La visita del ministro dell’Istruzione e del Merito, giuseppe valditara, a villa caprile a pesaro ha scatenato una manifestazione con una cinquantina di partecipanti. Tra bandiere, striscioni e rappresentanti di diversi partiti politici, sindacati e associazioni studentesche, le critiche si sono concentrate sul concetto di merito promosso dal ministero, giudicato insufficiente a garantire diritti fondamentali e qualità nell’istruzione pubblica.
La contestazione al modello del merito nelle scuole italiane
I manifestanti hanno espresso contrarietà al modello di merito introdotto dal ministro valditara come metro principale per misurare l’istruzione. Beatrice dell’onte, segretaria dei Giovani democratici di pesaro urbino, ha spiegato che la parola “merito” viene usata spesso, ma senza assicurare ai ragazzi né una formazione adeguata né infrastrutture scolastiche sicure. Secondo questa visione, il merito non dovrebbe essere un motivo per selezionare o premiare, ma piuttosto uno dei tanti aspetti da considerare in un sistema scolastico affidabile e inclusivo.
Criticità legate alla cultura del merito
Lorenzo perlini, coordinatore dell’Unione degli studenti universitari di urbino, ha sottolineato come la cultura del merito si diffuse in modo marcato a partire dalle scuole superiori fino alle università, ma spesso si traduce in una gara a premi senza garanzie reali per chi resta indietro. Questa impostazione aggraverebbe le disuguaglianze nel sistema educativo, invece di supportare un accesso equo e una crescita per tutti i giovani.
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Le criticità del finanziamento e del personale nelle scuole italiane
Cinzia scardacchi, rappresentante della Flc Cgil di pesaro, ha posto l’attenzione sulle condizioni economiche in cui versa l’istruzione pubblica italiana. Con la conclusione del Pnrr destinato alle scuole, temono che i fondi per la formazione e la manutenzione degli edifici verranno ridotti, destinandoli invece ad altri settori come la spesa militare. Scardacchi ha evidenziato anche la precarietà del personale scolastico, con salari tra i più bassi d’Europa, operare in situazioni di disagio per molti insegnanti e addetti Ata.
Conseguenze per il sistema scolastico
Questa situazione mette a rischio non solo la stabilità lavorativa del personale, ma anche la continuità didattica per gli studenti. La mancanza di risorse rallenta interventi urgenti su strutture scolastiche e materiali didattici, elementi indispensabili per garantire un ambiente educativo sicuro e stimolante.
Le richieste di maggiori investimenti e attenzione per le aree interne
Marta ruggeri, consigliera regionale e capogruppo del M5s nelle marche, ha ribadito l’importanza di aumentare il finanziamento pubblico all’istruzione almeno al 5% del Pil, un obiettivo lontano visto che attualmente si ferma al 4%. Questa scarsità di fondi porta a chiusure e accorpamenti di istituti, soprattutto nelle zone interne del territorio, quelle che più necessitano di scuole e servizi pubblici.
Impatti sulla comunità locale
Il ridimensionamento degli istituti in queste aree grava su comunità già deboli sotto il profilo demografico ed economico. Gli studenti sono costretti a spostamenti più lunghi, mentre le scuole pubbliche perdono risorse e personale che potrebbero fare la differenza nel contrastare il disagio sociale.
Le critiche al ministro sulle politiche educative e la formazione affettiva
Micaela vitri, consigliera regionale Pd, ha attaccato la posizione del ministro valditara sottolineando l’incoerenza tra le sue visite a scuole migliorate grazie al Pnrr e al contempo l’impoverimento del sistema dovuto a tagli e mancate risorse. Vitri ha inoltre rimarcato come la negazione dell’importanza dei programmi di educazione all’affettività nelle scuole sia un problema grave, specie se si guarda ai risultati di paesi come svezia, finlandia e regno unito, dove tali programmi esistono da tempo e aiutano a ridurre casi di bullismo e discriminazione.
Questa valutazione tocca il nodo della crescita personale degli studenti, oltre alla semplice trasmissione di conoscenze. Senza un’attenzione ai sentimenti e ai rapporti umani, il rischio è di lasciare spazi aperti a episodi di violenza e esclusione, temi che pesano direttamente sul clima scolastico.