Nuove speranze per il caso di Cristina Golinucci: indagini riaperte dopo 31 anni

Nuove speranze per il caso di Cristina Golinucci: indagini riaperte dopo 31 anni

La famiglia di Cristina Golinucci riapre il caso della scomparsa avvenuta nel 1992, presentando una nuova istanza alla Procura di Forlì per ottenere giustizia e verità.
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Nuove speranze per il caso di Cristina Golinucci: indagini riaperte dopo 31 anni - Gaeta.it

La drammatica scomparsa di Cristina Golinucci, avvenuta il primo settembre del 1992 a Cesena, continua a essere oggetto di nuove indagini. La famiglia della giovane, che all’epoca aveva solo 21 anni, ha deciso di presentare una nuova istanza presso la Procura di Forlì, puntando a riavviare le indagini su quello che viene considerato un omicidio. La storia di Cristina, che ha lasciato un segno profondo nella comunità, è stata riaperta dopo numerosi archivi e può ora avere una svolta significativa.

La richiesta della famiglia Golinucci

Nei prossimi giorni, i famigliari di Cristina Golinucci presenteranno un’istanza formale alla Procura di Forlì, con la speranza di ottenere un nuovo slancio alle indagini su questo caso irrisolto. Quello che è accaduto 31 anni fa ha portato alla luce una serie di difficoltà investigative, con il caso riaperto e archiviato una decina di volte nel corso degli anni. L’istanza che sarà presentata conterrà anche una denuncia nei confronti di Emanuel Boke, un ragazzo nigeriano che, all’epoca dei fatti, era ospite presso il convento dei cappuccini di Ronta, la stessa località in cui Cristina si trovava quando di lei si sono perse le tracce.

Boke, già sotto la lente d’ingrandimento per la sua possibile responsabilità nella scomparsa, ha un passato burrascoso, avendo già scontato una pena per violenza sessuale ai danni di due ragazze della zona. Questo elemento rende ancora più inquietante il contesto della vicenda. La famiglia Golinucci spera di rintracciarlo, ed è stato già fatto un passo in tal senso: richiedere l’inserimento del DNA di Boke nella banca dati francese, dal momento che ci sarebbe traccia dei suoi spostamenti in Francia.

L’incontro con il nuovo procuratore

Oggi, Marisa degli Angeli, madre di Cristina e fondatrice dell’associazione Penelope Emilia-Romagna, ha incontrato il nuovo procuratore di Forlì, Enrico Cieri, assieme all’avvocato Barbara Iannuccelli. Durante l’incontro, il procuratore ha espresso l’intenzione di considerare la nuova istanza con la massima attenzione. Questa apertura rappresenta una possibilità concreta di far luce su una vicenda che da decenni tiene avvinta una comunità intera.

I rappresentanti della famiglia hanno evidenziato l’importanza di giungere finalmente a una verità. La determinazione dei Golinucci è visibile, e il loro desiderio di giustizia è supportato dall’impegno dell’associazione Penelope, che da anni si occupa di supportare i familiari di persone scomparse. Con il nuovo approccio del procuratore e l’attivazione di procedure investigative che potrebbero risultare efficaci, si spera che questa possa essere l’occasione per chiarire ciò che è accaduto a Cristina.

La storia di Cristina Golinucci non è solo un caso di cronaca nera, ma un richiamo alla dignità e alla memoria di una persona che è stata strappata prematuramente alla vita. La lotta della sua famiglia per ottenere giustizia continua, portando con sé l’auspicio che, finalmente, la verità possa emergere. Le prossime settimane saranno cruciali, mentre l’istanza è in fase di preparazione e la comunità rimane con il fiato sospeso per nuovi sviluppi in questa drammatica vicenda.

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