli in Lingua dei Segni, performance con audio-descrizione per persone con disabilità visiva e percorsi museali studiati per essere immersivi e accessibili a tutti.

Il festival funziona come un laboratorio di idee, un luogo di confronto tra professionisti, studiosi, artisti e pubblico. Le iniziative spaziano da talk tematici a esperienze sensoriali progettate per coinvolgere, allo stesso tempo, chi ha diverse capacità sensoriali e cognitive. L’arte, in questo contesto, diventa strumento di inclusione reale piuttosto che semplice tema di discussione. La direttrice artistica Emilia Martinelli racconta come l’obiettivo sia quello di mettere in relazione quella “moltitudine di puntini” che formano la società, consentendo a ognuno di esprimere la propria forma, colore e voce. Un elemento che molti non considerano fino in fondo è come queste iniziative portino a rinnovare non solo le pratiche culturali, ma anche l’interazione stessa tra comunità e patrimonio.

Rispetto alle offerte museali tradizionali, eventi come “Puntini Puntini” mostrano come la cultura accessibile sia un campo dinamico e in evoluzione, dove sperimentazione e visioni nuove si intrecciano diventando percorsi che mettono al centro l’esperienza di ogni persona. Un progetto accompagnato da una crescente consapevolezza che vede l’arte come veicolo per costruire ambienti e società più inclusivi, specialmente in contesti dove storia e identità si fondono in modo profondo.