Processo d’appello in Vaticano per fondi immobiliari a Londra: cardinale Becciu al centro della vicenda

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Cardinale Becciu sotto processo per fondi immobiliari a Londra. - Gaeta.it

Elisabetta Cina

21 Settembre 2025

Lunedì 22 settembre è iniziato il processo d’appello in Vaticano sulla gestione di fondi riservati della Santa Sede investiti in immobili di lusso a Londra. Al centro dell’inchiesta c’è l’acquisto di un palazzo in Sloane Avenue. Sono dieci gli imputati, tra cui il cardinale Angelo Becciu, condannato in primo grado per peculato e truffa. Nel nuovo procedimento emergono sviluppi significativi sulle accuse e sulle prove.

I dieci imputati e il ruolo di cardinale Angelo Becciu

Dieci persone sono imputate nel processo che si svolge nei tribunali vaticani. Tra loro spicca il cardinale Angelo Becciu, ex sostituto alla Segreteria di Stato, condannato in primo grado a cinque anni e mezzo per peculato e truffa. Pur non avendo diritto al voto nel conclave, Becciu conserva lo status di membro del Sacro Collegio.

Il cardinale ha sempre respinto le accuse, dichiarando la propria innocenza e puntando a chiarire i fatti in sede giudiziaria. Parteciperà alle udienze con il suo team legale. La vicenda riguarda la gestione di fondi riservati, in particolare l’acquisto di un immobile di lusso a Londra, che rappresenta il fulcro dell’inchiesta.

Il risarcimento richiesto al cardinale Becciu

Nel febbraio 2024 il Tribunale vaticano ha disposto il sequestro del conto bancario di Becciu e ha imposto un risarcimento richiesto da monsignor Alberto Perlasca e dalla sua collaboratrice Genoveffa Ciferri, entrambi accusatori nel procedimento. La corte d’appello ha confermato questa decisione, basandosi sulla sentenza del Tribunale di Como del 2022.

Il risarcimento è motivato da un presunto «uso strumentale» del processo da parte dell’imputato, secondo le accuse. Questo aspetto economico è centrale nel processo d’appello e si lega alle contestazioni penali sulle operazioni immobiliari con fondi della Santa Sede.

La nuova composizione della corte e il possibile impatto sul processo

A differenza del primo grado, dove la corte era composta da magistrati laici, in appello la presidenza è affidata a un ecclesiastico, monsignor Alejandro Arellano Cedillo, decano della Sacra Rota Romana, affiancato da due magistrati laici.

Recentemente Papa Leone ha incontrato sia Arellano Cedillo sia il promotore di giustizia vaticano Alessandro Diddi, coinvolto nell’accusa originaria. L’incontro ha riguardato anche la nuova aula processuale allestita negli spazi dell’antica Aula del Sinodo nel Palazzo Apostolico. Nel primo grado Diddi aveva chiesto per Becciu sette anni e tre mesi di carcere, una multa, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la confisca di oltre 14 milioni di euro.

La presidenza ecclesiastica potrebbe influire sull’andamento del procedimento e sulla valutazione delle prove rispetto al giudizio iniziale.

I nuovi documenti della difesa e le chat al centro delle accuse

La difesa di Becciu ha depositato 188 pagine di «motivi aggiunti» per il processo d’appello, un documento che espone le ragioni per cui l’imputato ritiene di dover essere assolto. Gli avvocati Fabio Viglione e Maria Concetta Marzo seguono la strategia difensiva.

Potrebbe assumere rilievo la richiesta di acquisizione di alcune chat tra la lobbista Francesca Immacolata Chaouqui e Genoveffa Ciferri, collaboratrice di monsignor Perlasca. Queste conversazioni contengono informazioni su dettagli dell’inchiesta e interrogatori non emersi nel primo grado.

Le chat hanno già dato origine a due indagini penali: una a Roma, aperta dopo una denuncia di Becciu contro Chaouqui, e un’altra presso l’ufficio del promotore di giustizia vaticano, dove Chaouqui è accusata di traffico di influenze, falsa testimonianza e subornazione. Secondo Becciu, questi messaggi dimostrano che è stato oggetto di una manovra ai suoi danni.

Il nuovo processo d’appello potrebbe portare a un riesame approfondito di queste prove e riaprire il dibattito sul coinvolgimento di Becciu.

Le udienze, fissate quotidianamente, si svolgono in un clima di grande attenzione, viste le implicazioni politiche e istituzionali del caso. La Santa Sede segue con interesse l’evoluzione del procedimento, che resta sotto i riflettori dell’opinione pubblica.