Negli ultimi mesi, l’atteggiamento degli Stati Uniti verso l’Europa ha generato una reazione netta in un gruppo di 12 paesi del Vecchio continente. Un’indagine condotta dal think tank europeo Ecfr ha rilevato come certe dichiarazioni e azioni del presidente Usa abbiano accentuato il sentimento anti-americano in queste nazioni, inducendo inoltre la convinzione che l’Europa debba gestire in modo indipendente la propria sicurezza. Questo risultato fotografa un momento di tensione e ripensamento nei rapporti transatlantici, segnando una fase delicata negli equilibri geopolitici.
il sondaggio Ecfr e i paesi coinvolti nella ricerca
Il Consiglio europeo per le relazioni esterne ha svolto un sondaggio approfondito in 12 paesi europei, tra cui Germania, Francia, Italia, Polonia, e Spagna. La rilevazione si è concentrata sull’opinione pubblica riguardo alla presenza e all’influenza americana sul continente, con particolare attenzione alle percezioni generate dalle recenti prese di posizione del presidente degli Stati Uniti. I dati raccolti mostrano un trend di sfiducia crescente verso Washington, con diverse motivazioni che variano da paese a paese, ma un sentimento comune di insoddisfazione verso l’attuale politica estera americana.
Il campione preso in esame rappresenta una porzione significativa della popolazione europea e il metodo di indagine ha incluso sia interviste dirette sia questionari online, garantendo così una visione composita e rappresentativa del sentimento generale. La ricerca è uscita nel 2025 e riflette un clima politico segnato da tensioni economiche, militari e diplomatiche tra Stati Uniti ed Europa.
Leggi anche:
come le parole e i gesti del presidente Usa hanno aggravato il sentimento anti-americano
Le azioni e le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti hanno suscitato forti reazioni nei 12 paesi europei oggetto dello studio. In particolare, certi commenti riguardanti responsabilità congiunte nella difesa europea e richieste di maggior impegno finanziario hanno aumentato il malcontento popolare verso Washington. Interventi considerati poco rispettosi dell’autonomia europea o percepiti come pressioni politiche hanno alimentato il risentimento.
Questi elementi si combinano con le recenti scelte di politica estera degli Usa, viste spesso come mosse unilaterali o disallineate rispetto agli interessi europei. Molti cittadini intervistati hanno sottolineato come il loro paese senta il bisogno di distaccarsi dal tradizionale ruolo di alleato subordinato nei confronti della superpotenza americana, cercando una posizione più autonoma nello scacchiere internazionale.
Le proteste generate da queste dinamiche si riflettono anche nei media nazionali, che hanno espresso un’opinione critica verso certi comportamenti di Washington, consolidando il clima di sfiducia nei confronti degli Stati Uniti. Il risultato è quindi una crescita del sentimento anti-americano che si installa non solo a livello politico ma direttamente nell’opinione pubblica.
La convinzione europea di gestire la propria sicurezza in modo indipendente
L’indagine Ecfr ha messo in luce come la maggioranza dei cittadini nei 12 paesi valuta la necessità di un’Europa più autonoma nella difesa e nella sicurezza. Questa prospettiva non riguarda solo la capacità militare, ma anche decisioni politiche ed economiche che non dipendano esclusivamente dall’alleanza con Washington.
Si tratta di un passaggio significativo, che misura il cambiamento nel modo in cui i cittadini europei pensano alla loro collocazione nel mondo e al rapporto con gli Stati Uniti. L’autosufficienza in materia di difesa viene vista come un fattore cruciale per salvaguardare gli interessi nazionali e continentali senza subire pressioni esterne.
A livello politico, molti governi hanno preso atto di questo orientamento dell’opinione pubblica, avviando discussioni concrete sul rafforzamento di strumenti europei per la sicurezza comune. L’idea di un vero esercito europeo o di una politica estera unitaria, che possa contrapporsi a dinamiche esterne senza mediazioni obbligate, acquista così nuova linfa.
Implicazioni per i rapporti transatlantici e geopolitici
Il sondaggio del think tank Ecfr riflette non solo una frattura nell’opinione pubblica, ma potenzialmente un cambiamento profondo nei rapporti fra Europa e Stati Uniti. Se da un lato resta importante la collaborazione tra questi due attori, dall’altro emerge un desiderio di equilibrio più definito e meno sbilanciato verso Washington.
Un’Europa che investe nella propria sicurezza potrebbe modificare gli scenari geopolitici attuali, influendo su alleanze, trattati e interventi in aree di crisi. Washington potrà essere spinta a rivedere il proprio approccio e ad ascoltare con più attenzione le richieste europee, per evitare ulteriori tensioni e ipotesi di distacco.
La crescita del sentimento anti-americano in questi paesi quindi si traduce in una spinta concreta verso una ridefinizione degli accordi consolidati dagli ultimi decenni. Il futuro della partnership transatlantica appare così incerto ma segnato da una domanda forte di indipendenza europea, soprattutto in materia di sicurezza militare.