L’economia italiana registra nel secondo trimestre del 2025 una leggera contrazione del Pil, con consumi delle famiglie che non mostrano segni di ripresa. Questa situazione rende difficile raggiungere le stime di crescita annua intorno allo 0,7-0,8%. In controtendenza il settore turistico, che continua a espandersi e consolida numeri mai visti prima nel saldo turistico. L’analisi di Confcommercio offre uno spaccato chiaro delle dinamiche economiche attuali e delle prospettive a breve termine.
Contrazione del pil nel secondo trimestre 2025 e i fattori che la determinano
Il Pil italiano nel secondo trimestre del 2025 si contrae dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti, confermando dunque una fase di lieve flessione. Su base annua, la crescita è più contenuta, attestandosi intorno allo 0,4%. Questo andamento segnala un rallentamento rispetto alle aspettative di inizio anno, quando si ipotizzavano tassi di crescita più robusti.
Il motivo principale di questa contrazione è lo stallo dei consumi interni. Le famiglie italiane mantengono un atteggiamento prudente a causa di una fiducia debole verso il futuro economico, nonostante il miglioramento di alcuni fondamentali. In particolare, i dati segnalano un aumento dell’occupazione e una crescita dei redditi reali per unità di lavoro, indicatori positivi che non si traducono però in una maggiore spesa per consumi.
Questo blocco nei consumi determina un impatto diretto sulla domanda aggregata e quindi sul margine di crescita del Pil. Oltre alla debolezza interna, si registra una fragilità nelle esportazioni. Le oscillazioni nelle forniture dovute a dispute commerciali internazionali contribuiscono a rendere instabile il settore estero, con esportazioni in leggero calo e importazioni in crescita.
Il risultato complessivo è una crescita acquisita per il 2025 che si aggira intorno allo 0,5%, un dato più modesto rispetto ai target iniziali fissati dal governo e dagli analisti economici. In questo contesto, la debolezza di consumi e esportazioni rappresenta un ostacolo per rilanciare l’economia verso livelli di sviluppo più sostenuti.
Stagnazione dei consumi delle famiglie e fiducia in ribasso
I consumi delle famiglie italiane mostrano una situazione di stagnazione, vero elemento critico per la ripresa economica nazionale. Nonostante il contesto di crescente occupazione registrato nel 2025, la spesa privata resta ferma. Questo fenomeno si spiega con un clima di fiducia complessivamente basso tra i consumatori, che frena l’impegno economico in beni e servizi.
Il rallentamento dei consumi si riflette sulle attività commerciali e sulle imprese legate al mercato interno. Confcommercio sottolinea come la crescita dei redditi reali per unità di lavoro, pur rappresentando un indicatore positivo, non sia abbastanza per stimolare un aumento significativo della domanda interna. L’incertezza percepita dalle famiglie affossa le decisioni di spesa e genera una calma anomala in quella che dovrebbe invece essere una fase espansiva.
Inoltre, il mancato aumento dei consumi può incidere negativamente sul Pil, dato che la domanda delle famiglie pesa in maniera significativa sul prodotto interno lordo italiano. La situazione emerge in un quadro generale di crescita debole e instabile, in cui il ruolo della domanda interna si riduce, lasciando spazio solo a pochi settori in espansione.
Questione delicata resta l’effetto delle tensioni internazionali e delle strategie commerciali, che impattano non solo sulle esportazioni, ma anche influenzano il clima economico nazionale e le aspettative delle famiglie. La fiducia fragile si traduce in ritardi negli acquisti e in un comportamento prudente, che rallenta tutta la catena economica.
Turismo in forte espansione con saldo record a fine 2025
Nel quadro generale di debolezza economica, il settore turistico si distingue con una dinamica positiva significativa. Il saldo turistico italiano ha infatti registrato un nuovo record, superando le attese e portando a una proiezione di entrate per il 2025 che potrebbe sfiorare i 29 miliardi di euro, valore mai raggiunto prima.
Questa espansione del turismo rappresenta un contributo fondamentale per bilanciare le difficoltà degli altri comparti. Il comparto ha beneficiato di un crescente afflusso di visitatori, attratti dalle destinazioni italiane e dal patrimonio culturale, elementi che continuano a rappresentare un vantaggio competitivo per il Paese.
Il contributo del turismo non si limita ai soli ingressi e spese dirette, ma si riflette in una maggiore occupazione nel settore, in un incremento dei servizi collegati e in una rinnovata attrattività degli investimenti. L’elevata domanda nel turismo sostanzia quella parte di economia reale che riesce a crescere malgrado un contesto più complesso.
Questo andamento rafforza l’importanza strategica del settore turistico per l’economia italiana, confermandolo come un volano per la crescita e la tenuta occupazionale. La spinta positiva evidenzia inoltre come riesca a compensare, almeno in parte, l’impatto negativo derivante dalla stagnazione dei consumi domestici e delle esportazioni.
Resta però cruciale monitorare l’evoluzione del saldo turistico per capire se potranno permanere questi livelli di crescita fino al termine dell’anno, soprattutto in relazione alle condizioni geopolitiche e all’andamento dei mercati internazionali. Il turismo si posiziona come settore chiave, ma la tenuta dell’intera economia dipenderà dalla capacità di superare gli altri fattori di debolezza.
Gli indicatori economici di fine secondo trimestre 2025 disegnano un’Italia con segnali contrastanti: la piccola contrazione del Pil e il blocco dei consumi appaiono ostacoli che limitano lo sviluppo nel breve periodo, mentre la crescita eccezionale del turismo offre una boccata di ossigeno e rappresenta l’unico comparto in grado di avanzare con margini concreti. Sullo sfondo si collocano le incertezze delle esportazioni e le condizioni globali, elementi che richiedono attenzione nel prossimo futuro.