Le relazioni tra Unione europea e Stati Uniti attraversano una fase delicata. La sospensione dei dazi fino al 9 luglio 2025 segna un momento cruciale, ma restano questioni aperte sul futuro dei rapporti commerciali e sulle alleanze politiche in Europa. Deborah Bergamini, responsabile esteri di Forza Italia, si è espressa sui nodi principali in gioco, tra equilibri internazionali, ruolo dell’Italia e dinamiche interne al centrodestra e a Bruxelles.
La sospensione dei dazi e il quadro commerciale tra ue e stati uniti
Il 2025 si apre con un’importante tregua nella guerra commerciale tra Unione europea e Stati Uniti, grazie alla sospensione dei dazi fino al 9 luglio. Questo passo arriva dopo mesi di tensioni e accuse reciproche legate ai bilanciamenti commerciali. Donald Trump ha mostrato, con il dato negativo del pil trimestrale americano, i danni concreti di una politica protezionista. Bergamini osserva che, anche se l’impatto colpisce gli USA, il nodo va affrontato tenendo conto delle ragioni di entrambe le parti.
L’Italia si mantiene ferma sull’obiettivo di un’unità occidentale che non lasci spazio a divisioni, che potrebbero avvantaggiare rivali economici e politici esterni. La tutela delle imprese italiane resta centrale, visto il loro ruolo chiave nella coesione sociale del Paese. Al tempo stesso, va compreso il malcontento americano su alcune importazioni Ue, come i pannelli solari, dove la Cina gioca un ruolo cruciale. Il negoziato è complesso e si muove tra spinte politiche e tecnicismi di mercato, con la consapevolezza che entrambe le parti presentano richieste e preferenze da bilanciare.
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La mediazione e i contatti diretti
La mediazione si è basata anche su contatti diretti, in particolare la telefonata tra Ursula von der Leyen e Trump, che ha spianato la strada alla sospensione dei dazi. Bergamini ricorda che “un approccio bilaterale, senza riconoscere la soggettività politica e istituzionale dell’Ue, non può funzionare”. Serve invece coordinamento tra Commissione europea e singoli Stati membri per mantenere una posizione unificata. Le tensioni interne alla maggioranza italiana emergono, come nel caso delle critiche di Matteo Salvini all’azione di Bruxelles, ma Forza Italia insiste sull’importanza di rimanere protagonisti in Europa.
Il ruolo del governo italiano e la posizione di giorgia meloni nel contesto atlantico
Il governo italiano si muove con prudenza tra le complessità dei rapporti tra Stati Uniti e Unione europea. Bergamini sottolinea che la principale priorità è evitare fratture nel blocco occidentale. L’ambiguità attribuita alla premier Giorgia Meloni è letta più come una ricerca di mediazione che come indecisione. Di fronte a un Trump imprevedibile, Roma cerca di sfruttare i canali diplomatici a disposizione, sia attraverso il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sia con l’impegno diretto della presidente del Consiglio.
Una linea atlantista e l’eredità di berlusconi
L’Italia punta a mantenere una linea atlantista, un’eredità chiaramente richiamata da Berlusconi, vista come fondamentale per la stabilità geopolitica. Lo scopo è avvicinare le parti, sostenendo una trattativa che rispetti gli interessi europei senza cedere troppo terreno. In questa cornice, Bruxelles e Roma lavorano per far sì che i contatti con Washington operino con determinazione, anche tramite figure come il commissario al commercio Valdis Dombrovskis o Maroš Šefčovič, che invitano chi ha buoni rapporti con gli Stati Uniti a metterli al servizio dell’Unione.
In Italia ci sono divisioni evidenti sulla strategia europea, ma Bergamini indica che l’esecutivo si conferma saldo e determinato a giocare un ruolo attivo. La sintesi tra le diverse anime del centrodestra resta un passaggio chiave per garantire concretezza e continuità nelle scelte internazionali e commerciali.
Rapporti tra popolari e conservatori a bruxelles e le alleanze politiche future
A Bruxelles, le famiglie politiche di popolari e conservatori si avvicinano su alcune tematiche sensibili per il 2025, come immigrazione e politiche ambientali legate al Green deal. Bergamini definisce questo avvicinamento come un passo fondamentale per costruire un’intesa duratura in Europa. L’alleanza tra queste due forze potrebbe superare compromessi temporanei con i socialisti, che spesso segnano le scelte contingenti.
L’esempio citato è l’elezione a vicepresidente della Commissione di Raffaele Fitto, resa possibile grazie a un’azione congiunta di Forza Italia con il sostegno di Manfred Weber, leader del Ppe. Questo tipo di collaborazione crea quella che Bergamini chiama una “diga popolare” in vista di obiettivi comuni.
Le posizioni di fratelli d’italia e le differenze politiche
L’ingresso di Fratelli d’Italia nel Partito popolare europeo viene definito improbabile, anche se Meloni ha vissuto esperienze politiche passate con il Pdl, predecessore del Ppe italiano. Le differenze di posizionamento restano evidenti, anche alla luce di scelte elettorali estere, ad esempio in Romania, dove i partiti hanno mostrato sensibilità distinte. Lo scenario suggerisce una cooperazione basata sul rispetto delle diverse identità e una concentrazione su temi concreti come sostegno alle imprese, rafforzamento del mercato unico, contrasto all’immigrazione clandestina e capacità di intervento nelle crisi internazionali.
Questo approccio parte dalla consapevolezza che il futuro politico europeo dipenderà dalla capacità dei gruppi conservatori e popolari di trovare un terreno comune senza rinunciare alle proprie radici e priorità. Una strategia che potrebbe ridefinire l’assetto della politica comunitaria nei prossimi anni, a partire dagli equilibri interni ai vertici delle istituzioni europee.