Nei primi mesi del 2025 il numero di pedoni investiti e uccisi sulle strade italiane ha raggiunto cifre allarmanti. Un fenomeno che si conferma costante e segnala la presenza di problemi sia infrastrutturali che comportamentali, a cui si aggiungono carenze nei controlli. I dati più recenti mostrano un quadro serio e urgente da affrontare.
Il bilancio delle vittime: cifre drammatiche e andamento recente
Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Sapidata-Asaps, dal 1 gennaio 2025 fino al 20 settembre sono state 289 le persone che hanno perso la vita investite mentre erano a piedi. Solo negli ultimi sei giorni, dal 15 al 20 settembre, si sono registrate 17 vittime, con una media superiore a due morti al giorno. Il presidente dell’Asaps, Giordano Biserni, utilizza un paragone forte per descrivere questa tragedia: “un condominio intero di venti piani è già sparito dal nostro orizzonte”. Un modo efficace per visualizzare la quantità di vite spezzate in meno di nove mesi. Una delle ultime tragedie riguarda due ragazze investite la sera del 20 settembre in provincia di Lecco, episodio che ha contribuito a confermare la gravità della situazione.
Il numero complessivo della mortalità pedonale negli ultimi mesi evidenzia un fenomeno che non accenna a diminuire e che richiede risposte immediate e coordinate da parte delle autorità e degli enti preposti.
Cause degli incidenti: infrastrutture carenti e atteggiamenti pericolosi
Tra le motivazioni più ricorrenti delle morti si individuano problemi legati alle condizioni delle strade. Molti pedoni sono stati investiti mentre camminavano lungo la strada, soprattutto nei tratti privi di marciapiede o con marciapiedi insufficienti. Il 43% delle vittime è stato travolto sulle strisce pedonali, luoghi che dovrebbero garantire maggiore protezione ma che in molte aree risultano ancora poco sicuri. Biserni sottolinea che le strade spesso mancano di segnaletica chiara, sia orizzontale sia verticale, e che l’illuminazione risulta inesistente o insufficiente in vari punti. Questi fattori creano un ambiente ostile e rischioso per chi cammina.
Accanto a questi problemi strutturali emergono comportamenti rischiosi da parte dei conducenti. Tra le cause più frequenti si segnalano velocità oltre i limiti, uso del cellulare durante la guida, guida sotto l’effetto di alcol o droghe. Questi atteggiamenti aumentano il pericolo e riducono il tempo di reazione in situazioni critiche.
Anche i pedoni devono fare la loro parte, ad esempio rendendosi più visibili nelle ore notturne. Ma gli investimenti delle autorità per combattere la violazione del Codice della strada rimangono limitati e scarsamente efficaci.
Insufficienza dei controlli e mancanza di rispetto per le regole della strada
L’Asaps evidenzia con forza la carenza di controlli stradali e l’insufficienza delle sanzioni nei confronti di chi infrange il Codice della strada. Le violazioni, secondo Biserni, sono “sistematiche, continue, poco contrastate”. Senza un’attuazione rigorosa delle norme ogni misura rischia di risultare inefficace.
Il presidente dell’associazione sottolinea l’urgenza di un intervento integrato che coinvolga sia la messa in sicurezza delle infrastrutture sia il rafforzamento delle misure contro i comportamenti irresponsabili al volante. Solo così sarà possibile frenare questa “guerra non dichiarata” che si consuma sulle strade italiane, dove ogni giorno si perdono vite in modo evitabile.
Le statistiche fino ad ora diffuse non mentono e mostrano la necessità di una svolta concreta e decisa, che vada oltre la semplice denuncia e si traduca in azioni puntuali e controlli più stringenti.