A Rivara, nel Canavese, la tomba di Mario Carabetta, ex vigile urbano per trent’anni, è stata vittima di un furto che ha tolto fiori e piante, trasformando un luogo di rispetto e ricordo in un bersaglio di piccoli ma dolorosi danneggiamenti. La comunità locale e la famiglia, soprattutto la figlia, hanno reagito con rabbia e incredulità, denunciando pubblicamente il fatto.
Mario carabetta, una figura centrale nella comunità di Rivara
Mario Carabetta è stato un punto di riferimento per la comunità di Rivara. Originario di Siderno Marina, aveva iniziato la sua carriera giovanissimo nei carabinieri a Torino. Successivamente ha scelto il Canavese come luogo in cui vivere e lavorare, dedicandosi, per circa trent’anni, al ruolo di vigile urbano. La sua attività era riconosciuta per l’equilibrio e l’umanità con cui svolgeva il servizio, rendendolo una persona stimata da molti. Nel paese, Carabetta rappresentava una figura nota, che aveva contribuito a mantenere l’ordine e la sicurezza con professionalità e rispetto verso i cittadini.
Il recente furto nella sua tomba ha dunque scosso non solo la famiglia, ma l’intera comunità rivarese. Il gesto ha colpito nel luogo dove si conservano i ricordi e si onorano i defunti, un ambiente considerato sacro e intoccabile. L’episodio mette in luce non solo il dolore per la perdita materiale, ma il danno emotivo legato alla violazione di uno spazio dedicato al ricordo.
Il furto al cimitero: spariti i fiori dalla tomba di Mario carabetta
La tomba di Mario Carabetta è stata trovata priva dei fiori e delle piantine che la famiglia aveva lasciato in memoria del defunto. L’assenza di questi elementi ha evidenziato un furto che non riguarda oggetti di grande valore economico, ma simboli fortemente legati al ricordo e al rispetto verso chi non c’è più. La sottrazione di piante e fiori da un luogo di sepoltura rappresenta una profonda offesa per chi li ha lasciati, alterando la memoria e il senso di pace che il cimitero dovrebbe offrire.
L’episodio non è isolato: in diverse parti d’Italia, si segnalano furti simili nei cimiteri, un fenomeno che preoccupa per il mancato rispetto verso i luoghi di riposo dei defunti. In molti casi, si tratta di oggetti che, oltre al valore simbolico, rappresentano un rito di cura e affetto, gesti che rinnovano ogni visita al cimitero. Il gesto di sottrarre questi segni significa violare una dimensione personale e collettiva di memoria.
La reazione della famiglia: il dolore e la rabbia della figlia di carabetta
La figlia di Mario Carabetta ha denunciato l’accaduto attraverso un post sui social, esprimendo un forte sentimento di amarezza e indignazione. Ha raccontato la sofferenza provata nel recarsi al cimitero e scoprire che la pianta posta in memoria del padre era sparita. Le sue parole riflettono lo strazio di un gesto che colpisce nel profondo, intaccando il rapporto con il ricordo di un genitore.
Il post si rivolge direttamente agli autori del furto, con parole dure che manifestano una rabbia sincera, associata all’ingiustizia subita. La figlia sottolinea come fino a quel momento le fosse stato insegnato a non augurare il male a nessuno, ma che il comportamento di chi ha compiuto il furto la spinge a desiderare che queste persone spendano anche un solo euro in medicine, segno della sua ferita emotiva. Questa testimonianza ha attirato l’attenzione e la solidarietà della comunità locale.
La solidarietà della comunità e le parole dell’assessore di rivara
Il gesto ha provocato reazioni anche nelle Istituzioni locali. L’assessore di Rivara, Alessia Cuffia, ha espresso pubblicamente la sua vicinanza alla famiglia di Carabetta. Ha definito il furto non solo come un gesto illecito ma anche come una profonda mancanza di rispetto verso i defunti e le loro famiglie.
Nel suo intervento, l’assessore ha richiamato l’attenzione sull’importanza di difendere il decoro dei cimiteri, luoghi di memoria che dovrebbero rimanere inviolati. Ha invitato i cittadini a stare vigili e a segnalare comportamenti simili, perché la tutela del rispetto e della dignità passa attraverso l’attenzione di tutti. La sua presa di posizione riflette un sentimento collettivo di disapprovazione verso azioni che ledono il senso civico e la sensibilità verso chi è scomparso.
Sicurezza nei cimiteri e tutela della memoria collettiva
Il furto al cimitero di Rivara riporta al centro una questione spesso sottovalutata: la protezione dei cimiteri da piccoli reati che compromettono luoghi dedicati alla memoria personale e collettiva. Questi episodi, pur non causando danni economici rilevanti, generano un impatto emotivo profondo per le famiglie coinvolte.
I cimiteri rappresentano spazi in cui la sofferenza e il ricordo trovano luogo pacifico e rispettoso. Violare questo ambiente significa interrompere rituali e gesti intimi di commemorazione. L’episodio dimostra quanto sia necessario rafforzare la sorveglianza e promuovere una maggiore attenzione e rispetto da parte della comunità.
Il richiamo che emerge è quello di un recupero del senso civico, dove il rispetto per i defunti e per i loro cari venga condiviso e tutelato da ogni cittadino. Solo così i cimiteri potranno continuare a essere spazi sicuri dove commemorare senza timori.