Un progetto di ricerca avviato il primo febbraio sta per intraprendere un importante lavoro sui cambiamenti climatici in cinque aree fondamentali del pianeta: Alpi, Norvegia, Himalaya, Isole Svalbard e la calotta glaciale della Groenlandia. L’iniziativa, finanziata dall’Unione Europea e intitolata LIQUIDICE, mira a svelare in che modo le dinamiche di neve, ghiacci e permafrost interagiscono con il clima globale. Il team di ricerca, condotto dalla ricercatrice Erika Coppola del Centro Internazionale di Fisica Teorica Abdus Salam di Trieste, si concentrerà in particolare sui ghiacciai alpini, per valutare gli effetti diretti del riscaldamento globale.
Obiettivi del progetto LIQUIDICE
Il progetto LIQUIDICE coinvolge la collaborazione di 18 istituzioni scientifiche provenienti da Europa e India e si propone di utilizzare modelli climatici regionali avanzati. La ricerca strategica si focalizza sui cambiamenti che il riscaldamento globale determina sui ghiacciai, specialmente nelle Alpi. Attraverso tecnologie moderne come le osservazioni satellitari e i modelli climatici all’avanguardia, il progetto intende prevedere come i cambiamenti climatici influenzeranno non solo i ghiacciai, ma anche la vita quotidiana di milioni di persone nella regione e oltre.
L’aspetto cruciale di questa ricerca risiede nella sua applicabilità pratica: i risultati attesi serviranno come base per migliorare la gestione delle risorse idriche, l’energia, il turismo e le strategie di adattamento alle emergenze climatiche. Gli scienziati polacchi della Accademia delle Scienze coordineranno gli studi per garantire la precisione e l’efficacia delle indagini.
Rilevanza dei ghiacciai per l’ecosistema
I ghiacciai nell’area delle Alpi giocano un ruolo chiave non solo nell’ecosistema locale, ma influiscono anche sui processi climatici globali. All’interno del progetto LIQUIDICE viene messo sotto esame il sistema glaciale del Monte Rosa in Italia, il quale è vitale per la produzione di energia idroelettrica e il turismo invernale. Tuttavia, gli scienziati segnalano che il calo della copertura nevosa rappresenta una minaccia per l’economia locale e la sicurezza energetica.
In Norvegia, il ghiacciaio Jostedalsbreen è una fonte fondamentale di energia idroelettrica, contribuendo fino al 15% della produzione nazionale. Un eventuale scioglimento potrebbe compromettere le risorse energetiche del paese. Analogamente, in Groenlandia, i bacini idrografici di Ilulissat e Kangerlussuaq stanno mostrando un aumento del tasso di scioglimento, evidenziando i potenziali effetti sul livello del mare e sulle risorse idriche disponibili.
Cambiamenti e sfide nei diversi ecosistemi glaciali
Il progetto LIQUIDICE non ignora le sfide specifiche che le diverse aree stanno affrontando. Nelle Svalbard, il degrado del permafrost sta destabilizzando le infrastrutture esistenti e modificando le condizioni idrologiche. Ciò si traduce in una minacciosa instabilità che colpisce anche gli ecosistemi locali. Lo scioglimento dei ghiacciai comporta un afflusso significativo di acqua dolce nei fiordi, alterando gli equilibri degli habitat marini.
Nell’Himalaya, lo scioglimento dei ghiacciai rappresenta una preoccupazione crescente. I cambiamenti nei modelli di precipitazione possono influenzare in modo drammatico l’approvvigionamento idrico per circa 240 milioni di persone nella regione, con conseguenze ben più ampie che toccheranno fino a 1,65 miliardi di individui nelle aree circostanti. Queste variabili legate all’acqua potabile rendono essenziale l’approfondimento dei processi climatici attivi ai fini di pianificazione e gestione delle risorse.
Il progetto LIQUIDICE è quindi pronto