L’inchiesta sulle presunte cyber-spie di Equalize si intreccia con le nuove indagini sulle stragi di mafia del 1993. A Milano, Nunzio Samuele Calamucci, tecnico informatico, è stato ascoltato come testimone dalla Dda di Firenze e da pm milanesi per chiarire dettagli chiave collegati a dossieraggi e possibili legami tra politica e criminalità organizzata. La sua testimonianza è stata riservata, segnalando la delicatezza delle informazioni emerse.
testimonianza segretata di Nunzio Samuele Calamucci davanti alle procure di Firenze e Milano
Il 2025 ha visto un nuovo sviluppo nelle indagini riguardanti tanto le presunte cyber-spie di Equalize quanto le stragi mafiose del 1993. Nunzio Samuele Calamucci, riconosciuto come un tecnico informatico esperto, è stato convocato a Milano per un’audizione come persona informata sui fatti. All’ascolto erano presenti i pm della Dda di Firenze, impegnati sulle stragi, e i magistrati milanesi Francesco De Tommasi e Antonello Adituro. Quest’ultimo rappresenta la Dna, coinvolta nelle indagini sui dossieraggi illegali attribuiti al gruppo Equalize.
Questa udienza in Procura si è svolta nell’arco della giornata e, coerentemente con la sensibilità delle informazioni toccate, il verbale è rimasto sotto segreto istruttorio. Calamucci era assistito dall’avvocata Antonella Augimeri, scelta che sottolinea la complessità delle questioni affrontate. L’acquisizione delle sue dichiarazioni si colloca in un filone investigativo che prova a districare i nodi tra attività informatiche sospette e vicende di mafia più antiche.
il ruolo di Vincenzo De Marzio e le annotazioni sugli incontri milanesi con Berlusconi
Un punto centrale dell’inchiesta riguarda una annotazione risalente agli anni Ottanta, attribuita a Vincenzo De Marzio, ex carabiniere e sospettato di essere un agente dei servizi segreti. Il suo soprannome nel corso delle indagini è stato “agente Tela”. De Marzio ha affidato parte del suo archivio al gruppo di Equalize, rendendo pubblici documenti diventati prove al centro delle inchieste.
Tra questi documenti c’è una nota su un incontro tenutosi nel quartiere Comasina di Milano, dove Silvio Berlusconi si sarebbe incontrato con una figura collegata a Vittorio Mangano, noto per i suoi legami mafiosi. In quell’occasione, secondo l’annotazione, sarebbe stata consegnata una somma di denaro al futuro premier. Un passaggio che fa tremare soprattutto per il possibile collegamento tra politica e crimine organizzato, corroborato da conversazioni intercettate durante l’inchiesta milanese sulle cyber-spie.
Nelle intercettazioni, Calamucci parlava con un altro tecnico indagato, Componovo, e si riferiva proprio a quell’annotazione: la definiva come una prova decisiva sulla presunta responsabilità di Berlusconi nel ricevere fondi dalla mafia. La presenza di documenti e conversazioni di questo tipo apre ferite storiche e porta a nuove domande su ciò che avvenne negli anni Ottanta e Novanta.
implicazioni delle indagini sulle cyber-spie Equalize e i collegamenti con le stragi del ’93
Le indagini guidate dalle procure di Milano e Firenze mostrano come certe pratiche illecite si siano servite anche della tecnologia informatica. Il caso Equalize è simbolo di un meccanismo di dossieraggi e spionaggio che si estende fra vecchie e nuove generazioni, incrociando elementi di politica, servizi segreti e criminalità.
La testimonianza di Calamucci riguarda non solo elementi tecnici ma anche una rete di rapporti che intrecciano il passato criminale con eventi politico-istituzionali. Le stragi mafiose del 1993 rappresentano infatti un nodo cruciale di quelle dinamiche: il tentativo di fare luce su eventuali complicità e coperture passa attraverso dichiarazioni come quella del tecnico informatico.
Vincenzo De Marzio, con il suo archivio e le sue annotazioni, simboleggia il confine sfumato tra apparati dello Stato e criminalità organizzata che la magistratura cerca di ricostruire. Questi materiali, uniti a conversazioni intercettate, confermano quanto sia complesso l’intreccio fra intelligence, mafia e politica in quegli anni turbolenti.
La testimonianza di Calamucci ai pm milanesi e fiorentini aggiunge un tassello importante nel puzzle, ma lascia aperti molti interrogativi sulla rete di relazioni che potrebbero aver influenzato eventi tragici e aspetti oscuri della vita pubblica italiana.
Le indagini continuano senza sosta, mentre la procura tiene riservati dettagli delicati, mantenendo alta la tensione attorno a un’inchiesta che coinvolge personaggi di spicco e che getta una nuova luce sui rapporti tra potere e criminalità.