In un contesto di continua evoluzione normativa, la città di Roma si prepara ad attuare un nuovo regolamento che disciplina l’occupazione del suolo pubblico da parte di bar e ristoranti, con un focus particolare sui tavolini all’aperto. Questa iniziativa guidata dall’assessora al Commercio Monica Lucarelli è stata avviata oggi in Assemblea Capitolina e rappresenta un passo fondamentale per riorganizzare gli spazi pubblici e rendere la città più vivibile, preservando al contempo il suo patrimonio storico e culturale. La delibera 178-2023 presenta criteri specifici e aree ben definite per l’occupazione di suolo pubblico, destinato a cambiare il volto dei ristoranti e dei caffè romani.
Le categorie territoriali della delibera
Il regolamento si suddivide in tre ambiti territoriali distinti: ‘Sito Unesco‘, ‘Città Storica‘ e ‘Suburbio‘. Questa divisione non è casuale, ma mira a rispondere alle diverse esigenze e caratteristiche di ciascuna area, ponendo un’attenzione particolare alla tutela dei beni culturali e alla vivibilità degli spazi. Nel ‘Sito Unesco‘, che comprende il centro storico e le aree di particolare pregio, la priorità rimane la salvaguardia del patrimonio artistico e architettonico. Qui, gli operatori dovranno seguire criteri molto più restrittivi, motivo per cui la delibera prevede una misurazione più rigida delle superfici dedicate ai tavolini all’aperto.
La suddivisione tra diversi ‘tessuti urbani‘ nell’ambito del ‘Sito Unesco‘ è cruciale. In zone a maggior tutela, etichettate da T1 a T3, il limite massimo per l’occupazione di suolo pubblico è fissato ad un terzo della superficie interna del locale. Inoltre, non sarà consentito l’uso di pedane in queste aree, garantendo così che le dimensioni dei tavolini non compromettano il passaggio pedonale e non interferiscano con l’estetica del luogo.
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Opportunità nel suburbio e nella città storica
Per le aree classificate come ‘Suburbio‘ e ‘Città Storica‘, le regole variano significativamente. Nelle zone del ‘Suburbio‘, i limiti per l’occupazione del suolo pubblico aumentano, permettendo un trattamento più flessibile rispetto al centro e alle aree tutelate. I locali nella ‘Città Storica‘ possono occupare una porzione maggiore, raggiungendo fino al 50% della superficie interna, con l’aggiunta della possibilità di installare pedane, condizionata dalle dimensioni dei marciapiedi.
Questo nuovo approccio mira essenzialmente a premiare i locali che hanno investito in strutture adeguate, come cucine e servizi igienici accessibili, enfatizzando la qualità del servizio rispetto alla quantità di spazio occupato. Lucarelli ha sottolineato la necessità di valorizzare quegli esercenti che si sono adeguati alle normative igieniche e di accessibilità, spostando così il focus dal mero guadagno di spazi alla qualità dell’offerta.
Una svolta nella gestione degli spazi pubblici
Il dibattito che ha avuto luogo all’interno dell’Assemblea Capitolina rappresenta una tappa fondamentale per la ristrutturazione degli spazi pubblici della città, riflettendo un cambio di paradigma nella gestione dei tavolini all’aperto. Le nuove regole non si limitano a promuovere il commercio, ma si allineano a un’affermazione più forte della presenza della città in quanto patrimonio culturale difeso e valorizzato rispetto all’occupazione commerciale.
Con queste modifiche, Roma si prepara a un’esperienza culinaria che dovrà essere sempre più in sintonia con il contesto urbano, richiamando non solo turisti ma anche residenti a godere dei numerosi punti di ristorazione che caratterizzano la capitale. Le aspettative sono chiare: creare un equilibrio tra commercio e vivibilità, senza compromettere la bellezza e la storia che rendono Roma unica nel panorama mondiale.