Omicidio Angelo Vassallo: dopo 15 anni udienza preliminare per cinque imputati a Salerno

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Omicidio Vassallo, al via l’udienza preliminare per cinque imputati a Salerno. - Gaeta.it

Marco Mintillo

16 Settembre 2025

Dopo quindici anni di attesa, arriva finalmente un passo avanti nel caso dell’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso nel 2010 ad Acciaroli. Una vicenda segnata da depistaggi e ritardi che ora entra in una fase cruciale con l’udienza preliminare che riguarda cinque persone, alcune collegate a presunti traffici di droga e al coinvolgimento di membri delle forze dell’ordine.

A Salerno l’udienza preliminare per cinque imputati nell’omicidio di Vassallo

Il 16 settembre 2025, davanti al giudice per l’udienza preliminare Giovanni Rossi, si è tenuta una sessione con cinque imputati legati all’omicidio di Vassallo. Tra loro ci sono il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo e l’ex brigadiere Lazzaro Cioffi, sospettati di ruoli nel giro di droga che potrebbe essere stato il movente del delitto. Con loro anche l’imprenditore Giuseppe Cipriano, l’ex collaboratore di giustizia Romolo Ridosso e Giovanni Cafiero, quest’ultimo accusato solo per questioni legate al traffico di sostanze stupefacenti.

L’obiettivo del procedimento è fare chiarezza sul ruolo di queste persone nella morte del sindaco, avvenuta la sera del 5 settembre 2010. Vassallo, conosciuto come il “sindaco pescatore” e impegnato nella lotta alla legalità, potrebbe essere stato ucciso proprio per aver cercato di fermare un giro di stupefacenti con legami nella criminalità organizzata.

Il movente: droga e presunte coperture nelle forze dell’ordine

Le indagini della procura di Salerno puntano a un legame tra l’omicidio e un traffico di droga gestito da esponenti della camorra. L’ipotesi è che Vassallo fosse venuto a conoscenza di questa rete e si preparasse a denunciarla. La sua morte potrebbe quindi essere stata una ritorsione. A rendere tutto più complicato ci sono anche sospetti su alcuni degli accusati, che appartengono proprio alle forze dell’ordine.

Chi ha sparato quella sera nove colpi resta ancora un mistero, ma l’inchiesta ha fatto emergere un contesto di depistaggi e manovre per nascondere la verità. Sono stati proprio questi ostacoli a rallentare il corso della giustizia per anni.

La famiglia Vassallo: “Non vogliamo vendetta, ma verità”

Fuori dal tribunale di Salerno, Dario Vassallo, fratello del sindaco, ha chiesto giustizia a gran voce: “Non cerchiamo vendetta, ma la verità”. Ha sottolineato quanto sia grave che tra gli indagati ci siano uomini dello Stato, definendo la situazione un problema serio per tutto il sistema. La battaglia di suo fratello per la legalità, ha detto, è diventata un simbolo per l’intero Paese.

Le sue parole hanno messo ancora più pressione sull’inchiesta, mostrando come questa vicenda tocchi responsabilità anche dentro le istituzioni.

Udienza preliminare: 23 richieste di parte civile

Durante l’udienza sono arrivate 23 richieste di costituzione di parte civile. Tra i richiedenti ci sono la presidenza del Consiglio dei Ministri, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani , organizzazioni come Libera e Avviso Pubblico impegnate nella lotta contro la criminalità, oltre a enti e associazioni ambientaliste come Legambiente. Anche la Fondazione Vassallo ha aderito, sostenendo la ricerca della verità.

Tra le richieste spicca quella di Bruno Humberto Damiani, detto “il Brasiliano”, sospettato per anni dell’omicidio e poi archiviato due volte. Il suo avvocato, Michele Sarno, ha evidenziato come siano emerse ipotesi di depistaggio che avevano puntato ingiustamente il dito contro il suo assistito, causando gravi danni. L’intervento della procura ha fatto luce su una rete di coperture che va ben oltre la sua figura.

La discussione sulle costituzioni di parte civile è fissata per il 17 ottobre, quando si deciderà anche sulle richieste di rinvio a giudizio.

Che cosa succederà adesso nelle indagini e nel processo

L’omicidio di Angelo Vassallo resta una ferita aperta da quindici anni, per la comunità di Pollica e per la giustizia italiana. L’udienza a Salerno è un passo avanti importante, ma tante domande restano ancora senza risposta. L’identità dell’assassino è ancora un mistero, nonostante le indagini complesse.

Questo procedimento potrebbe finalmente fare luce su aspetti fondamentali, soprattutto riguardo a eventuali omissioni o coperture all’interno delle forze dell’ordine. I lunghi tempi e i ritardi hanno sollevato dubbi sull’efficacia delle indagini iniziali e sull’influenza di interessi che hanno rallentato la giustizia.

La prossima udienza sarà un momento decisivo per valutare le richieste della procura e delle parti civili, aprendo una nuova fase di questa vicenda che resta molto sentita. La ricerca della verità resta al centro di un percorso che coinvolge accusa, difesa e chi da più di un decennio aspetta giustizia.