Solidale e sostenibile: l’orto sociale del carcere di Barcaglione sostiene le famiglie di Ancona

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Il carcere di Barcaglione non è solo un luogo di detenzione, ma un’importante realtà che si impegna a rigenerare i legami di solidarietà con la comunità di Ancona. Attraverso il progetto dell’orto sociale, i detenuti stanno dimostrando che è possibile coniugare giustizia, agricoltura e aiuto alle famiglie in difficoltà. Ultimamente, 40 chili di finocchi freschi sono stati donati e consegnati al Mercato di Campagna Amica, un gesto che va oltre l’accettazione della giustizia penale, diventando strumento di riabilitazione e restituzione alla società.

Un progetto radicato nella comunità

Il progetto dell’orto sociale al carcere di Barcaglione è un’iniziativa ben strutturata che coinvolge circa sessanta detenuti, i quali, sotto la guida di Antonio Carletti, tutor e responsabile delle attività agricole, si dedicano con impegno alla coltivazione di frutta e verdura. Questa esperienza offre ai partecipanti non solo un’opportunità di lavoro, ma anche la possibilità di acquisire competenze pratiche e di partecipare attivamente alla vita della comunità. I prodotti raccolti vengono suddivisi tra i detenuti, garantendo un contributo alimentare diretto ai loro bisogni, mentre le eccedenze vengono donate alle famiglie in difficoltà, creando un legame diretto tra il carcere e la città.

La cucitura di questi legami è particolarmente importante in un’epoca in cui le disuguaglianze sociali stanno crescendo. La donazione di prodotti freschi non è soltanto un gesto simbolico, ma rappresenta un aiuto concreto per chi vive in situazioni di vulnerabilità economica. In questo modo, il carcere si trasforma, sempre di più, in un luogo che non chiude, ma che cerca di reinserire e farsi carico.

Da ortaggi a prodotti di qualità

L’orto di Barcaglione si distingue per la varietà dei prodotti che vengono coltivati e trasformati. Oltre ai finocchi, i detenuti sono coinvolti nella produzione di olio extravergine di oliva, miele e carne. Grazie all’oliveto e alle arnie installate all’interno del carcere, si è avviata una filiera che valorizza il patrimonio agroalimentare del territorio.

Recentemente, è stata introdotta anche la Gallina Ancona, un allevamento che promuove la biodiversità locale. Questo riconoscimento da parte di Campagna Amica con il Sigillo lo rende un elemento ancora più prezioso della dieta dei cittadini. I formaggi e carne prodotti vengono poi anche venduti nei mercati locali di Ancona e Falconara. L’ingresso nel circuito di Campagna Amica non solo garantisce visibilità, ma supporta anche un’economia basata su pratiche sostenibili e responsabili.

Un modello di riabilitazione e sicurezza sociale

Il progetto dell’orto sociale non si limita alla sola produzione agricola. Ha anche una valenza educativa e terapeutica. Lavorare la terra e prendersi cura delle piante stimola la responsabilità e il senso di appartenenza tra i detenuti, contribuendo al loro percorso di riabilitazione. Creare prodotti di qualità e vedere il risultato del proprio lavoro, dà loro una motivazione concreta e positiva, una spinta che li aiuta a superare le loro difficoltà.

Il sostegno alle famiglie in difficoltà, inoltre, segna un importante passo verso il ripristino della fiducia nel sistema, diminuendo il pregiudizio sulle persone che scontano una pena. Questo modello di orto sociale, con le sue molteplici sfaccettature, sta diventando un esempio per altre strutture penitenziarie in Italia. La possibilità di estendere queste pratiche a livello nazionale è ancora da esplorare, ma il progetto di Barcaglione dimostra che esiste un’estrazione sociale possibile dal carcere, fondata sulla solidarietà e sul rispetto reciproco.

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