L’analisi fornita dall’Istat sul Prodotto Interno Lordo italiano per il trimestre conclusosi a dicembre 2024 indica una crescita marginale, in linea con le attese preliminari. Questi dati, rilevanti per le dinamiche economiche del paese, esprimono una crescita congiunturale definita dello 0,1% e una crescita tendenziale dello 0,6% rispetto all´anno precedente. Questo report si inserisce in un contesto dove il mercato e le istituzioni politiche stanno monitorando attentamente la ripresa economica post-pandemia.
Risultati economici del quarto trimestre 2024
Nel quarto trimestre del 2024, il PIL italiano ha mostrato una crescita dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questi dati sono corretti per gli effetti di calendario e destagionalizzati, utilizzando come anno di riferimento il 2020. La prima rilevazione, pubblicata il 30 gennaio 2025, aveva registrato una variazione nulla per il PIL congiunturale e una crescita tendenziale stimata allo 0,5%. È importante notare che il quarto trimestre ha incluso due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente, ma ben due in più se paragonato al quarto trimestre del 2023.
L’aumento del PIL si è manifestato nonostante un contesto operativo che ha visto una leggera contrazione delle giornate lavorative. La variazione acquisita per il 2025, che rappresenta il tasso di crescita che ci si attende basandosi sulla performance già realizzata, è stimata allo 0,1%. Questo porta a riflessioni su come il mercato potrebbe continuare a crescere o stabilizzarsi nei prossimi trimestri.
Andamenti della domanda interna
Per quanto riguarda la domanda interna, nel quarto trimestre si è registrato un aumento per tutti i principali aggregati. I consumi finali nazionali sono cresciuti dello 0,2% e gli investimenti fissi lordi dell’1,6%. Tuttavia, sia le importazioni che le esportazioni hanno mostrato una diminuzione, rispettivamente dello 0,4% e dello 0,2%.
L’analisi della domanda nazionale al netto delle scorte mostra un contributo significativo alla crescita del PIL, pari a 0,5 punti percentuali. In particolare, i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private hanno dato un apporto positivo di 0,1 punti percentuali, mentre gli investimenti fissi lordi hanno contribuito con 0,4 punti. Da parte loro, le spese delle Amministrazioni Pubbliche non hanno avuto alcun impatto significativo sulla crescita. D’altro canto, la variazione delle scorte ha sottratto 0,4 punti percentuali al PIL, segno di una gestione oculata del magazzino e una possibile riduzione della produzione in vista di una domanda attesa meno consistente.
Performance dei settori economici
Un punto interessante da analizzare riguarda il valore aggiunto delle diverse componenti economiche. L’industria ha registrato una ripresa con un incremento dello 0,9%, facilitando così l’andamento positivo del PIL. Tuttavia, il settore agricolo ha subito una flessione del 0,7%, mentre i servizi hanno visto un calo dello 0,1%. Questi dati evidenziano le difficoltà che il settore agricolo sta affrontando, che potrebbero riflettere problematiche strutturali e di mercato.
Le stime sugli input lavorativi presentano un incremento delle ore lavorate dello 0,2% e una crescita dei redditi pro-capite dello 0,7%. Tuttavia, il numero delle posizioni lavorative ha visto una diminuzione dello 0,2%, suggerendo che, sebbene il mercato del lavoro possa star recuperando, ci sono ancora sfide da affrontare, come l’occupazione e la stabilità lavorativa.
L’analisi conclusiva offre uno sguardo su un’economia che si sta riprendendo lentamente, ma che presenta ancora segmenti che richiedono attenzione e intervento, affinché la crescita possa essere più sostenuta e diffusa.