Scoperta spiaggia privata abusiva in area protetta al Lago Di Comabbio a Vergiate

Scoperta Spiaggia Privata Abus

Spiaggia privata abusiva sequestrata nel Parco del Lago di Comabbio. - Gaeta.it

Laura Rossi

16 Settembre 2025

Una vasta area di 1.200 metri quadrati è stata trasformata illegalmente in una spiaggia privata lungo la riva del lago di Comabbio, a Vergiate, nel Varesotto. I carabinieri del Nucleo Forestale hanno individuato la modifica abusiva su un terreno ricadente nel Parco del Ticino, che ha permesso a un proprietario di villa privata di creare un accesso diretto al lago. L’intervento ha provocato danni ambientali e violazioni amministrative che ora potranno tradursi in sanzioni e obblighi di ripristino.

Dettagli dell’operazione dei carabinieri forestali al Lago Di Comabbio

I militari del Nucleo Forestale hanno individuato la spiaggia abusiva durante una verifica su terreni ricadenti nell’area protetta del Parco del Ticino, nel Comune di Vergiate, in provincia di Varese. La superficie di circa 1.200 metri quadrati, confinante con la sponda del lago di Comabbio, è risultata occupata dalla struttura balneare illecita che collega direttamente un’abitazione privata al lago.

L’inchiesta ha evidenziato che il terreno, in parte di proprietà comunale e in parte demaniale, è stato trasformato senza autorizzazioni. Il proprietario della villa ha realizzato due cancelli carrabili, eliminato la vegetazione originaria erbacea e arbustiva e sradicato un tratto di bosco preesistente. Infine, ha posato uno strato uniforme di ciottoli stabilizzanti sul terreno, modificando profondamente il paesaggio naturale. Questi interventi hanno alterato lo stato dei luoghi, impedendo la naturale protezione ambientale prevista dall’area protetta.

Le implicazioni legali e le conseguenze dell’abuso ambientale

Le azioni messe in atto dal proprietario configurano diversi reati penali e amministrativi. Oltre alla deturpazione delle bellezze naturali, i carabinieri hanno rilevato il danneggiamento e l’invasione di terreni pubblici, attività vietate dalla legge. Inoltre, la costruzione e la modifica del suolo sono risultate in violazione del testo unico dell’edilizia e del codice dei beni culturali, norme pensate per tutelare il patrimonio ambientale e paesaggistico.

A carico del responsabile è stata quindi aperta un’indagine che si tradurrà in procedimenti giudiziari e amministrativi. I carabinieri forestali, insieme agli enti territoriali competenti, hanno già avviato le procedure per il ripristino dell’area al suo stato originale, con l’obiettivo di rimuovere le opere abusive e far tornare intatto il bosco e la vegetazione tipica della zona.

Sanzioni e misure per il ripristino della zona protetta

Oltre ai procedimenti penali avviati, è stata applicata una sanzione amministrativa di circa 17 mila euro sul proprietario della villa per l’occupazione e la trasformazione illecita del terreno comunale e demaniale. Questa multa si pone come primo passo concreto verso la restituzione dell’ambiente e la tutela dell’ecosistema locale.

Le autorità preposte hanno programmato di monitorare con attenzione l’area per assicurare che il ripristino venga effettivamente eseguito e che simili abusi non si ripetano. Intervenire in un sito protetto come il Parco del Ticino rappresenta infatti una violazione grave, in quanto questi territori fungono da corridoi ecologici e riserve naturali fondamentali per la tutela della fauna, della flora e della qualità delle acque.

L’azione tempestiva dei carabinieri forestali dimostra un controllo serrato sulle aree protette, necessario per mantenere intatto il patrimonio naturale e per scoraggiare chi tenta di sfruttare impropriamente terreni pubblici o vincolati a fini privati.