Il blitz è scattato nel tardo pomeriggio di mercoledì, poco dopo le 19, sul lungomare Amerigo Vespucci. La Guardia di Finanza e la Polizia Locale di Roma Capitale hanno messo i sigilli allo storico stabilimento balneare Il Venezia, frequentato da decenni da residenti e turisti. Il provvedimento ha colto di sorpresa non solo il titolare Ruggero Barbadoro, presidente della sezione locale della Fiba (Federazione italiana balneari), ma anche numerosi abbonati presenti sulla spiaggia, costretti a lasciare la struttura in pochi minuti.
Il Venezia si aggiunge così alla lista di stabilimenti sequestrati nel 2025, insieme a Il Bungalow, Spiaggia di Bettina, Mariposa e Peppino a Mare. In tutti i casi la Procura di Roma contesta difformità rispetto ai progetti edilizi approvati dal Campidoglio.
Un’indagine lunga un anno, rilievi anche dall’alto
L’inchiesta che ha portato al sequestro ha preso il via nel maggio 2024, quando iniziarono accertamenti tecnici, sopralluoghi e rilievi aerei su tutto il litorale. L’obiettivo era verificare eventuali abusi edilizi, modifiche strutturali non autorizzate e altre irregolarità nelle concessioni.
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A distanza di oltre dodici mesi, l’autorità giudiziaria ha ritenuto di disporre il sequestro anche per Il Venezia. La decisione arriva proprio all’inizio della stagione estiva, circostanza che i gestori considerano “fuori contesto”, non comprendendo perché un provvedimento così impattante arrivi a distanza di un anno dall’apertura dell’indagine.
Secondo quanto riferito dagli stessi titolari, tutta la documentazione sarebbe stata mostrata agli agenti intervenuti sul posto. Le autorizzazioni erano disponibili e i permessi in regola, stando alla loro versione. Ciononostante, il provvedimento è stato eseguito con effetto immediato.
L’ipotesi di ricorso e la sorte degli abbonati e dei lavoratori
I gestori dello stabilimento hanno annunciato che presenteranno un ricorso al Tribunale del Riesame, nella speranza di ottenere il dissequestro e la riapertura dell’attività. Hanno anche dichiarato la volontà di rimborsare gli abbonati, qualora il lido non potesse riaprire in tempo utile.
La chiusura comporta conseguenze anche per i trenta lavoratori stagionali impiegati presso Il Venezia, che da un giorno all’altro si ritrovano senza un’occupazione, in piena estate. Una situazione che solleva interrogativi anche a livello sociale ed economico, in un’area già provata dalla gestione incerta degli spazi balneari.
Il clima sul litorale romano è teso. Ostia, in pochi mesi, ha visto chiudere alcune delle sue spiagge più rappresentative, tra sequestri, ricorsi giudiziari e polemiche su un presunto accanimento normativo. Intanto, i cittadini e i turisti restano spaesati, mentre molte spiagge libere non risultano ancora del tutto operative. La stagione estiva, appena cominciata, rischia di restare segnata da disagi e incertezze.